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L'ISOLA DI MEDEA - Il 13 febbraio al Cineclub Bellinzona di Bologna


L'ISOLA DI MEDEA - Il 13 febbraio al Cineclub Bellinzona di Bologna
Poco più di cinquant’anni fa, il 28 dicembre 1969, usciva nelle sale italiane il film “Medea” di Pier Paolo Pasolini, girato fra la laguna di Grado, Anzio e la Cappadocia. Su quel set si conobbero lo scrittore-regista più scomodo e provocatorio del momento e la cantante lirica più acclamata del mondo: Pier Paolo Pasolini e Maria Callas. Oggi riemerge, attraverso i ricordi e gli aneddoti degli amici più cari e di chi partecipò a quel film, il racconto di un amore obliquo: imprevedibile perché impossibile, eppure tangibile nell’interazione che per quasi due anni dalle riprese di “Medea” raccolse in un abbraccio Maria Callas e Pier Paolo Pasolini. “L’isola di Medea”, il documentario scritto e diretto da Sergio Naitza, prodotto da Karel – Lagunafest, intreccia le voci dei protagonisti di quel set e di tanti testimoni di quell’incontro speciale fra due grandissime personalità culturali dello scorso secolo. Appuntamento giovedì 13 febbraio 2020 sugli schermi del Cineclub Bellinzona di Bologna, per una duplice proposta, incontro e proiezione: alle 20.45 il talk che vedrà protagonisti il regista del film, Sergio Naitza, lo storico del cinema Roberto Chiesi, Direttore del Centro Studi Pier Paolo Pasolini della Fondazione Cineteca di Bologna e Nadia Stancioff, che per dieci anni fu assistente personale e amica di Maria Callas, e la seguì sul set di “Medea”. All’incontro farà seguito la proiezione del film. Il biglietto è ridotto per gli studenti dell'Alma Mater, soci Coop, possessori di Card Cultura del Comune di Bologna, abbonati Arena del Sole, tesserati associazione Metro-Polis, e AssoDoc. Info cineclubbellinzona.altervista.org

“L’isola di Medea” si apre con i ricordi di Ninetto Davoli, l’artista che, giovanissimo, condivise con Pasolini momenti privati e artistici; via via scorrono le testimonianze di chi fu su quel set: come i costumisti Piero Tosi e Gabriella Pescucci, l’attore Giuseppe Gentile scelto da Pasolini per il ruolo di Giasone, a all’epoca campione olimpionico di salto triplo. E ancora, l’attrice Piera Degli Esposti che debuttò con “Medea” nel ruolo di ancella, la scrittrice Dacia Maraini - che insieme a Pasolini, Moravia e Callas fece due lunghi viaggi in Africa. Accanto ai ricordi di Nadia Stancioff e Roberto Chiesi affiorano le memorie dello scenografo Dante Ferretti: «sul set con Pasolini ci siamo sempre dati del lei. Il suo rapporto con Maria Callas andava avanti con una forte amicizia, sembravano due innamorati ed era bello vedere questo risvolto di Pier Paolo. Anche dopo le riprese e la sera stavano insieme: si vedeva che Pasolini era molto toccato da questo probabile, impossibile amore ... A Pier Paolo Pasolini devo tutto: mi ha aiutato a maturare nel lavoro e a crescere come persona, mi ha dato fiducia chiamandomi per fare “Medea”, uno dei ricordi più belli della mia vita».

L’isola di Medea” è un film realizzato con il sostegno del produttore associato Erich Jost, per la fotografia di Luca Melis e con il montaggio a cura di Davide Melis. Premio Fellini per la migliore regia al Tiburon Film Festival - California, “L’isola di Medea” è stato proiettato al 23* Athens international Film Festival nella Danaos Hall. I disegni animati dell’artista Davide Toffolo, illustratore notissimo oltre che rocker celebrato e le musiche di Marco Rocca scandiscono “L’isola di Medea”, sul filo rosso dell’epistolario fra Maria Callas e Pier Paolo Pasolini, intrecciato in seguito al loro incontro speciale sul set del film. Callas e Pasolini seppero creare un rapporto artistico e umano profondo, delicato e speciale. Il documentario indaga su un momento particolare della vita della “divina” Callas: il film “Medea” fu la sua prima e unica prova d’attrice al cinema, un momento di riscatto contro l’umiliazione subita da Onassis e un mettersi alla prova poiché come cantante d’opera era ormai al tramonto, mentre l’incontro con Pasolini, uomo colto e sensibile, le diede nuova forza e linfa artistica. Da quel set nacque una tenera amicizia e, in Maria, una visione d’amore illusoria e irraggiungibile. Alcuni frammenti delle lettere e poesie che il regista e la cantante si scambiarono, letti da voci off, diventano immagine viva grazie alle illustrazioni di Toffolo, e segnano come capitoli il documentario, approfondendo i dettagli di un rapporto delicato e sincero.

10/02/2020, 12:38