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Note di regia di "Abbi Fede"


Note di regia di
"Abbi Fede" è una favola grottesca sulla sfida più antica del mondo; quella tra bene e male. La mia intenzione è quella di raccontare questa lotta anche e soprattutto con un particolare utilizzo della luce. Per buona parte della storia Adamo è un personaggio negativo e ho voluto sottolineare questa sua caratteristica tratteggiandolo con ombre nette e con forti contrasti sul volto . I suoi fondi sono sempre scuri e spesso entra in scena , o ne esce , passando per zone d’ombra : le tenebre che si porta dentro e che sembrano inghiottirlo o rigettarlo a seconda della situazione. Nel riprenderlo abbiamo giocato con la prospettiva, inquadrandolo un po’ dal basso, per suggerire un’immagine tutta d’un pezzo, come fosse uno di quei busti che rappresentano i dittatori. Al tempo stesso Padre Ivan, certo della sua fede , è caratterizzato da una fotografia con toni chiari, quasi senza contrasto e con fondi rassicuranti, e saltati – fin quando il suo mondo non è messo in discussione – dalla profondità di campo che rende tutto visibile. Tutto , fuori e dentro di lui , deve suggerire allo spettatore la quiete, l’equilibrio, la sicurezza. Per usare dei riferimenti più precisi posso dire che per Adamo abbiamo realizzato una fotografia che si ispira alle “Pitture Nere” di Francisco Goya ; e per Padre Ivan ci siamo rifatti alle illustrazioni di Norman Rockwell . Due mondi distanti e inconciliabili, proprio come i nostri due protagonisti. La certezza della fede di Padre Ivan è tradotta stilisticamente in inquadrature sempre ben equilibrate ; l’inquietudine di Adamo è invece espressa con la camera a spalla, per indurre lo spettatore a sentire il malessere la forza distruttiva che questo personaggio reca in sé . Questo , almeno , per la prima parte del film : poi , in maniera inattesa, lo scontro porterà i due a “contaminarsi” a vicenda e la situazione cambierà completamente. Come in un ipotetico incontro di boxe , infatti, proprio nel momento in cui sta per trionfare Adamo cambia, vacilla, capitola . A poco a poco il piccolo seme che faticosamente Padre Ivan ha provato a riporre in lui germoglia, facendo nascere al suo interno quel senso di responsabilità e partecipazione che fino a poco prima sembrava impensabile. Questo è il turning point del film . Il momento in cui i due protagonisti si scambiano il percorso e , con esso , gli stili di ripresa. Proprio perché il “contaminarsi” degli opposti è un sottotema della storia, anche per quanto riguarda il tono musicale il film è caratterizzato da scelte che possono essere definite agli antipodi tra loro. A un commento musicale “classico”, con esecuzioni di archi tese a rendere la solennità dello scontro tra bene e male , si affiancano canzonette di musica leggera , che conferiscono un a patina di normalità alla sgangherata comunità gestita da Padre Ivan, i cui ospiti – contrariamente a quello che pensa il prete – sono ben lontani dal salvarsi dalle sabbie mobili in cui si sono impantanate le loro vite. Vera e propria funzione narrativa ha pure la piccola comunità montana , incastonata tra le Valli dell’Alto Adige , che è a tutti gli effetti un personaggio. Come loro, mutevole. Con la sua chiesetta di legno fuori dal tempo e i boschi che la circondano , si presenta come un paesaggio incantato , capace di infondere pace e serenità. Con l’acutizzarsi dello scontro, specie quando il male sembra prendere il sopravvento, si fa ostile minaccioso , con i fulmini che squarciano gli alberi e il vento che sbatte le porte della chiesa , come volesse prendere a schiaffi la certezza della fede di Padre Ivan. In questo, i riferimenti alla Bibbia che ci sono in sceneggiatura trovano ampia corrispondenza. Così come nelle Sacre Scritture, anche qui la natura è chiamata a rappresentare l’ira divina di fronte alle nefandezze del genere umano. Ma proprio quando il male sembra aver trionfato la commedia grottesca ( un’altra contaminazione! ) si trasforma in favola e una sorprendente guarigione , che neppure la scienza è in grado di spiegare , salva Padre Ivan da una morte certa. Ha perduto la fede ma ha trovato un amico : Adamo. Come a dire che i miracoli avvengono non quando crediamo che possano realizzarsi, ma quando abbiamo creato le condizioni necessarie per ché avvengano! Ed è proprio in questo che risiede la forza di questa storia; nel ricordarci che la ricchezza nasce dal confronto, dalla perdita delle certezze. Dall’ascolto. Degli altri e di noi stessi. In un’epoca come quella che stiamo vivendo , in cui le differenze di credo e religione sono troppo spesso rimarcate col sangue, è un messaggio semplice ma rivoluzionario. E anche una piccola mela non appare più solo come un frutto o il simbolo del peccato originale, ma come l'inizio di una grande storia.

Giorgio Pasotti