Note di produzione di "Generazione 56k"


Note di produzione di
Quando Francesco Ebbasta ha condiviso con noi i primi appunti di quello che sarebbe diventato poi Generazione 56k abbiamo avuto la chiara percezione di trovarci davanti ad un romanzo di formazione in chiave millennial: veloce e romantico, ultrapop e cinefilo, tecnologico e malinconico. Quella di Ebbasta era una visione nitidissima di chi eravamo e chi siamo diventati. Nelle sue parole abbiamo letto una voce autentica e potente, un’urgenza di racconto accompagnata da una naturale propensione alla comicità che ci ha colpito nel profondo.

Avendo già lavorato insieme ad Addio fottuti musi verdi, ci siamo fidati della sua visione, che ancora una volta ci ha piacevolmente stupito: Francesco non aveva in mente i colori accesi e le musiche funky che solitamente si utilizzano per mettere in scena gli anni Novanta, ma si ispirava ad un immaginario più insolito e retrò, quello del Troisi di Pensavo fosse amore e invece era un calesse alle atmosfere romantiche de Il Postino. Ragion per cui quando ci ha detto che pensava di ambientare la linea del passato a Procida l’abbiamo seguito senza esitazioni: quale posto migliore di un’isola dai colori pastello incastonata nel Mediterraneo per raccontare la dolcezza dei primi amori e il sentimento di “isolamento” - è il caso di dirlo - che un gruppo di ragazzini può provare rispetto al resto del mondo? In un universo così, dove le novità ci mettono sempre un tempo in più ad arrivare, dove le mode cambiano con più difficoltà e tutti conoscono tutti, Internet costituisce più che mai una rivoluzione. Di quelle da cui non si torna indietro.
Con Napoli, città che conosciamo bene grazie alle nostre produzioni precedenti, questa volta abbiamo voluto raccontare una città europea immersa nella modernità: i nostri personaggi lavorano nel settore dell’informatica, mettono su spettacoli teatrali, vanno a vernissage d’arte contemporanea e a scatenatissime feste di divorzio. Nei suoi vicoli però si trovano ancora botteghe di restauro mentre sul lungomare si possono assaggiare i classici taralli caldi… illuminati dalle luci rosa e azzurre dei neon! In questa metropoli a due velocità, in cui epoche e culture diverse si contaminano a vicenda, abbiamo trovato la cornice ideale per raccontare quel legame tra passato e presente che costituisce l’anima della serie.

Girare a Procida e a Napoli (oltre che Roma) in tempi di Covid ha comportato uno sforzo produttivo e organizzativo notevole, che però è stato ampiamente ripagato dalla bellezza dei paesaggi e dalla calorosa accoglienza della popolazione locale. Il contributo che la Campania ha dato alla serie è quello di una magia non replicabile altrove. Gli interni invece, prevalentemente romani, sono stati ricreati e riadattati con grande cura e meticolosità per restituire il sapore di un’epoca che vive nei ricordi dei personaggi, fra nostalgia del passato e stupore per quello che all’epoca sembrava il futuro.

Il nostro obiettivo era quello di raccontare la formazione sentimentale e sessuale di quella “Generazione 56k” che ha intercettato Internet proprio negli anni dell’adolescenza. È stato un bene? È stato un male? È stato quello che è stato, e ancora oggi ne portiamo i segni addosso, tutte e tutti. Per restituire la polifonia del racconto generazionale, sin dal soggetto abbiamo allargato il team di scrittura a Davide Orsini, che firma come head writer, e successivamente abbiamo incluso anche Costanza Durante e Laura Grimaldi. Il lavoro della squadra è riuscito a valorizzare il contrasto fra lo sguardo maschile di Daniel e dei suoi amici e quello femminile di Matilda e Ines. Caratteri che mai si abbandonano a stereotipi di genere, ma che inaspettatamente li ribaltano, li strapazzano, ci ridono su e coinvolgono il pubblico in quella risata.

La sceneggiatura è stata portata in scena dallo stesso Ebbasta e da Alessio Maria Federici, un regista di grande esperienza nel genere della commedia che ha diretto gli episodi 5-8 inserendosi nella visione di Ebbasta senza rinunciare al proprio tocco. Per contribuire alla realizzazione di quella visione precisa abbiamo coinvolto nel progetto una serie di professionalità che hanno saputo reinterpretare le suggestioni e i ricordi dell’epoca ricreando, grazie alle musiche, alla fotografia, alle scenografie e ai costumi, due mondi e due piani temporali che si contaminano a vicenda.

È stato sempre tenendo bene a mente questa inestricabile relazione fra presente e passato che abbiamo individuato i nostri interpreti: cercando per ogni personaggio adulto il suo corrispettivo più giovane e viceversa. Dopo un lunghissimo processo di selezione sul territorio campano abbiamo finalmente trovato i nostri giovanissimi protagonisti Alfredo Cerrone e Azzurra Iacone, mentre il provino incrociato di Cristina Cappelli e Angelo Spagnoletti ci ha levato ogni dubbio: erano loro la coppia che cercavamo.
Una coppia che, ci auguriamo, farà innamorare il pubblico di ogni età.