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Note di regia di "Chiamami Ancora Amore"


Note di regia di
Nell’affrontare la regia di "Chiamami ancora amore" ho immediatamente realizzato che la strada che volevo percorrere per raccontare questa storia fosse quella di non spettacolarizzare il testo. Volevo che la macchina da presa seguisse i nostri protagonisti in modo semplice e naturale. Volevo che lo spettatore fosse sempre addosso e insieme a loro, in tutti i momenti delle loro vite. Per questa ragione nella serie non ci sono quasi movimenti di macchina, carrelli o dolly, la macchina è sempre a mano e segue i personaggi in modo quasi documentario. E anche la luce non è mai troppo “costruita” o leccata è sempre molto naturale. Ho evitato qualsiasi tipo di ripresa che potesse essere eccessivamente artefatta o elaborata e potesse dare una sensazione di eccessiva finzione. Durante il montaggio anche l’utilizzo dei droni è risultato scollato dal racconto, come se l’eccessiva bellezza di alcune riprese e di alcuni panorami ci allontanasse dalla verità della storia, dalla sua normale quotidianità. Riducendo al minimo l’impatto che la macchina da presa ha con l’attore, diventava fondamentale che anche il più piccolo ruolo fosse scelto con estrema cura. Ed è in quest’ottica che il lavoro di ricerca e selezione degli interpreti è stato determinante. Oltre ai nostri due protagonisti, Greta Scarano e Simone Liberati, e a Claudia Pandolfi, è stato fondamentale che tutti gli altri personaggi non perdessero mai di credibilità, fossero sempre perfettamente inseriti nel tessuto narrativo del racconto, che insieme ai nostri protagonisti “vivessero” con intensità le varie vicende della nostra storia. Dai ruoli più grandi a quelli più piccoli troverete sempre un’estrema verità e realtà. Dalla visione di questa serie spero che trarrete la sensazione di essere immersi “nelle vite degli altri”, vite, che per molti versi, sono identiche alle nostre.

Gianluca Maria Tavarelli