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Note di regia di "La Profezia dell'Armadillo"


Note di regia di
Emanuele Scaringi
I trentenni non esistono più, come gli gnomi, il dodo e gli esquimesi. Adesso c’è l’adolescenza, la post-adolescenza e la fossa comune. I trentenni sono una categoria superata, a cui ci si attacca per nostalgia, come il posto fisso.” La generazione di Zero è cresciuta negli anni Novanta quando i trentenni erano visti come degli adulti, persone salde con un preciso posto nel mondo. Oggi che è diventato trentenne si trova sospeso in un limbo. Come tanti suoi coetanei la vita non è molto cambiata dalla fine della scuola. In bilico fra un lavoretto e l’altro, alcuni costretti a vivere con i genitori, altri a reinventarsi continuamente. Fuori dai cicli della produzione. Vive a Rebibbia, Tiburtina Valley, un quartiere da cui si parte ma difficilmente si arriva. Di cui si parla solo quando balza agli onori delle cronache. Ma non lo dobbiamo immaginare solo come un grande quartiere dormitorio, a Rebibbia la gente ci lavora, si sposa, ci cresce e a volte ci muore anche. Sono i luoghi abitati dalle persone normali quelli che mi interessano. Uno squarcio di città inusuale, non il centro da cartolina, dove Zero e Secco si rifiutano di andare, ma una metropoli del mondo dove le classi sociali si mescolano.
La Profezia dell’Armadillo è anche un piccolo omaggio all’universo narrativo con cui è cresciuta la generazione di Zero e Secco. Film come i Goonies o Stand by me. L’Armadillo è il nostro Gremlin.

Emanuele Scaringi