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MENTRE TE NE VAI - Un corto sul DIPG, rara forma di cancro


Un'opera di Leonardo Barone e Maricla Pannocchia per sensibilizzare la popolazione verso una malattia poco conosciuta, che colpisce solitamente i bambini tra i 4 e gli 11 anni.


MENTRE TE NE VAI - Un corto sul DIPG, rara forma di cancro
Mentre te ne vai
Il DIPG (glioma diffuso intrinseco del ponte) è una rara forma di cancro che colpisce solitamente bambini tra i 4 e gli 11 anni e per il quale, a differenza di altri tumori, non esiste nessun tipo di cura né alcuna probabilità di sopravvivenza. Il cortometraggio Mentre te ne vai, diretto dai registi Leonardo Barone e Maricla Pannocchia, è una pubblicità sociale volta a sensibilizzare il pubblico nei confronti di questa terribile malattia e ad invitarlo a supportare la causa di cui si fa portavoce.

Il cortometraggio cerca volutamente, a partire dal titolo, di far leva sul lato emotivo anche se, ovviamente, il tema stesso da sé non può che smuovere vigorosamente le emozioni. Il nome inglese The child who fades away, ancora di più di quello scelto per il pubblico italiano, riesce a comunicarci il dolore e lo stato d’animo di quei genitori che si vedono scivolare via dalle braccia i loro bambini per colpa della malattia. Un altro momento importante per creare un coinvolgimento empatico con la sofferenza di chi è vittima del DIGP è la scena centrale. Vi è una bambina che, tirando fuori da una scatola gli oggetti simbolo degli istanti più significativi della sua esistenza, rievoca i ricordi ad essi legati in un rapido viaggio dall’infanzia fino alla sua vecchiaia. La bambina, però, non cresce di pari passo con ciò racconta ma è come cristallizzata nel tempo. Ciò che si dipana sulla pellicola attraverso le parole della bimba non è altro che la storia di una vita che avrebbe dovuto essere vissuta, ma di cui la malattia ne ha determinato troppo prematuramente la fine.

"Mentre te ne vai" non mira ad essere una produzione elaborata o ad avere una narrazione drammatica in stile “hollywoodiano”. La ragione risiede nel fatto che, come ho detto all’inizio, questo film è una pubblicità progresso che nasce da uno scopo preciso che non è quello di fare intrattenimento, ma di ottenere dei risultati in termini di visibilità e di finanziamenti per la ricerca alla lotta contro il DIPG. Senza dubbio il cortometraggio, per come è stato realizzato, riesce a catturare con estrema forza la nostra attenzione e a spingerci nella direziona che si era proposto: sensibilizzarci e coinvolgerci nella lotta a questa raro tipo di cancro.

22/03/2019, 17:05

Gabriele Nunziati