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CINEMA, DOMANI - Alessandro Grande, regista e sceneggiatore


"Apprezzeremo ciò che finora sembrava scontato": intervista sui possibili scenari futuri per il cinema italiano, dopo il lungo stop causato dall'emergenza Covid-19.


CINEMA, DOMANI - Alessandro Grande, regista e sceneggiatore
Prosegue l'inchiesta di Cinemaitaliano che esplora, attraverso le parole di diversi operatori della filiera cinematografica, i possibili scenari che potrebbero coinvolgere il mondo del cinema in Italia.
Ne abbiamo parlato con Alessandro Grande, regista e sceneggiatore attualmente impegnato nella post produzione della sua opera prima "Regina", prodotta da Bianca srl e Rai Cinema, con il contributo del Mibact e il sostegno della Calabria Film Commission.

Come stai vivendo questo difficile momento, e a livello creativo ti sta in qualche modo stimolando?
E’ sicuramente doloroso, ma dopo questa situazione potremmo apprezzare ancora di più le possibilità che abbiamo avuto fino ad oggi e che spesso abbiamo dato per scontato. Più che essere stimolato, cerco di impegnare il tempo, anche se l’umore non è sempre sereno. Recupero film e serie che ho perso, scrivo tanto.

Dopo il trionfo ai David di Donatello con il corto "Bismillah", nell'ultimo anno sei tornato dietro alla macchina da presa per la tua opera prima, "Regina". In attesa di vederlo sul grande schermo, ma senza fare "spoiler", puoi raccontarci qualcosa?
Regina (Ginevra Francesconi) ha 15 anni e vive con suo padre Luigi (Francesco Montanari), insieme hanno già dovuto metabolizzare un lutto che ha rafforzato il loro legame, rendendolo ancora più speciale. L’imprevedibilità della vita li metterà nuovamente a dura prova e a causa di un episodio ognuno si ritroverà a vivere con un bisogno diverso.

A quanto pare vedremo Francesco Montanari in un ruolo più drammatico e "problematico", lontano da certi personaggi esplorati nel cinema e nella serialità televisiva...
Francesco interpreta il ruolo di un padre premuroso dal passato irrequieto, ancora incapace di diventare uomo e prendersi le proprie responsabilità fino in fondo. Quando la vita lo metterà alle strette, per lui sarà la prova decisiva per non perdere tutto ciò che ha, sua figlia. Il film è un percorso di crescita non solo per Regina, ma anche per Luigi.

Se il sistema distributivo dovesse rapidamente cambiare, e si decidesse di andare nella direzione delle piattaforme VOD in sostituzione della sala, come vivresti il passaggio?
“Il fascino e il potere che ha la sala cinematografica non potrà mai essere sostituito”. Questa frase che abbiamo sentito spesso, rappresenta il mio pensiero. Tuttavia, dobbiamo anche essere capaci di adeguarci a ciò che verrà e le piattaforme, in questo preciso momento storico, potranno essere senz’altro un bene prezioso per la divulgazione di arte e cultura.

Pensi che, superato questo periodo, il mondo del cinema, dalla produzione fino alla fruizione stessa dei film, è destinato a mutare?
E’ una domanda troppo difficile e nessuno può dire con certezza come reagiremo dopo questo periodo. Mi piace pensare che, stanchi di questa quarantena, riprenderemo a frequentare cinema, teatri, musei in maniera ancora più assidua e che non prenda il sopravvento l’abitudine di usufruire solo dell’on-demand. Alcuni prodotti filmici hanno bisogno di un’esperienza visiva che solo la sala può offrire.

26/03/2020, 16:00

Antonio Capellupo