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BABEL - IL GIORNO DEL GIUDIZIO - In VR al Museo del cinema


BABEL - IL GIORNO DEL GIUDIZIO - In VR al Museo del cinema
Dopo le partecipazioni a Biografilm Festival 2019, Festival dei Popoli 2019 e Carbonia Film Festival 2021, a Convegni internazionali di studi di antropologia visuale come Easa 2020 (Lisbona) e Transcultural Europe 2021 (Cagliari – Nanterre), il documentario sperimentale “Babel – il giorno del giudizio”, frutto del lavoro di un gruppo co-autoriale nato all’interno de Il Piccolo Cinema di Torino, sarà finalmente fruibile sul territorio dove è stato realizzato ed in cui è ambientato, grazie alla sala dedicata al Cinema in Realtà Virtuale al Museo Nazionale del Cinema, nell’Aula del Tempio della Mole, dal 13 giugno al 13 luglio.

Con la regia di Manuel Coser, Andrea Grasselli, Guido Nicolas Zingari e la direzione artistica di Alessandro Martone, “Babel – il giorno del giudizio” è un prodotto multimediale sui generis, che intreccia Realtà Virtuale, film documentario "tradizionale" e interattività del videogioco, prodotto da Il Piccolo Cinema in collaborazione con Sharing Torino e Cooperativa D.o.c., con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, Regione Piemonte - Assessorato Regionale alle Politiche giovanili – “Under 35 Digital Video Contest – Giovani protagonisti".

Tre persone, in attesa del giudizio della Commissione Territoriale per avere protezione internazionale. Ad attenderli, tre diversi esiti, compresa l'incognita del cambio di regole apportato dal Decreto Sicurezza Salvini del 2018. Dallo spazio privato di casa alla città ideale di ciascuno, fino al momento dell’esame della Commissione Territoriale, l’esperienza interattiva del pubblico ricompone un puzzle di vite frammentate e spazi disancorati dalla realtà fisica. Seguendo il filo di confessioni, ricordi, desideri e relazioni, si rivelano mondi interiori e si aprono spazi sconosciuti nella città circostante, fino ad un sorprendente riconoscimento finale.

Babel è un'opera collettiva e polifonica. È un affresco frammentato, raccontato in prima persona. È un diario a più mani. La centralità del luogo fisico da cui nasce il film, il Centro di Accoglienza dove vivono i protagonisti, è lo snodo da cui parte e torna ogni racconto, ogni fuga, ogni percorso. Il racconto è affidato a materiale eterogeneo: fotografie, registrazioni audio, video, home movies, video-chiamate, telefonate. L'esplosione linguistica e iconografica del film consente una ricerca permanente, tra immersione o dispersione, tra descrizione e spaesamento, tra geografia e sdoppiamento, di un terreno comune, di uno sguardo proprio. Questa ibridazione dei linguaggi consentirà, ad ogni protagonista-realizzatore, come anche a ogni spettatore, di muoversi liberamente nei territori, reali o immaginari, vicini o lontani, che compongono la sua vita.

12/06/2022, 10:16