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FIRENZE FILMCORTI 8 - I vincitori


FIRENZE FILMCORTI 8 - I vincitori
PREMIO DEL PUBBLICO
RANGERS HEROES DI SILENE BRANDI (ITALIA)

GIURIA DI QUALITA'

La giuria presieduta dalla regista e scrittrice Emanuela Mascherini e composta dal produttore Gianluca Arcopinto, l'attrice Roberta Caronia, il regista Vito Palmieri, la regista e autrice Elisabetta Pandimiglio, il montatore storico di Paolo Sorrentino, Cristiano Travaglioli, ha ssegnato i seguenti riconoscimenti:

MIGLIOR FILM SPERIMENTALE EX AEQUO
Wall Piano di Asma Ghanem & Co. (Palestina) e Let yourself rest di Kourtney Dixon (USA)
Due film apparentemente molto distanti tra loro ma che, in realtà, abbracciano senza timori la grande possibilità che solo il cinema può offrire: liberare l’immaginazione e trasformare il mondo.
Let yourself rest ci immerge nel processo di autoindagine e diagnosi della protagonista e ci permette di condividere con lei, le ansie, le paure e la divertita consapevolezza su come affrontare e convivere con la narcolessia. Il mondo grafico e colorato che evoca con leggerezza copre di fiori gli artigli del mostro che la perseguita. Un “film terapia” che sorprende per la levità della rappresentazione.
Levità che muove anche Wall piano, film che distilla un’idea tanto semplice quanto illuminata nel trasformare il più deprecabile dei muri in un’opportunità che ne disinnesca il senso tragico. Se solo conservassimo lo spirito dei bambini, la capacità di trasformare gli ostacoli e le brutture insostenibili della storia in un’occasione per tradurle in musica, che come il gioco è linguaggio universale, allora sì che potremmo cambiare il mondo. Questi due film ci insegnano ad immaginare, merce rara di questi tempi. Teniamoceli stretti.

MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE
Solitaire di Edoardo Natoli (Italia)
Per la sua capacità di commuovere e di raccontare in modo universale la possibilità che due solitudini, in questo caso due anziani sulla sedia a rotelle bloccati in casa, si incontrino per cominciare un nuovo amore. E per la poesia di questo racconto costruito con sapiente artigianalità in stop motion.

MIGLIOR DOCUMENTARIO
Taxiderman di Rossella Laeng (Italia)
Soffermandosi su un aspetto della realtà tanto naturale quanto straniante, il documentario ci svela un angolo di mondo inconsueto ed inaspettato. Non è soltanto la peculiarità dell'occupazione del protagonista a suscitare curiosità, quanto le sue diverse sfaccettature assieme ai risvolti creativi e alle ambizioni artistiche. E se il lavoro del protagonista desta curiosità, le storie, le parole e le emozioni dei suoi clienti conducono allo stupore.

MIGLIOR FILM DI FINZIONE
Inverno di Giulio Mastromauro (Italia)
Per la maturità registica a e autoriale, che unisce ricerca personale a dinamiche del cinema contemporaneo senza perdere in rigore e spessore emotivo in una circolarità di narrazione in cui ogni elemento del racconto contribuisce a saldo un equilibrio.

MIGLIOR OPERA IN ASSOLUTO
Echo di Aitor de Miguel (Spagna)
Per la capacità di contaminare, con coraggio e senza scelte comode, generi e linguaggi in un’opera solida e dal respiro internazionale, senza perdere la dimensione intima del racconto, esplorando una tematica tanto personale quanto rappresentativa del respiro del nostro tempo.

MIGLIOR SCENEGGIATURA
Echo di Aitor de Miguel (Spagna)
Per aver composto un’avvincente struttura narrativa che, attraverso vari generi, spaziando tra visione e realtà, umano e trascendente, oblio e memoria, scandisce un suggestivo racconto sulla malattia e la difficile condizione dell’anziano nella società contemporanea.

MIGLIOR REGIA
Inverno di Giulio Mastromauro (Italia)
Per la capacità di dominare il ritmo interno alle diverse parti del film, intessendo un racconto dettagliato del percorso intimo del piccolo protagonista con un’estetica ricercata ed efficace rispetto al contenuto.

