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EFEBO D'ORO 42 - Presentato il programma


EFEBO D'ORO 42 - Presentato il programma
La 42a edizione dell'Efebo d'Oro, Premio Internazionale di Cinema e Narrativa, nato per sottolineare gli intensi rapporti di scambio tra cinema e letteratura e che nel corso degli anni è divenuto un vero e proprio festival di cinema e scrittura, si svolgerà online sulla piattaforma MYmovies dal 29 novembre al 5 dicembre 2020. 7 giorni di programmazione durante i quali saranno presentati 7 film tratti da opere letterarie in competizione per l'Efebo d'Oro, e 7 opere prime o seconde in concorso per l'Efebo Speciale.
Il Festival, inoltre, assegnerà due importanti riconoscimenti: il Premio Efebo d’Oro alla carriera – Banca Popolare Sant'Angelo, che quest'anno viene conferito ad Anna Bonaiuto, raffinata interprete del cinema e del teatro italiani - omaggiata con la proiezione della versione restaurata de "L'Amore Molesto" di Mario Martone (Italia, 1995) -; e il Premio Efebo d’Oro Nuovi Linguaggi - Città di Palermo, che sarà consegnato al videoartista Gianluca Abbate le cui opere, durante il Festival se ne presenteranno alcune, denotano una forte ricerca formale, un'estrema cura del dettaglio e una grande sensibilità poetica.

Efebo d’Oro per il Miglior Film tratto da un'opera letteraria
La sezione presenta opere assai diverse tra loro eppure legate, in modi trasversali e con approcci narrativi differenti, da tematiche ricorrenti: dal delicato e discreto rapporto omosessuale tra due anziani pensionati di Hong Kong, nel film "Suk Suk di Ray Yeung" (Cina, 2019, tratto dal libro Oral Histories of Older Gay Men in Hong Kong di Travis Kong) a un altro tipo di vecchiaia, quella sfruttata e avvilita dalla non accettazione sociale che attraversa il duro "Effetto domino", di Alessandro Rossetto (Italia, 2019, ispirato al romanzo omonimo di Romolo Bugaro), per arrivare, con "Je voudrais que quelqu'un m'attende quelque part" di Arnaud Viard (Francia, 2019, liberamente tratto dal libro omonimo di Anne Gavalda) a una complessa dinamica familiare legata alla vita contemporanea in un ambiente borghese.
La famiglia d’altronde attraversa, con i suoi altalenanti umori, molti dei film di entrambe le sezioni.
C’è poi l’approccio militante di Costa-Gavras, che con il suo "Adults in the Room" (Francia, 2019, tratto dal libro omonimo di Yanis Varoufakis), ci presenta una tragédie grecque des temps modernes con il suo stile dal forte ritmo narrativo: la complessa e drammatica vicenda di un intero popolo intrappolato dall’austerità imposta dalla Comunità europea. Con questo film l’autore greco, naturalizzato francese, continua a raccontare il potere e le crudeli ingiustizie che conseguono alla sua gestione spesso dissennata.
La realtà fa irruzione anche in "Soledad" di Agustina Macri (Italia, 2018, tratto dal libro Amore e anarchia di Martín Caparrós) in cui la vera storia dell’argentina Maria Soledad Rosas diviene emblema, ancora una volta, delle storture cui può giungere un sistema imbevuto di rigide prevenzioni.
Ancora una storia vera e ancora ingiustizie, seppur legate al feroce razzismo subito dalla gente di colore nel Sud Africa negli anni '70 del secolo scorso, in P"oppie Nongena" di Christiaan Olwagen (Sud Africa, 2020, tratto dal libro The Long Journey of Poppie Nongena di Elsa Joubert, celebrata scrittrice sudafricana deceduta nel giugno di quest’anno).
Infine "Cercando Valentina - Il mondo di Guido Crepax" di Giancarlo Soldi (Italia, 2019, ispirato alla vita e alle opere di Guido Crepax), una storia che certamente affascinerà gli estimatori del grande Crepax, raccontata con passione e arguzia.

Efebo Speciale Opere prime o seconde
La sezione apre alla visione di film coraggiosi, talora persino disturbanti, in cui emergono due temi forti: la volontà di cambiare lo status quo e il desiderio di affrancamento dai ruoli stabiliti.
Desiderio - di affrancamento da un’identità imposta - evidente nel controverso "The Trouble with Being Born" di Sandra Wollner (Austria, Germania, 2019), storia di un androide-bambina che si suggerisce anche oggetto sessuale e che non ha mancato di suscitare polemiche alla sua presentazione; in questo film, come in "Lola" di Laurent Micheli (Belgio, 2019) - interpretato da una vera transgender che desidera solo completare il suo percorso di “riassegnazione del sesso” e, insieme, ricostruire il rapporto col padre - riemerge ancora il tema della famiglia disfunzionale.
Il desiderio di un’altra vita, una vita migliore, percorre anche il quotidiano dei protagonisti del thriller "La Nuit venue" di Frédéric Farrucci (Francia, 2019), stranieri in cerca di affrancarsi da condizioni che rasentano la schiavitù, il cui destino sembra inesorabilmente segnato; così come la determinazione della protagonista di "L’Agnello" di Mario Piredda (Italia, 2019) si fa metafora del necessario affrancamento da regole e consuetudini ancestrali, ancora tanto faticosi da perseguire.
Similmente, in un contesto del tutto diverso, a quanto avviene nella matura opera di esordio "Metamorphosis in the Slaughterhouse" di Javad Daraei (Iran, 2020) quasi un thriller, in cui la cui giovanissima protagonista deve fronteggiare le ingiuste accuse dell’intero villaggio in cui vive subendone la drammatica emarginazione. Nel coinvolgente "Isaac" di Jurgis Matulevičius (Lituania, 2019), sono affrontati i temi dell’amicizia, dell’amore, del rimpianto e della liberazione, nel difficile contesto storico dell'Olocausto e dopoguerra in era sovietica in Lituania.
Particolarmente vicino a noi è "A Black Jesus" di Luca Lucchesi (Germania, 2019) attualissimo documentario sulla comunità agrigentina di Siculiana in cui la devozione per il Cristo nero diviene il nodo di congiunzione tra i locali e gli immigrati ospiti di un vicino centro di accoglienza. Prodotto da Wim Wenders – il cui interesse per il tema dell’accoglienza non è un mistero – il film avvince per originalità e carica umana.

23/11/2020, 15:35