Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia di "Fra due battiti"


Note di regia di
La ricerca di un senso lineare a volte può confondere molto più di quello che si pensa. È il primo lungometraggio che nella sua realizzazione non ci fa minimamente comprendere che film stiamo girando. Ogni giorno pensiamo che sarà quello seguente a darci delle risposte chiare e comprensibili sulla configurazione finale del film, ma questo non avviene. Così, giorno dopo giorno, ci godiamo la sua lenta realizzazione senza angoscia perché la produzione è consapevole della difficoltà di un progetto di questo genere. Non mi piace vedere il girato giornaliero che abbiamo realizzato perché non voglio tradire il film che ho in testa e che sono ansioso di vedere in sala. Il cast ci sta regalando momenti di grande emozione e sento che i confini tra i vari piani espressivi si stanno dissolvendo. È quello che desidero traspaia dal film: una completa distruzione dei piani mediali. La dimensione del film si dissolve nella nostra pratica di realizzarlo e noi stessi siamo in balia di questa frantumazione dei piani espressivi. Nel film cercheremo con tutti i mezzi di rompere la bidimensionalità dello schermo, e questo avverrà anche all’interno del film stesso: è il vero obiettivo del film. La storia, la vera storia, non è altro che la ricerca di se stessi nella grande messa in scena che è la vita, di cui il personaggio principale ne è convinto di poter gestire la potenzialità. Ma come avviene per chiunque, e noi che stiamo realizzando il film lo possiamo notare da un punto di vista privilegiato, non è possibile scorgere i confini tra la realtà e quella più vera ancora, molto semplicemente perché esistono tante realtà quante le persone che le possono vedere. Ed è per questo che il mio cuore batte a mille ogni giorno che mi “sveglio”, perché sto cercando di far vedere agli altri la mia realtà, quella che penso di vedere solo io. Non so quando riuscirò a farlo profondamente in un film, ma spero sarà questo, ad ogni modo non mi arrendo perché come dice il protagonista del film: «la vita è na roba troppo bella!»

Stefano Usardi