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LA VERA STORIA DI LUISA BONFANTI - La tragedia di una donna


Inthelfilm in collaborazione con AAMOD e la Fondazione Annamode hanno prodotto il nuovo lungometraggio del regista Franco Angeli. La biografia di una attrice di film erotici che affronta e racconta la realtà dal dopoguerra agli anni ottanta. Un personaggio inventato ma che grazie allo stile documentaristico sembra veramente esistito e in grado di mostarci qualcosa di vero e profondo


LA VERA STORIA DI LUISA BONFANTI - La tragedia di una donna
Livia Bonifazi e Stefano Pesce
“È facile esser pacifisti quando si ha tutto, ma quando ti prendono a schiaffi, quando ti derubano, quando ti violentano? Allora si che è difficile esser pacifisti.”
Luisa Bonfanti, attrice romana interpretata da un’eclettica Livia Bonifazi perfettamente in ruolo, attraverso la narrazione della sua vita ci racconta Roma e l’Italia dal dopoguerra agli anni Ottanta, passando dalle baracche del mandrione alle manifestazioni sindacali della Cgil, dal terrorismo all’industria pornografica, dai set cinematografici alle interviste, vere questa volta, con grandi personaggi del cinema italiano come Maselli, Spoletini e Scola.

Una malinconica tragedia la vita di Luisa, una vita che inizia e finisce nella violenza, dove la rivoluzione culturale della fine degli anni sessanta e il riscatto sociale tanto agognato hanno lasciato il posto all’amarezza e si sono rivelati delle deludenti illusioni di libertà. Del resto si chiede Luisa stessa “che cos’è la libertà? Non lo sappiamo. Pensavamo di sì, ma quando ti accorgi che non lo sei mai veramente diventa ingombrante e si fa fatica ad usarla”. Queste e altre riflessioni porteranno la protagonista a togliersi la vita, come espressione estrema del suo disagio esistenziale.

Franco Angeli ama creare delle pseudo biografie e, anche in questo caso, come nel suo primo film La Rentrée, Luisa Bonfanti è un personaggio inventato, tragico e perfettamente credibile, che si amalgama talmente bene con la sua storia e la storia del nostro paese che lo spettatore arriva a chiedersi a un certo punto del film se sia effettivamente esistita.

Il regista, in questo caso anche montatore del film, approfitta del mezzo digitale per sperimentare e mischiare più linguaggi cinematografici, per cui riesce a far convivere in uno stesso film la fiction, le immagini di repertorio e il documentario storico, con una strizzata d’occhio al musical, con la protagonista che canta dei brani originali scritti da Fabrizio Gatti.

10/03/2022, 09:22

Beatrice Tomassetti