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Note di regia di "La Donna per Me"


Note di regia di
L’idea del film prende spunto da una domanda che, sono sicuro, tutti si sono posti, almeno una volta nella vita: “come sarebbe stata la nostra vita se non avessimo fatto le scelte che invece abbiamo fatto?”.
Quante volte infatti abbiamo sentito la frase: “se avessi ascoltato il mio desiderio di seguire una aspirazione”; “se non avessi conosciuto la donna che ho sposato”; “se avessi scelto quel lavoro invece di un altro”… Domande che ognuno può declinare in base al vissuto e ripensare alla propria esistenza grazie alla fantasia e soprattutto all’insoddisfazione, insita nell’essere umano, di non apprezzare mai quello che si ha. Questi campanelli d’allarme, che sottolineano la nostra insicurezza, guarda caso compaiono sempre in prossimità di una scelta di vita importante. Ed è proprio quello che capita ad Andrea, il protagonista de LA DONNA PER ME, il giorno prima del suo matrimonio con Laura, all’inizio della nostra storia.
Alla vigilia del matrimonio infatti, Andrea confessa ai suoi amici di non essere più convinto di amare Laura, la ragazza con cui convive da anni. Alla soglia dei trent’anni è convinto di non aver sfruttato le sue potenzialità. Sente che la sua vita avrebbe potuto essere migliore e teme che quell’insoddisfazione che pervade la sua anima sia frutto di scelte sbagliate. I suoi amici incarnano ciò che Andrea avrebbe desiderato e, con lo sposare Laura, è convinto di non poter più ottenere: la libertà sentimentale del single impenitente, l’agiatezza economica dell’amico sposato o il talento musicale dell’amico musicista.
Se nella mia testa l’idea del film era una divertente commedia degli equivoci, con l’apporto della mia co-sceneggiatrice, Eleonora Ceci, la storia è diventata qualcosa di più: una commedia sentimentale con lo spessore e l’introspezione necessari per non essere solamente divertimento fine a sé stesso. Da subito la nostra intenzione è stata quella di far ridere il pubblico, ma anche di sorprenderlo continuamente con una struttura narrativa originale, farlo pensare inevitabilmente alle proprie scelte, empatizzando con il protagonista che, per un vero e proprio “corto circuito temporale”, si trova a poter vivere le vite che desiderava, ma ad ogni risveglio Laura sarà per lui sempre più lontana; all’inizio Andrea è un suo amico, poi un conoscente fino a diventare per lei un perfetto estraneo. E in questo viaggio fantastico Andrea comincerà a sentire la mancanza della ragazza, fino a capire che era stato uno sciocco a pensare di non esserne più innamorato.
Il nostro protagonista quindi, passando dall’euforia iniziale di vivere una vita che ha sempre desiderato, si troverà, giorno dopo giorno, a vivere un incubo continuo, un tour de force emotivo che, come una ripetuta legge del contrappasso, lo farà riflettere sulle sue scelte, sulle sue insicurezze iniziali fino a costringerlo a trovare il modo di rompere questo strano incantesimo per poter tornare da Laura, innamorato di nuovo come al primo anno di università, quando incrociò i suoi occhi per la prima volta.
La donna per me ha una struttura fantasy, ma abbiamo scelto di raccontare tutto con estremo realismo, senza mai forzare la mano su toni grotteschi o prettamente comici. Sapevo che la situazione descritta era già piuttosto “estrema”, e non avevo bisogno di esasperare il tono, così ho fatto in modo che la recitazione, la fotografia, la scenografia ed i costumi fossero perfettamente realistici. Volevo che il film fosse percepito non come un fantasy, ma come una divertente storia d’amore e di crescita emotiva, e solo lavorando sulla verità potevo sperare di restituire allo spettatore quelle emozioni che, in sceneggiatura, ci eravamo prefissati.
