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PIU' DE LA VITA - L'arte secondo Michele Sambin


Il documentario di Raffaella Rivi, con Michele Sambin e Pierangela Allegro, uscirŕ nelle sale dal 7 ottobre. Un biopic su un artista che č egli stesso arte


PIU' DE LA VITA - L'arte secondo Michele Sambin
"Piu' de la vita" di Raffaella Rivi
Un docu-film, in cui si esplora l’opera dell’artista veneto Michele Sambin che interpreta se stesso, raccontando come nel corso di quasi quarant’anni di lavoro, abbia potuto esplorare le molteplici forme d’arte esistenti: da quella di pittore e scultore a quella di musicista passando per quella di attore e di regista.

Una infinitŕ di sfaccettature compongono il prisma della sua opera artistica, il suo intento č quello di “creare un mondo a parte”, lavorando sul mondo del suono e delle immagini. Nel viaggio tra passato e presente, rivediamo il protagonista in vecchi filmati di repertorio, mentre da giovane sperimenta nuove forme di arte visiva, i primi film a 16mm, videoarte in analogico, pittura digitale, composizioni musicali con clarinetto, violoncello, tubi di gomma, alberi, oggetti, attori, insomma quattro decenni di arte incentrata su di una “poetica diversa, nuova ed esplorativa, nel tentativo di dare forme all’inespresso”, in cui “ il suono racconta le immagini e le immagini raccontano il suono”.

Mette in scena spettacoli creando una compagnia di teatro sperimentale il Tam Teatromusica, prima itinerante poi stabile a Padova, un luogo adatto alla creativitŕ, alla disciplina al duro lavoro e alla sperimentazione dell’ignoto, il cui fondamento č quello di “essere teatro e non fare teatro”. Dice Sambin “Non sono gli strumenti che fanno l’opera, ma l’importante č comunicare l’idea… che č poi quello che cerco ancora”, confessando la sua essenza di coraggioso esploratore.

Struggente e intenso il suo pezzo “se san sebastiano sapesse” del 1984 un assolo per violoncello e frecce in cui le sofferenze del santo trafitto prendono vita nelle grida delle corde torturate, graffiate da bastoncini lunghi come frecce, che suonano un tragico assolo di lutto e dolore. Bellissime le immagini di repertorio che ricordano i vecchi tempi del teatro sperimentale italiano. Dal poema del Ruzzante declamato dal padre, l’artista trae ispirazione declamando strofe che svelano il senso oscuro della vita.

Una lunga vita artistica, quella di Sambin, che non č certo sufficiente un solo film a raccontare; fortunatamente grazie alla regia di Raffaella Rivi, studiosa dei vari linguaggi dell’arte cinematografica e docente di Tecnica della Comunicazione, oltre che autrice di diversi cortometraggi, abbiamo la possibilitŕ conoscere a fondo.

La regista ha sicuramente contribuito a rendere fruibile e comprensibile l’immensa opera dell’artista, nonostante l’impossibilitŕ dichiarata di raccontare una vita un un’ora.

01/10/2019, 10:00