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Note di regia di "Nanuq, an Arctic Journey from Past to Future"


Note di regia di
Un percorso molteplice, di ricerca scientifica, ma soprattutto ontologica, oltre i limiti della conoscenza e del tempo. È il tentativo di raccontare su linee narrative parallele l’immortalità dell’uomo attraverso la conoscenza e la memoria. Oggi come allora i grandi protagonisti sono i due equipaggi con le loro storie e la grande passione per la ricerca. La chiave del racconto sta nel doppio binario della missione come ricerca scientifica e come riflessione sulla conoscenza e sul tempo: passato, presente e futuro si confondono per trovare una nuova Via (Edgar Morin) per l’umanità. La spettacolarità di un viaggio su un battello nelle regioni artiche è certamente il punto di forza della partitura visiva della narrazione. Il viaggio, il mare, i ghiacciai, le complesse condizioni atmosferiche sono le perfette allegorie della molteplice ricerca che il documentario intende raccontare: un esempio è sicuramente la ricerca sulle microplastiche e l’inquinamento come metafora perfetta del fatto che l’accumulo delle informazioni non crei la conoscenza, e l'accumulo delle conoscenze non crei la comprensione dei fenomeni. Al centro del racconto ci sarà il viaggio del presente, attraverso le interviste all’equipaggio di Nanuq e il richiamo parallelo alla spedizione del passato, il Dirigibile Italia, attraverso le interviste ai parenti dei superstiti e al materiale di repertorio a disposizione.