Per rappresentare questa storia, fatta di rimandi, di personaggi che si incontrano e si scontrano, una metropoli non sarebbe stata giusta. Abbiamo scelto un luogo preciso del centro Italia, Spoleto, dalla meravigliosa struttura medioevale e perfetta rappresentazione della provincia italiana: una cittadina accogliente, gradevole ed ospitale. La chiave, nella ricerca delle location, è stata questa: una provincia dove ad emergere non è tanto il paesaggio fisico, quanto piuttosto il paesaggio umano ed emotivo. Essendo io nato e cresciuto proprio a Spoleto, e conoscendola in profondità, ho voluto utilizzarla nella sua incredibile fotogenia, senza tuttavia soffermarmi su immagini calligrafiche e cartolinesche.
Non è stato difficile percepire negli attori che ho scelto per i ruoli principali l’energia, la dedizione, la voglia di abbandonarsi a questi personaggi. Li ho scelti per il loro talento, ma anche perché ho sentito in loro un moto di generosità verso la storia. Andrea Arcangeli è un giovane attore già con un curriculum di tutto rispetto. Possiede un’intelligenza vivace e grande autoironia. Ho scelto lui per il ruolo da protagonista perché nei provini non solo è stato quello che mi ha emozionato di più, ma è stato quello che mi ha fatto percepire il suo incredibile mondo interiore. L’Andrea Colonna che avevamo scritto era un ruolo complesso, perché doveva possedere sia l’introspezione e lo spessore di un ragazzo emotivo e tormentato, sia la solarità e l’irriverenza di un commediante, capace di interpretare più anime dello stesso personaggio. Andrea Arcangeli non ha deluso le mie aspettative, dimostrandosi maturo e sensibile, capace di una performance sorprendente, fatta di scene brillanti, di momenti emotivamente toccanti e di un trasporto degno di un attore navigato e completo.
Oltre al nostro protagonista, nel cast c’è Alessandra Mastronardi, che ha dato vita ad una ragazza dolce, goffa e incasinata. La donna di cui tutti si innamorerebbero, con i suoi difetti che la rendono incredibilmente vera. La naturalezza di Alessandra e la sua capacità di interpretare Laura nei diversi universi in cui Andrea si sveglia, quindi ogni volta una Laura mai uguale a sé stessa, sul set mi ha sorpreso e reso felice. In ogni universo che mettevamo in scena, Alessandra dava vita ad una Laura inedita, ma nello stesso tempo possedeva quella caratteristica dolcezza che l’hanno resa, agli occhi di Andrea, la perfetta donna da riconquistare.
Tutti gli altri attori li ho scelti con grandissima cura. Alcuni hanno una notevole esperienza teatrale, poiché penso che questo film sia prima di tutto un film di attori, dove è la “recitazione” che fa il personaggio, piuttosto che la semplice osservazione naturalistica dell’interprete. Giovani e talentuosi come Eduardo Scarpetta, Francesca Agostini, Cristiano Caccamo sono stati affiancati da nomi illustri quali Massimo Wertmuller, Pamela Villoresi, Stefano Fresi, Giuseppe Cederna e Dario Cassini, che forniscono al cast una vera e propria luce di talento e di credibilità.
Per il ruolo del musicista ho fortemente voluto Francesco Gabbani, vincitore di due festival di Sanremo ma soprattutto un attore sorprendente. Nonostante questo sia stato per lui un esordio assoluto al cinema, Francesco si è dimostrato un interprete sensibile che, con grande umiltà, si è messo a servizio del film, studiando seriamente, ascoltando i consigli miei e di tutti i suoi colleghi con cui ha immediatamente legato, fornendo una prova d’attore impeccabile.
Per concludere, ho immaginato un universo visivo che si ispirasse alla tradizione del cinema anglosassone, alla commedia romantica di John Hughes e, più recentemente, di Richard Curtis, uno dei padri fondatori della nuova commedia inglese dell’ultimo ventennio, con piccoli capolavori quali “Quattro matrimoni ed un funerale”, “Love Actually” e “Questione di tempo”. Quest’ultimo film in particolare è un vero e proprio fantasy, in cui l’elemento predominante non è certo la struttura fantastica, bensì la credibilità della storia d’amore, la verità dei personaggi e l’emotività che riescono a far emergere all’interno di una sceneggiatura precisa, mai sopra le righe e fortemente realistica.

Marco Martani