Parete nord del Grand Zebrù, 1956. Ad attendere Kurt Diemberger, uno dei più grandi alpinisti della storia, c’è la “Meringa”, proprio come lui stesso avevo chiamata quel grande, minacciosamente perfetto e bellissimo seracco. È settembre e Kurt, strisciando con la pancia su quella parete di ghiaccio, la supera scalandola per la prima volta in assoluto. Dal 2001 la “Meringa” non esiste più, crollata sotto il peso dell’enorme quantità di neve caduta nell’inverno. “Alla ricerca del ghiaccio perduto” è il titolo della serata evento (giovedì 11 agosto ore 21:00, Centro Congressi Valtournenche) che il
Cervino CineMountain, in collaborazione con Grivel, dedica ai ghiacciatori, alle esplorazioni e alle riflessioni sul cambiamento in atto su questi giganti delle montagne: protagonisti saranno Kurt Diemberger, François Cazzanelli, Christophe Profit e Luca Mercalli.
Nel 2021 la foto di un turista ritrae il Grand Zebrù, già privo del suo famoso seracco, ora “nudo”, svestito dall’afa dei giorni precedenti. Quello della Piramide in alta Valtellina è solo uno dei ghiacciai italiani spariti o quasi, o destinati a farlo nei prossimi anni, non più in un lontano futuro ma ora. Teatri e testimoni delle più grandi imprese alpinistiche, di avventure e sciagure, di esplorazioni e studi fondamentali, i ghiacciai sono l’habitat naturale degli amanti della montagna e una risorsa indispensabile per l’ambiente. Il Cervino CineMountain, in collaborazione con Grivel, ha scelto di celebrarne le bellezze e le asperità e di ricordarne le fragilità attraverso le parole di chi ne ha conquistato la cima: Kurt Diemberger, uno degli uomini simbolo dell’alpinismo alpino e himalayano, di François Cazzanelli, tra i più grandi alpinisti dei nostri giorni, reduce dalla vetta del Nanga Parbat senza ossigeno supplementare, salendo una nuova difficile via di accesso alla Kinshofer, e Christophe Profit, pietra miliare dell’alpinismo francese degli anni ’80, pioniere della scalata veloce. Insieme a loro il climatologo Luca Mercalli, per parlare della situazione sui ghiacciai alpini, quindici dei quali costantemente monitorati e Oliviero Gobbi, presentatore della serata e titolare di Grivel, azienda valdostana leader nello sviluppo e produzione di attrezzatura tecnica da montagna.
Il cambiamento climatico sta inevitabilmente producendo conseguenze e mutazioni nelle modalità e nelle produzioni di chi coltiva in montagna. Le politiche e strategie di adattamento non sembrano compensare la velocità del riscaldamento globale, con importanti conseguenze per la tipicità dei prodotti. Roberto Berutti, Membro di Gabinetto del Commissario EU per l’Agricoltura, Alexis Vallet, Direttore della Co-fruits, e René Benzo, Presidente della Fondazione Sistema Ollignan, che gestisce un centro agricolo a 770 metri d’altezza, nel quale lavorano ragazzi disabili, saliranno sul palco della Matinée dal titolo “Quale futuro per l’agricoltura in media e alta montagna” (giovedì 11 agosto ore 11:00): insieme racconteranno e testimonieranno le difficoltà e la mutazione della composizione delle specie vegetali delle praterie, la scarsità di acqua alla quale si va incontro e i possibili scenari da affrontare.
Ma il cambiamento climatico è al centro anche della selezione cinematografica di questa XXV edizione, dai Grand Prix ai film nel Concorso Internazionale, il tema del riscaldamento globale e delle inarrestabili conseguenze per chi vive sulle Terre Alte occupa sempre più un ruolo da protagonista nelle produzioni degli ultimi anni.
Tra i Grand Prix, i film candidati all’Oscar del cinema di montagna 2022 al Cervino CineMountain, c’è l’americano After Antarctica, vincitore al Festival di Ljubiana, a Torellò in Spagna e al Festival di Ulju in Corea del Sud, che racconta la vita dell'esploratore Will Steger, testimone oculare dei più grandi cambiamenti nelle regioni polari del nostro pianeta. Nel drammatico tentativo di diffondere consapevolezza sul tema, ha intrapreso la prima spedizione da costa a costa attraverso l'Antartide nel 1989. Sei esploratori e i loro cani da slitta hanno sfidato tempeste ululanti, temperature sotto lo zero, crepacci di neve e altri pericoli mentre attraversavano il terreno ghiacciato. Ora, a trent'anni dalla sua rivoluzionaria spedizione, Steger si dirige nuovamente sul ghiaccio, questa volta all'estremità opposta del pianeta. La pluripremiata regista e direttrice della fotografia Tasha Van Zandt riunisce avvincenti filmati d'archivio e ricordi in prima persona del protagonista che danno forma ad una profonda meditazione sul destino umano e su quello del nostro pianeta. Un messaggio urgente che abbraccia entrambi i poli.
Nel Concorso Internazionale sarà invece Haulout, dei fratelli Evgenia Arbugaeva e Maxim Arbugaev, candidato alla Berlinale 2022. Il corto segue la vicenda del biologo marino Maxim Chaliev che, da dieci anni, studia in quella zona le migrazioni dei trichechi, sempre più vulnerabili alle conseguenze incalzanti del riscaldamento globale nell’Artico. Una testimonianza drammatica e cruda degli effetti catastrofici sulla vita animale, ma alla fine anche sull’uomo, del deterioramento del loro habitat, immagini che sono uno schiaffo in faccia e una presa di coscienza.
“Le tragedie recenti, questo incalzare di cambiamenti sempre più evidenti all’occhio e all’esperienza umana, danno la sensazione che la velocità di questo processo sia molto rapido di quello che forse pensiamo. ricorda Luca Bich, direttore del Festival - Il Cervino CineMountain ha da sempre proposto al suo pubblico, attraverso i film e gli eventi, spazi di riflessione su questi argomenti “scottanti” fuor di metafora, così anche quest’anno proviamo a trasformare questa in una ulteriore occasione di confronto su un tema urgente che, come Festival legato al racconto della montagna, ci tocca particolarmente”.