Brotherhood
L'occhio della camera si insinua nel privato della famiglia Delic, composta da tre fratelli (tutti maschi) e un padre, disabile e a rischio di incarcerazione per sostegno al terrorismo dopo un viaggio in Siria. I ragazzi nel frattempo si dedicano alla casa, al gregge, alla scuola, a seconda della loro età e della loro indole.
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Brotherhood" di Francesco Montagner porta il pubblico in Bosnia, su colline fredde e dure, in un ambiente rigido in cui sognare un futuro migliore è cosa ardua, in cui è il quotidiano con le sue esigenze inappellabili a dominare. Quando la sentenza arriva e il loro unico genitore per 23 mesi li deve abbandonare, per Jabir, Usama e Uzeir i flebili desideri di esprimersi (negli studi, nel viaggio, nel gioco) si spengono definitivamente.
La religione diventa al contempo minaccia e rifugio, gli animali compagnia e condanna, i fratelli sostegno e fastidio. "Brotherhood" è una finestra sul loro privato, un prezioso sguardo intimo (con un lavoro su "fuochi" e fotografia straordinari, per raccogliere senza filtri il malessere dei tre giovani), una rappresentazione concreta del loro destino (agevolata dalla camera a mano, spesso vicinissima ai protagonisti, sempre attenta a cogliere i loro palpiti).
Il nostro destino è segnato dalla famiglia e dall'ambiente in cui nasciamo e cresciamo? Quanto siamo liberi di autodeterminarci? Quanto il mondo ci appare nemico se non riusciamo a essere noi stessi? Chi saremmo, se fossimo "altrove"? Domande dalle risposte quantomai soggettive, risposte che ognuno deve cercare in sé: "
Brotherhood" racconta tre vie, tra le tante.
09/08/2021, 13:00
Carlo Griseri