Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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LIDIA VITALE - "Provai da Boncompagni, ma ero una campana"


Protagonista del corto di Marco Mingolla che si ispira alle ragazze di "Non è La Rai" nei primi anni '90. Con Blu Yoshimi. Già al Riff ora al L.A. CineFest


LIDIA VITALE -
Lidia Vitale nella locandina di "Soubrette" di Marco Mingolla
Nasce come esame di diploma alla Film Academy di Cinecittà ma "Soubrette", cortometraggio di Marco Mingolla, favola amara sull’ossessione all’apparire, va oltre le mura accademiche e dopo aver partecipato a Festival Italiani come il RIFF a Roma, viaggia oltreoceano e atterra al Los Angeles CineFest per la serata conclusiva che si terrà il 27 Gennaio.

"Soubrette" è interpretato da Lidia Vitale (La meglio gioventù, I nostri ragazzi, Suburra, The start Up) Blu Yoshimi ( Piuma), e racconta come la ricerca della notorietà ad ogni costo, il bisogno del consenso e dell’approvazione degli altri, nasconda in realtà una profonda insicurezza. Il corto si ispira alla gaffe che Antonella Elia fece, durante una puntata di Non è la Rai negli anni 90, a margine del cruciverbone. Quando per commentare il suo modo goffo di ballare si definì handicappata. Una frase che gelò i presenti, tanto da farla scoppiare in lacrime. Un modo per raccontare come la ricerca dell’apparire e della popolarità nata quasi dal nulla, oggi sia degenerata in un sentimento decisamente più ossessivo.

"Credo che quello fu l’inizio di una legittimazione ulteriore all’uso ed abuso del femminile in televisione" ci racconta Lidia Vitale "Non ci dimentichiamo che poco dopo arrivò in tv Flavia Vento che interveniva in trasmissione da sotto una scrivania. Però devo ammettere che anch’io feci il provino per Non è La RAI… ma ero una campana e soprattutto non mi volli togliere la giacchetta e fui scartata".

Nel ruolo della Soubrette da giovane c’è sua figlia Blu Yoshimi. Come vi siete preparate?
"Blu ed io ci stimiamo moltissimo dal punto di vista lavorativo e ne condividiamo “l’ossessione” e la preparazione. Nello specifico di Soubrette ci siamo date poche indicazioni: il bisogno di riconoscimento del personaggio, da cui è venuto fuori un gesto psicologico di cui andiamo molto fiere. Entrambe ci impegniamo a mantenere per quanto ci sia possibile una qualità alta del lavoro".

Come si è trovata diretta da un giovanissimo regista alla prima esperienza? Gli ha dato fiducia.
"Sono Buddista da quasi 30 anni: è fondamentale per me sostenere i giovani oggi. Loro sono il nostro futuro. Marco Mingolla dal canto suo è dotato di gran talento. E’ capace di ascoltare i suggerimenti. I corti sono un terreno di sperimentazione sempre fertilissimo. Ancora oggi fatico a trovare in Italia ruoli femminili a tutto tondo che spesso invece un cortometraggio mi permette di affrontare".

Ultimamente si è misurata con la regia, ruolo ancora ostico per una donna.
"In Italia qualunque ruolo è ancora difficilissimo da ricoprire per una donna. Dentro e fuori dal nostro business. Nel mio ultimo cortometraggio Tra Fratelli, che ho anche prodotto oltre che scritto e diretto, sempre con mia figlia Blu Yoshimi protagonista, mi sono sfidata a mettere su una squadra al 90% femminile. Gli uomini che ci sono stati, sono stati messi a supporto di tutti capi reparto donne e sono stati bravissimi. Credo che in questo momento l’unica vera politica che si stia portando avanti in tutto il mondo sia proprio quella femminista. Noi italiane a mio avviso dobbiamo ancora imparare ad essere più coese e solidali tra noi".

11/01/2019, 14:12

Natalia Giunti