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BIENNALE ARTE 58 - Ozpetek, "Mondo cane" e tutto il cinema che c'è


BIENNALE ARTE 58 - Ozpetek,
Venetika
Biennio dopo biennio, la quantità di video presenti tra le opere esposte alla Biennale d'Arte di Venezia cresce in modo sostanzioso. Impossibile, in questo contesto, sarebbe elencare i tantissimi contatti con il mondo del cinema (dalle opere fotografiche di Apichatpong Weerasethakul al video "Heirloom", interpretato da Hiam Abbass, per citarne due), ma due tra le tante meritano un approfondimento per i loro collegamenti con il cinema italiano.

Spicca tra i tanti il padiglione del Belgio, citato da molte fonti come uno dei più interessanti dell'edizione numero 58, il cui titolo - "Mondo Cane" - cita esplicitamente il controverso documentario di Gualtiero Jacopetti, Paolo Cavara e Franco Prosperi.
Jos de Gruyter & Harald Thys, gli artisti cui il padiglione è stato affidato, hanno costruito un mondo immaginario popolato da personaggi-pupazzi, dividi tra coloro che sono accettati dalla società e coloro (solo perché più strani o più sfortunati) vengono rinchiusi in prigione ed emarginati. Il film-documentario del 1962 è una dichiarata - anche se non così evidente, se non per il titolo - ispirazione.

Il cinema italiano è protagonista con il cortometraggio "Venetika", diretto da Ferzan Ozpetek e interpretato da Kasia Smutniak per il padiglione Venezia, tra i più sorprendenti e originali di quest'anno.
Realizzato su tre canali posti in modo da avvolgere lo spettatore, il corto vede l'attrice immersa in una piscina, comparire e scomparire a pelo d'acqua, "schermo" su cui si alternano meravigliose immagini di Venezia.
L'effetto del triplice movimento (la città, l'acqua, l'attrice-sirena) è amplificato da un raffinato gioco di suoni e musica, in cui il canto e le note appaiono e scompaiono (solo unendo l'ascolto in cuffia a quello in cassa si riesce a cogliere nel suo totale).
Lavoro elegante e incisivo, impossibile da dimenticare.

25/08/2019, 11:48

Carlo Griseri