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BEATRICE AIELLO - Tra cinema e serie tv


Insieme a Paola Cortellesi nel quarto episodio della serie "Petra" nei panni di Amanda. Attrice ma anche autrice, con la direzione del corto "Lettera al Vento".


BEATRICE AIELLO - Tra cinema e serie tv
Beatrice Aiello
"Morte di carta" è il titolo del quarto episodio (lunedì 5 Ottobre) di PETRA, la nuova serie originale di Sky Atlantic, tratta dai romanzi di Alicia Gimenez- Bartlett (editi da Sellerio) e diretta da Maria Sole Tognazzi, in cui entra in scena per la prima volta Amanda, la giovane sorella dell’ispettrice Petra Delicato, (Paola Cortellesi) interpretata da Beatrice Aiello, 30 anni, attrice ed autrice fra i volti nuovi del cinema italiano.

"Nel libro Amanda è una donna disinibita, un po’ trasgressiva – ci racconta Beatrice Aiello - mentre nella sceneggiatura della serie è diventata l’opposto di Petra. Quanto una è emotiva, diretta, estroversa, tanto l’altra è indipendente e razionale. Per di più Amanda è sposata con figli, e vive a Roma mentre Petra, dopo due matrimoni falliti, vive sola, ed è completamente dedita al lavoro. Però sono sorelle che si vogliono molto bene ed hanno un rapporto di grande tenerezza".

Com’è stato lavorare con Paola Cortellesi?

"È stato bello e semplice, si perché Paola è molto diversa dall’ispettrice Petra della serie. E’ una donna simpatica, disponibile, alla mano e mi ha messo subito a mio agio. Ero un po’ in tensione, avrei voluto provare, ma i tempi di una serie sono frenetici. In più sono entrata quando loro venivano già da settimane di lavorazione a ritmi pesantissimi. Paola (Cortellesi) è stata molto dolce con me. E tutto è filato liscio. Mi sembrava di conoscerla da sempre, forse perché la seguivo dai tempi di Mai dire Gol.»

L’anno prossimo, invece, la vedremo al cinema.

"Certo! Mi vedrete in "Resilient", l’ultimo film di Roberto Faenza con Francesco Montanari e Laura Haddock e nel "Ritratto incompiuto di Clara Bellini" del regista albanese Namik Ajazi, in cui sono protagonista al fianco di Remo Girone e Antonio Kowdrin. Il film è ambientato durante la dittatura di Enver Hoxha, del quale ignoravo la storia. La polizia segreta e la censura sotto di lui erano durissime. Ed è stato molto forte per me, entrare dentro queste dinamiche".

Nel suo futuro c’è anche la regia?

"Spero di sì. Questa estate ho firmato insieme ad Alessandro Genitori ed Elis Karakaci, il cortometraggio" Lettera al vento", girato a Stromboli, che ha ricevuto il Premio Troisi all’ultima edizione di Mare Festival a Salina. Poi ho lavorato su un filmdoc incentrato sul Le donne di San Nicola che devo montare, e in futuro mi piacerebbe girare una favola nera".

05/10/2020, 08:00

La Redazione