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RICCARDO GRANDI - “Il mio thriller che omaggia i classici”


Intervista al regista di “Weekend” il mistery – thriller dal 17 dicembre disponibile su Amazon Prime Video con protagonisti Alessio Lapice, Eugenio Franceschini, Filippo Scicchitano e Jacopo Olmo Antinori


RICCARDO GRANDI - “Il mio thriller che omaggia i classici”
Ricardo Grandi, regista di "Weekend"
Una brillante carriera come regista di campagne pubblicitarie nazionali e internazionali, l’esordio cinematografico nel 2010 con “Tutto l’amore del mondo” e nel 2018 la regia dell’apprezzatissima serie tv “Passeggeri notturni” con Claudio Gioč e Nicole Grimaudo, tratta dai racconti di Gianrico Carofiglio: Riccardo Grandi oggi č presente su una delle maggiori piattaforme streaming con un thriller classico e avvincente.

Come nasce la sceneggiatura di “Weekend”?

“Sono un grande fruitore di film di genere, mi piacciono le emozioni forti come spettatore e dopo aver lavorato su storie scritte anche da altri autori stavolta ho voluto cimentarmi in una storia piů mia. Ma io sono tutt’altro che un autore solitario, infatti “Weekend” nasce da un bel lavoro di squadra con Alfredo Arciero in primis, Rosario Capozzolo, Francesca Bertuzzi e Claudia De Angelis, tutti autori dotati di grande talento e, seppur con ruoli diversi, ognuno di loro ha dato il suo contributo creativo. Mi piace molto il lavoro di squadra, per quanto mi riguarda scrivere un film non č sedersi davanti ad un computer. Mi piace il brainstorming, metodo che ho imparato nel mondo della pubblicitŕ, amo parlare tanto insieme ad altri autori, cospargere il pavimento di pezzi di carta, fare e disfare, discutere fino a raggiungere l’idea che convince tutto il team”.

Per il tuo thriller hai optato per un impianto essenziale: una casa nel bosco, quattro amici e altrettanti segreti, un mistero da svelare…

“Sě, una casa isolata in mezzo alle montagne. Il giallo che riguarda il passato dei protagonisti innesca le dinamiche del presente dove ognuno dei quattro personaggi si trasforma in “detective” per trovare la veritŕ o per nasconderla. Mi piaceva che il pubblico dubitasse di tutti i personaggi proprio mentre faceva la loro conoscenza ed entrava in empatia con loro. L’estate e l’inverno scandiscono i passaggi del racconto: il sole e la luce calda sono la gioventů e la spensieratezza che incontriamo all’inizio della storia, le cime innevate e l'oscuritŕ rappresentano un presente in cui i protagonisti hanno qualcosa da nascondere”.

Io ci ho visto dei riferimenti ad alcuni thriller piů “moderni” come “So cosa hai fatto” e anche “Saw – L’enigmistica”, č cosě?

“Sě, anche qui ci sono dei personaggi messi in una brutta situazione, una “mouse trap” come si dice, e una volta in trappola sono costretti a lottare anche gli uni con gli altri per salvarsi la vita. Trovo che sia piů interessante cinematograficamente il senso di giustizia che possono avere le persone piů della giustizia dell’ordine costituito”.

I protagonisti Alessio Lapice, Eugenio Franceschini, Filippo Scicchitano, Jacopo Olmo Antinori hanno calibrato molto bene i diversi stati d'animo, come sono andati i casting? Hai capito da subito che erano gli attori giusti per il tuo film?

“Ho fatto tante sessioni di casting, per il personaggio di Roberto avevamo tutti in mente qualcosa di diverso ma dopo il provino di Eugenio Franceschini ho rivisto la mia idea, puň capitare che un attore proponga un personaggio e che sia anche meglio di come era pensato. Filippo Scicchitano era il “bravo ragazzo” che serviva e Alessio Lapice il primo a cui avevo pensato, mi era piaciuto molto ne “Il Primo Re”. Greta Ferro durante i provini ha fatto suo il personaggio, inoltre il suo volto mi faceva pensare al cinema hollywoodiano degli anni ‘90. Jacopo Olmo Antinori invece č stato un vero colpo di fulmine, mentre entrava nella stanza e ancora non aveva poggiato il cappotto io avevo giŕ pensato: “Eccolo!””.

L’incipit del film, la camera che segue un'auto che attraversa un paesaggio di montagna, č un omaggio alla scena iniziale di “Shining”?

“Se dico, “una pipa dipinta” č impossibile non pensare a Magritte, se dico “una canzone di natale” la voce di Frank Sinatra irrompe nel subconscio, per cui piů che un omaggio č stata un’inevitabile citazione di un regista che amo a dismisura”.

Quali sono, se puoi raccontarceli, i tuoi prossimi progetti?

“Ho dei progetti che aspettano le condizioni giuste per partire, ma nello stesso tempo sono a caccia di belle storie di genere”.

24/12/2020, 09:00

Caterina Sabato