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UNA SCONOSCIUTA - La speranza di bianco vestita


Il nuovo film di Fabrizio Guarducci affronta in una storia dai contorni onirici le conseguenze del Coronavirus. Con Sebastiano Somma, Sandra Ceccarelli e Desiree Noferini. Una produzione Fair Play, dal 13 dicembre al cinema.


UNA SCONOSCIUTA - La speranza di bianco vestita
"Una Sconosciuta" di Fabrizio Guarducci
Un evento tragico ha portato gli abitanti di un borgo a rinchiudersi in casa, ad avere paura dell’altro a non ricominciare a vivere. L’apparizione di una misteriosa donna, bella, affascinante, capace di infondere senza parlare pace e speranza riporterà alla vita il paese e i suoi abitanti, finalmente capaci di abbandonare le loro paure. Un uomo e una donna legati da un passato insieme e da una perdita insostenibile si rivedono dopo tanto tempo riaffrontando il dolore e la storia della sconosciuta darà anche a loro un senso per guardare finalmente al futuro e non più al passato.

Tratto dall’omonimo romanzo dello stesso regista, "Una sconosciuta" racconta attraverso una storia dai contorni onirici le conseguenze dell’epidemia da Coronavirus. Fabrizio Guarducci dirige un film evocativo che anche se non parla apertamente del virus che ha cambiato le nostre vite rievoca attraverso la costante atmosfera sospesa e angosciante le sensazioni e gli stati d’animo che ci hanno accompagnato nei primi periodi della pandemia e che ancora non abbiamo completamene abbandonato.

C’è chi come il personaggio interpretato da Sandra Ceccarelli ha cercato di dimenticare scappando via, chi come quello di Sebastiano Somma è rimasto per ricominciare dal posto che ha sempre amato e dove ha vissuto per tanto tempo con la persona più importante che non c’è più. La misteriosa sconosciuta di bianco vestita è una figura allegorica che vuole rappresentare quella speranza perduta, quella voglia di aprirsi all’altro, forse quel “ne usciremo migliori” ripetuto all’inizio della pandemia e spazzato via dopo pochi mesi che almeno nel film rappresenta per alcuni una promessa mantenuta.

Il regista tenta di restituire un’allegoria raffinata e profonda per dare una sua personale interpretazione dei tempi bui che possono riferirsi non solo alla pandemia in corso, ma anche ad altri tipi di tragedie, come accade ai due protagonisti che per anni sono stati incapaci di affrontare il loro dolore, scivolando facilmente nella retorica e in dialoghi e riflessioni che in alcuni momenti risultano forzati e inverosimili, vanificando così le interessanti premesse.

10/12/2021, 10:23

Caterina Sabato