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CINETECA ITALIANA - Maurizio e Gabriele Porro
donano 20.000 fotografie di cinema


CINETECA ITALIANA - Maurizio e Gabriele Porro donano 20.000 fotografie di cinema
Ornella Muti in una scena de "Il Frullo del Passero"
I giornalisti e critici cinematografici Maurizio e Gabriele Porro hanno donato alla Fondazione Cineteca Italiana oltre 20.000 fotografie dell'epoca d'oro del cinema mondiale. L'archivio fotografico della Cineteca di Milano, situato presso la Biblioteca di Morando, si arricchisce così sino a contare oltre un milione di scatti.

La Biblioteca del cinema dedicata al noto critico cinematografico Morando Morandini, suggestivo luogo di incontro, scambio e condivisione, è ed è sempre stato, sopra ogni altra cosa, luogo di conservazione: di film (fin dalle sue origini, infatti, è stato il primo luogo storico della Cineteca dove i fondatori Luigi Comencini e Alberto Lattuada iniziarono con coraggio e determinazione a reperire, collezionare e salvare i film); di libri (dal 2015 grazie al fondo Morando Morandini e, a seguire, a quello di Paolo Limiti) e di fotografie.

La Biblioteca ospita infatti il vastissimo archivio fotografico della Cineteca, che fino ad oggi contava 800.000 fotografie: fino ad oggi perchè proprio in questi giorni il personale dedito alla catalogazione è impegnato con un nuovo e prezioso fondo, donato da due giornalisti con una grandissima esperienza nel settore cinematografico, i fratelli Gabriele e Maurizio Porro.

Il fondo, che va ad ampliare e prolungare idealmente quello già presente presso l'archivio della Cineteca, che arrivava fino agli anni '70, contiene materiali di mezzo secolo della storia del cinema mondiale: dai grandi kolossal hollywoodiani ai film indipendenti di paesi minori (Turchia, India, Russia) per un totale di più di 20.000 fotografie e 5.000 diapositive.

Sono tutti materiali collezionati dai due giornalisti nel corso della loro vita e carriera cinematografica, derivati per lo più da comunicati stampa delle produzioni (come la Universal Studios), delle reti televisive (soprattutto la Rai-Radiotelevisione italiana) e dei festival (soprattutto Cannes e Venezia); non mancano anche pressbook di restauri dei grandi titoli degli anni ’50 e ‘60, come Vertigo e La ciociara.

Il materiale più consistente documenta però la produzione cinematografica degli anni ’80 e ’90, specialmente quella italiana (è il caso di Federico Fellini, Bernardo Bertolucci, Nanni Moretti) e statunitense. Del cinema statunitense sono emerse alcune piccole gemme: alcune immagini dei capolavori di Stanley Kubrick, il pressbook di Fuoco cammina con me, gli scatti di David Bowie sul set con David Lynch, con Pieraccioni.

Fra gli altri, poi, compaiono le foto di alcuni intramontabili capolavori, come: Bronx (Robert De Niro, 1993), Arizona Junior (fratelli Coen 1987), C’era una volta in America (Sergio Leone,1984), Blade Runner (Ridley Scott, 1982), La cosa (John Carpenter, 1982), Il grande uno rosso (Samuel Fuller, 1980), Frenzy (Alfred Hitchcook, 1972), L’uomo che sapeva troppo (Alfred Hitchcook, 1956), L’ultimo imperatore (Bernardo Bertolucci, 1987), Novecento (Bernardo Bertolucci, 1976), Bianca (Nanni Moretti, 1984), Nostalghia (Andrej Tarkovsky, 1983) e tanti altri.


Queste fotografie, oltre a raccontare una grandiosa epoca del cinema mondiale e i suoi protagonisti, raccontano anche un modo di fare critica e giornalismo che ormai non esiste più: gli uffici stampa delle grandi produzioni organizzavano infatti una comunicazione davvero molto efficace per l'uscita di un film, in cui la fotografia era il principale biglietto da visita poiché permetteva ai giornalisti, dotati di foto di grandissimo pregio, di "bucare" i giornali.

Queste fotografie, inoltre, sono in perfetta linea con le foto già conservate e raccolte dalla Cineteca fra gli anni '50 e gli anni '70, sempre attraverso gli uffici stampa delle grandi Major: l'archivio, così, si amplia fino a raggiungere l'incredibile cifra di un milione di fotografie, un traguardo di cui siamo davvero orgogliosi. Queste preziose donazioni, che arrivano da persone note del mondo dello spettacolo ma anche da privati, hanno permesso alla Biblioteca di Morando di diventare un centro di studio sempre più articolato; da una parte, queste immagini, saranno molto preziose per documentare percorsi di studio, dall'altra - al fine di valorizzarne la qualità e il pregio - saranno un'occasione straordinaria non solo appunto di arricchire il proprio archivio, ma anche di creare rassegne cinematografiche e mostre legate a queste fotografie e ai suoi protagonisti.

Un'ennesima e importante rivincita della carta stampata, dunque, e dell'analogico, che ci fa voltare al passato con speranza e orgoglio.

20/07/2018, 16:24