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LA FUGA (GIRL IN FLIGHT) - Al cinema dal 7 marzo


Opera prima della regista Sandra Vannucchi con Donatella Finocchiaro e Filippo Nigro, che interpretano i genitori della giovane protagonista, l'undicenne Lisa Ruth Andreozzi.


LA FUGA (GIRL IN FLIGHT) - Al cinema dal 7 marzo
La Fuga
La Fuga”, opera prima della regista Sandra Vannucchi, candidata all’Efa Young Audience Award 2018, arriva nelle sale dal 7 marzo 2019 distribuito da Lo Scrittoio.

Film indipendente, low budget, girato tra la Toscana e Roma, “La Fuga” vede come protagonisti due attori noti al grande pubblico: Donatella Finocchiaro - fresca di Premio FICE 2018 per le sue numerose e significative interpretazioni in film d’essai - e Filippo Nigro, che interpretano i genitori della giovane protagonista, l'undicenne Lisa Ruth Andreozzi.

La pellicola sarà presentata in anteprima al Sudestival in Puglia il prossimo 1 marzo.

Il film racconta di Silvia, una bambina di undici anni curiosa e vivace, che vive una situazione familiare complessa, segnata dalla depressione cronica della madre e dalle continue incomprensioni e difficoltà di comunicazione con il padre. La malattia della madre rende estremamente fragili gli equilibri nei rapporti tra genitori e figli. Sogni e aspirazioni di questi ultimi, anche molto semplici, restano inascoltati in una quotidianità in cui ciascuno appare concentrato principalmente su se stesso e i propri problemi. Silvia ha il grande desiderio di visitare Roma, ma in famiglia resta sempre inascoltata; capendo che nessuno le permetterà di realizzare il suo sogno decide di scappare, determinata a visitare la città per conto proprio. Durante il viaggio in treno incontra una ragazza rom, Emina, con cui instaura subito un forte legame di amicizia. La fuga di Silvia si rivelerà così capace di innescare un processo di crescita e di trasformazione in Silvia stessa e in tutti coloro che la circondano.

"L’opera" - ha spiegato la regista -" è ispirata da una storia vera; si basa infatti, in parte, sulla mia esperienza personale. Il mio intento era quello di esplorare il modo in cui una bambina interagisce e tenta di rapportarsi con la profonda sofferenza di una persona amata. Volevo mostrare le emozioni, le reazioni psicologiche e la vita immaginaria di una bambina che soffre per quel muro al quale ci si trova di fronte quando una madre soffre di depressione cronica, ma al contempo una storia che lasciasse trapelare la speranza di un futuro migliore e l’amicizia che può nascere tra due ragazzine di culture diverse che si incontrano".

20/02/2019, 08:04

Simone Pinchiorri