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TORINO FILM FESTIVAL 39 - "La notte piu' lunga dell'anno"


Primo lungometraggio di finzione per Simone Aleandri con Ambra Angiolini, Massimo Popolizio, Alessandro Haber e Francesco Di Napoli. Dal 27 gennaio al cinema, una produzione Clipper Media, Rai Cinema in collaborazione con Sky Cinema e Vision Distribution.


TORINO FILM FESTIVAL 39 -
Tutto in una notte, la più lunga dell’anno, quella del solstizio d’inverno, tra il 21 e il 22 dicembre, quando il sole tramonta alle 16.30 e sorge il giorno dopo alle 7.30. Quattro storie diverse ma unite da un’angoscia comune, da un’insoddisfazione atavica acuita da una provincia triste che non regala grandi speranze per il futuro: Luce, una cubista che vuole cambiare vita, Francesco, un politico corrotto, Johnny, un ragazzo che ha una relazione con una donna più grande di lui, e Damiano, Pepe’ ed Enzo che a vent’anni non hanno grandi ambizioni. I protagonisti non si incontrano mai, il loro unico “punto di contatto” è Sergio, un benzinaio solitario che osserva dall’esterno le loro vicende, “custode” delle loro confessioni e dei loro segreti, un’anima buona dalla quale cercare conforto e comprensione.

Simone Aleandri dopo documentari come il bel “As Time Goes By - L'Uomo che Disegnava i Sogni” con “La notte più lunga dell’anno” fa il suo esordio nel cinema di finzione raccontando con angosciante realismo un’umanità abbandonata a sé stessa, vittima dei propri errori ma anche di una realtà, quella di provincia, che la vita, come dice Sergio, la vede solo passare. C’è chi tenta come Johhny che frequenta l’università a Roma, o Francesco che aspira a diventare un potente politico, di evadere da un’innata propensione al fallimento, ma i loro tentativi sembrano vani. Nella notte che dà il titolo al film le consapevolezze dei protagonisti esplodono in un’auto bruciata, in un litigio tra amici, nell’urlo disperato di Luce, interpretata da un’intensa Ambra Angiolini.

Il film, scritto da Aleandri con Andrea Di Consoli e Cristina Borsatti, riserva pochi momenti di enfasi, come un gesto semplice ma denso di significato che Sergio fa verso Luce, lo sfogo di Damiano, la confessione di Francesco o il gesto inconsulto di Johnny, ma la storia non riesce del tutto, sembra avere ancora qualcosa da dire, e nonostante il realismo che la caratterizza rimane sospesa in una dimensione quasi onirica.

Un esordio interessante che rivela in Simone Aleandri un certo talento nel fotografare i sentimenti e i dolori più profondi.

04/12/2021, 07:24

Caterina Sabato