Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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VILLETTA CON OSPITI - La provincia ricca e senza morale


Il film di Ivano De Matteo ammina tra diversi generi, dalla denuncia sociale alla commedia per finire nel noir e nel thriller. Una panoramica su una provincia dove tutti hanno qualcosa da nascondere. Con Marco Giallini, Michela Cescon, Vinicio Marchioni, Massimiliano Gallo, Erika Blanc e Bebo Storti. In sala con Academy Two dal 30 gennaio


VILLETTA CON OSPITI - La provincia ricca e senza morale
Marco Giallini e Bebo Storti in "Villetta con Ospiti"
Un film a scarto ridotto, piccolo come la provincia di cui parla. Ivano De Matteo riesce a mettere insieme un buon cast, in grado di garantire qualità e botteghino, ma, in coppia con Valentina Ferlan, non scrive una sceneggiatura in grado di graffiare e di stupire.

I due autori ci provano, mostrano i mali di una provincia ricca e distratta, capace di creare denaro ma soprattutto insoddisfazione, senza però andare oltre il luogo comune, senza togliere il coperchio, come fece Germi con "Signore e Signori", da una pentola che ribolle, lentamente ma senza sosta, di vizi e deviazioni. In "Villetta con Ospiti", tutto sembra preso in prestito da un film che abbiamo visto, da un talk show a cui abbiamo assistito, da discorsi interessanti ma già affrontati a cui il film non riesce a dare un senso nuovo.

E allora c’è il padrone (Marco Giallini) cinico e con amante, c’è sua moglie (Michela Cescon) irrisolta e alle prese con gli psicofarmaci e con un’interpretazione molto personale della fede e del suo sacerdote (Vinicio Marchioni); c'è la figlia adolescente (Monica Billiani) sempre pronta ad essere contro tutto e tutti, e ci sono gli immigrati dalla Romania, madre cameriera onesta e lavoratrice e figlio ventenne che odia l’Italia e una situazione opprimente e subordinata.

Queste le pedine su una scacchiera di paese dove qualcosa non torna, come l’onnipresenza del poliziotto “cattivo” (Massimiliano Gallo) sempre in giro (in borghese) come a voler suggerire l’esigenza di sicurezza di alcune realtà ossessionate da una delinquenza più sbandierata dai politici per fini propagandistici che reale.

Gli elementi ci sono tutti ma gli sceneggiatori sembra che si siano fermati ad individuarli, tracciando una storia esile e disegnando dei personaggi senza forma, abbozzati in situazioni prevedibili e con dialoghi che non aiutano gli attori a dar loro carattere.

21/01/2020, 16:51

Stefano Amadio