Arriva da Israele il vincitore del premio “Laceno d’oro” come Miglior Film della 44esima edizione del Festival del Cinema Internazionale di Avellino diretto da Antonio Spagnuolo: è “Thunder from the sea” di Yotam Ben-David. “Non è facile trovare un giovane cineasta che filmi con intelligenza l'eccessiva velocità del mondo di oggi. - Si legge nella motivazione - Con una luce essenziale, è riuscito a far diventare grandiosa la nostalgia di un ventenne per i suoi 15 anni. Oltre a questo, il modo con cui ha utilizzato la luce è qualcosa di nuovo per il cinema contemporaneo: la luce diegetica dunque trova la verità”. Il film, che si aggiudica il premio di Euro 3.000, è ambientato tra le colline di Israele, tra il giorno e la notte, tre amici di lungo corso si ritrovano tra ricordi di infanzia e storie dell’età adulta, dove qualcosa è andato ineluttabilmente perso per sempre. Menzione speciale Zumiriki di Oskar Alegria “per il modo in cui ha filmato un viaggio nell'isola della sua infanzia, un luogo oggi invisibile dove, a differenza di Robinson Crusoe, ha provato a riscattare la propria felicità”. I lavori sono stati scelti dal presidente di giuria, il regista portoghese João Botelho, con il critico cinematografico Cecilia Ermini e il regista Simone Manetti.
Per la sezione documentari vince il “Laceno d’oro doc”, “Non è sogno” di Giovanni Cioni a cui va un premio di Euro 1.500. Un film nel film, sviluppato intorno alle prove di alcuni dialoghi fra Totò e Ninetto Davoli in “Cosa sono le nuvole” di Pasolini e frammenti de “La vita è sogno” di Calderon de Barca. Queste prove interpretate, ripetute, con i ciak, con ciò che accade fuoricampo, diventano gli innesti di racconti e sogni, messaggi e canti, dispute sulla condizione umana che parrebbero teatrali salvo che sono veridiche e filosofiche come una fiaba. Menzione speciale a “Maelstrom” dell’olandese Misja Pekel. In giuria i registi Erika Rossi e Lo Thivolle, e il critico cinematografico Matteo Berardini.
Il vincitore della categoria “Gli occhi sulla città” dedicata ai cortometraggi è lo svizzero “L’azzurro del cielo” di Enea Zucchetti. Una città silente, misteriosamente priva d’abitanti, è attraversata da un uomo giunto da un paese lontano. Le architetture anonime che compongo il paesaggio urbano lo guidano in uno spazio inaccessibile, il cimitero cittadino, che lo farà riflettere sulla propria identità. Menzione speciale a “The places from where I write you letters” della regista croata Nikolina Bogdanović. Il vincitore dei corti, a cui va il premio di Euro 1.500, è stato scelto da una giuria composta dal direttore della fotografia Ferran Paredes Rubio, dallo scrittore e filmmaker Daniele Ietri Pitton e Vincenzo Madaro, direttore artistico di “Vicoli Corti”.
Il “Premio del pubblico”, con una votazione degli spettatori all’uscita delle sale, è stato attribuito al film italiano “America” di Giacomo Abbruzzese. Storia di Claudio, nato in Grecia, cresciuto a Venezia, sposato a Taranto e assassinato a New York dopo aver inseguito il sogno americano per vent’anni. Giacomo Abbruzzese ripercorre la storia di suo nonno, facendo immergere lo spettatore nella New York degli anni 60 e l’atmosfera dei film gangster sulla musica di Billy Joel, svelando il ritratto di un uomo che nessuno ha mai davvero conosciuto. “Premio del pubblico” per la sezione di “Spazio Campania”, vetrina delle produzioni del territorio, a “Tutte le strade” di Sam Di Marzo.