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JONAS CARPIGNANO - "A Chiara" dal 7 ottobre a cinema


Incontro con il regista del film presentato a Cannes 2021 nella sezione Quinzaine Des Réalisateurs e premiato con l’Europa Cinemas Label. In sala dal 7 ottobre


JONAS CARPIGNANO -
Jonas Carpignano regista di "A Chiara"
“A Chiara” è il terzo capitolo della trilogia di Goia Tauro del regista italoamericano dopo "Mediterranea" e "A Ciambra", quest’ultimo prodotto da Martin Scorsese.

“Come punto di partenza non avevo affatto l’intenzione di fare una trilogia”, ha spiegato Jonas Carpignano, “volevo solo filmare gli scontri razziali. Ma ben presto ho capito che volevo realizzare tre film su tre aspetti di questa città: la comunità africana, la comunità rom un tempo nomade, ma insediata a Gioia Tauro, e infine la mafia”.

Qui protagonista è l’adolescente Chiara (Swamy Rotolo) che pensa di avere una vita normale ma quando l’amato padre scompare all’improvviso scopre la dura verità sulla sua famiglia, una famiglia mafiosa, trovandosi di fronte a un bivio: accettare quella realtà o allontanarsi?

“Per me il punto di partenza è sempre il personaggio, volevo raccontare il momento in cui Chiara trova la propria bussola morale. Io sono più interessato a capire come le persone arrivano a fare le loro scelte”.

Un romanzo di formazione che somiglia molto a un thriller con la protagonista che scopre gradualmente il vero volto del padre:

“Il mondo della ‘ndrangheta è un mondo di segreti, di posti sotterranei, e Chiara “naviga” in questi mondi nascosti. Il film ha degli elementi thriller perché ha a che fare con un mondo non visto, non parlato. In “A Ciambra” per Pio era diverso perché era consapevole del mondo al quale apparteneva, Chiara no. Il film non è un racconto “da sopra” ma “da dentro”, nessuno pensa di essere cattivo in questa storia, il padre cerca di mantenere il legame con sua figlia, pensa di essere l’eroe della situazione.”

Finita questa trilogia su Gioia Tauro il futuro cinematografico di Jonas Carpignano non è ancora ben definito:

“Penso di essere riuscito a trovare la mia bussola cinematografica, so i mondi che mi interessano, so come orientarmi, devo guardare bene la “mappa” e decidere dove andare. Dire che ho chiuso con la trilogia è sbagliato, non ho chiuso con Gioia Tauro, forse in futuro rivedremo questi personaggi, io non parto con un’idea della mia carriera, non so esattamente quello che farò, ho questa bussola in mano, vado verso l’orizzonte e vedrò dove arriverò.”

28/09/2021, 18:20

Caterina Sabato