MIGLIOR ATTRICE
Alicia Sanchez Araujo di Echo di Aitor de Miguel (Spagna)
Per l’immersione che affronta, soprattutto attraverso l’uso dello sguardo, mettendo ben a fuoco l’effetto fisico ed emotivo di uno stato di confusione dato dalla perdita della consapevolezza. L’attrice definisce una personalità che pur non contenendo più il senso logico delle cose, vive comunque una tensione che scopriamo poi essere la ricerca di un appiglio che, dal ricordo, le restituirà un pezzo di realtà. Riuscire ad unire nell’interpretazione questi due vettori opposti ci restituisce una performance che dona al racconto suspence e allo spettatore tutta la tragicità di questo specifico essere umano.

MIGLIOR ATTORE
Babak Karimi di Inverno di Giulio Mastromauro (Italia)
Per l’ interpretazione asciutta, ferma, costruita su gesti concreti ma al tempo stesso delicati. Questa performance suggerisce come il dolore spesso debba rinunciare ad esprimersi in un forma pubblica per conferire spazio alla cura di un altro più fragile di noi, in questo caso il bambino. L’attore ci fa entrare in una stanza di sofferenza in cui però l’amore predomina nell’atto di porre lo sguardo sull’altro; così ci intenerisce rafforzando la nostra empatia verso il piccolo protagonista e facendo sentire tutti noi - il pubblico - genitori e complici.

MENZIONI SPECIALI
Una nuova prospettiva di Emanuela Ponzano (Italia)
L'accurata regia, la sobria eleganza della fotografia, l'efficacia degli attori determinano la delicata armonia di questo corto. Un'autentica allegoria, in cui passato, presente e futuro si intrecciano nella storia senza tempo delle migrazioni e delle barriere. Appropriandoci della visione del protagonista, assistiamo al viaggio senza fine dell'umanità scandito dal triste ripetersi della violenza.
Schiavonea di Natalino Zangaro (Italia)
Per l’asciutto rigore, la recitazione misurata, un finale spiazzante con cui è ritratto l’incontro tra la giovane immigrata Ayana e Vincenzo, abitante di Schiavonea, piccola comunità marittima calabrese.

PREMI ASSEGNATI DALLA ASSOCIAZIONE RIVE GAUCHE

PREMIO SPECIALE RIVE GAUCHE

See Me: A Global Concert di Bernadette Wegestein & Co.
Si viaggia tra Afghanistan, Austria, Brasile, Cina, Italia, Sudafrica e Stati Uniti per fermare “in movimento” un periodo della nostra storia ancora vicinissimo e lanciare così in maniera assolutamente originale un messaggio di forza e tenacia. Girato durante la pandemia e con tutte le difficoltà derivanti dalla stessa, “See Me: A Global Concert” di Bernardette Wegestein e Co è un progetto straordinario quanto innovativo, risultato della collaborazione tra centinaia di musicisti, artisti e team cinematografici di tutto il mondo.
Da rilevare il montaggio perfetto delle scene che vanno dalla voce che esegue Bach solista, a molte voci che cantano un nuovo pezzo di Reena Esmail, a centinaia di voci che celebrano il nostro pianeta nella Sinfonia Pastorale di Beethoven. Un percorso che abbraccia l’umanità intera, suoni bellissimi a spezzare il silenzio avvolgente, il potere immenso, unico della musica, ossia quello di comunicare speranza e gioia parlando senza aver bisogno di usare le parole.

PREMIO SPECIALE RIVE GAUCHE
Loop di Nicola Raffaeta'
Due uomini si confrontano come stando davanti a uno specchio e così l’uno diventa quasi il riflesso dell’altro. “Loop” è un corto dove Nicola Raffaetà affronta con puntualità, perspicacia e grande intelligenza tematiche molto contemporanee che vanno dal tradimento alla sete di vendetta, dal ripetersi ciclico delle cose e delle azioni al disordine mentale.
Un bravissimo Simone Tessa interpreta, attraverso un’eccezionale immedesimazione, il ruolo protagonista, sdoppiandosi con estrema naturalezza e scioltezza in questo film che potremmo definire un gioco fra “dentro e fuori” in cui il regista conduce abilmente lo spettatore a identificarsi con un viaggio di scoperta che mette in luce in maniera pressoché spietata i confini dell’universo individuale.

02/11/2021, 10:17