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TRIESTE FILM FESTIVAL 32 - Ritorno al cinema


TRIESTE FILM FESTIVAL 32 - Ritorno al cinema
Il 32. Trieste Film Festival da domani e per due week-end torna in sala al Teatro Miela.

Il 4 giugno il Festival ricorda due autori recentemente scomparsi con altrettanti eventi speciali, dando modo di rivedere sul grande schermo OSTRE SLEDOVANÉ VLAKY di Jiří Menzel (Treni strettamente sorvegliati, CS, 1966, b-n, 89’, v.o. ceca, sott. it.) una delle opere più importanti della Nová vlna che mescola grottesco e drammatico, tratto dall’omonimo romanzo breve di Bohumil Hrabal, Oscar come Miglior film straniero nel 1967. E anche SAN ZIMSKE NOĆI di Goran Paskaljević (Sogno di una notte di mezzo inverno, SRB, 2004, col., 95’, v.o. serba, sott. it.), già Premio speciale della giuria al festival di San Sebastian nel 2004 e Premio speciale della Giuria al Trieste Film Festival nel 2005: dalla disintegrazione del paese jugoslavo il legame particolare che si crea tra tre persone ai margini della società, contrapposte dagli eventi bellici e costrette insieme sotto allo stesso tetto.
Nell’ambito del ricordo del trentennale delle guerre balcaniche (1991/2021) già proposto a gennaio, il 4 e 5 giugno viene proposta un’ideale prosecuzione del focus con alcuni interessanti e originali titoli degli ultimi trent’anni. 1991-2021: GUERRA, TRAUMA, METAFORA. FINIS JUGOSLAVIAE presenterà MGM SARAJEVO (Ćovjek-Bog-Monstrum) del collettivo di autori SaGA (MGM Sarajevo /L'uomo-Dio-Il mostro, di Ismet Arnautalić, Mirsad Idrizović, Ademir Kenović, Pjer Žalica, BIH, 1992-1994, col., 93’, v.o. bosniaca, sott. it.), produzione che richiedette 2 anni di lavorazione, con cui ci caliamo in uno spaccato di vita composto da tre storie che hanno come elemento comune la città di Sarajevo: i protagonisti parlano proprio dal cuore di una città assediata, che soffre delle costrizioni imposte dalla guerra. MARBLE ASS di Želimir Žilnik (Culo di marmo, YU, 1995, col., 87’, v.o. serba – inglese, sott. it.) è invece uno dei film più insoliti usciti dall'Europa dello scorso millennio, Marble Ass è un dramma politico e sociale coraggioso e transgender positivo che sostiene la creatività individuale contro il militarismo macho. Ambientato in una casa sconnessa nella periferia di Belgrado, la storia si concentra sulla prostituta Merlyn, e la sua compagna di stanza, la compagna di lavoro Sanela. La loro routine va in frantumi quando Johnny, un ex amante impazzito, viene disarmato dall'esercito e torna a casa pieno di rabbia a malapena repressa. Il film ricevette il Teddy Award della Berlinale nel 1995. E al Teatro Miela si potrà vedere su grande schermo anche il grande successo croato degli anni ‘90 KAKO JE POČEO RAT NA MOM OTOKU di Vinko Brešan (Come la guerra è iniziata sulla mia isola, HR, 1996, col., 97’, v.o. croata, sott. it.) che ci porta nel 1991, quando l'esercito nazionale jugoslavo, che non riconosce l'indipendenza della Croazia, ha ancora in mano tutte le caserme militari del paese e Blaž Gajski si reca su un'isola croata per riportare a casa il figlio, che si trova proprio in una di queste caserme. Fu il film d'esordio per il “re della commedia nera” Vinko Brešan, scritto insieme al padre Ivo, noto scrittore e sceneggiatore croato. Nonostante fosse nato come film per la televisione, ebbe un tale successo di pubblico da diventare il film più visto in Croazia negli anni '90. Mentre l’ultimo film proposto in questa sezione sarà DRŽAVA MRTVIH di Živojin Pavlović, Dinko Tucaković (Il paese dei morti, YU, 1998-2000, col., 101', v.o. serba, sott. it.). Siamo nella Jugoslavia, anni ’90 e il sergente maggiore sloveno Janez Kranjc, per tutta la vita devoto alla causa jugoslava, si trasferisce a Belgrado con la moglie macedone, due gemelle di 10 anni e un figlio di 20, sebbene gli sloveni gli offrano un grado militare più alto pur di farlo restare. Janez a Belgrado però si renderà conto che ora è solo un altro straniero in quello che credeva fosse ancora il suo paese.

A completare il ricordo dell’anniversario, fino al 13 giugno è visitabile allo spazio DoubleRoom di via Canova 9 il reportage fotografico di Giovanni Montenero FINIS JUGOSLAVIAE del 1991, a cura di Massimo Premuda. La mostra ripercorre, a distanza di trent’anni, i giorni del breve conflitto armato del 1991, la cosiddetta “La guerra dei dieci giorni” conseguente alla proclamazione dell'indipendenza della Repubblica di Slovenia. Immagini a colori e in bianco e nero del fotografo Giovanni Montenero documentano gli episodi più difficili del conflitto, ma anche la quotidianità della vita dei militari a presidio dei valichi di Pesek e Rabuiese, alle porte di Trieste.

03/06/2021, 12:46