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IL PRIMO RE - Nel Lazio antico verso i Sette Colli


Romolo e Remo nella fase di creazione della comunità che scelse di allontanarsi dalle zone collinari e protette per andare ad occupare le sponde del Fiume tevere pericoloso ma ricco dove sorgerà la città eterna. Il film di Matteo Rovere è da premiare per originalità e sforzo produttivo. Con Alessandro Borghi e Alessio Lapice sarà nei cinema dal 31 gennaio con 01 Distribution


IL PRIMO RE - Nel Lazio antico verso i Sette Colli
Alessio Lapice è "Il Primo Re"
Quella di Romolo e Remo è una leggenda, ma da questa comincia il racconto che Matteo Rovere rende storia. Non ci sono le inutili sequenze della lupa, la prostituta che sfamò e adotto i gemelli abbandonati dalla madre fatta prigioniera che vediamo in un unico flash back brevissimo. Poi "Il Primo Re" segue le vicende a ridosso della fondazione della città eterna, mostrando la durissima vita del selvaggio Latium dell’800 a.C., con il Fiume che, non ancora incanalato in argini e muri, era fertile richiamo per pastori e contadini ma anche costante minaccia di disastri.

La leggenda dei gemelli è mondata degli orpelli glorificatori, ben inserita nel contesto storico ricostruito attraverso gli scritti successivi e dai ritrovamenti archeologici. La violenza ci sta tutta, ma soprattutto la mancanza di quella “pietà” che è ben lontana dal farsi largo negli spiriti semplici degli abitanti del Lazio. La città non c’è ancora, il Fiume che lambisce i sette colli fa paura, i villaggi si moltiplicano e fioriscono nelle zone più alte, collinari, distanti da paludi e acquitrini. Ma è quel pezzo di terra ad attirare Romolo, Remo e il loro gruppo di pastori-guerrieri che si trascinano dietro donne e ragazzi dei villaggi vinti lungo il cammino. Un pezzo di terra vicino al Fiume che, evitato da tutti, loro scelgono con coraggio e lungimiranza per fondare il loro nuovo villaggio.

"Il Primo Re" è un film convincente, a cominciare dalle interpretazioni dei due attori principali Alessandro Borghi (Remo) e Alessio Lapice (Romolo) fino ad arrivare ai personaggi secondari, giusti nei volti e nelle espressioni. Anche lo sforzo produttivo sembra importante, con le ricostruzioni semplici ma ben fatte di scene e costumi. Quello che in alcuni momenti manca è l’aspetto empatico. La storia sembra svolgersi in un periodo di tempo molto concentrato e questa rapidità temporale non concede, sia al pubblico sia agli stessi personaggi che li circondano, il giusto tempo per affezionarsi alla coppia protagonista, assottigliando l’aspetto eroico ed epico delle vicende.

25/01/2019, 13:16

Stefano Amadio