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Note di regia di "Spaccaossa"


Note di regia di
La cupa vicenda degli Spaccaossa mi accompagna da quella mattina in cui una notizia di cronaca del giornale radio dell'alba ha conquistato i miei pensieri arrivando ad assumere le fattezze di un cancro da espellere.
Per farlo sentivo forte la necessità di raccontarlo. Intanto perché avveniva nel ventre molle di Palermo, la mia città, con tutto il suo feroce incanto, e poi perché man mano che mi addentravo nella storia di cronaca, dapprima per curiosa voglia di sapere e poi con il bisogno di sfogliarne i sostrati, avvertivo sempre più in me la sensazione di compiere una discesa agli inferi.
Mi colpì la storia della banda di delinquenti che per truffare le agenzie di assicurazioni, cinicamente, mutilava gli arti per inscenare poi finti incidenti riscuotendone i lauti premi.
Ancor di più̀ mi impressionò il mondo dei tormentati e afflitti che erano coinvolti e che venivano adescati; il più delle volte erano proprio loro a richiedere di farsi spaccare le ossa per motivi spesso futili o disperati.
Voglio raccontare questa meschinità d'animo, la sub-cultura che ammanta le nostre periferie, con la stessa dolenza con cui si recitano le stazioni della via crucis.
Mettere in scena le storie di donne e di uomini che ghignano in faccia alla violenza, alla sopraffazione e in qualche modo si prendono gioco della vita galleggiando in una secca di disperazione, in un lago di inerzia sconsolata.
Ho scelto di farmi condurre in questo viaggio infernale da una figura ancora in bilico tra la perdizione e la rinascita: Luisa, una ragazza dipendente da crack, che attraverserà tutto il magma di questa eruzione di violenza e cinismo. Luisa non ha più niente nella vita, ormai sull'orlo del baratro si aggrappa a Vincenzo più vecchio di lei di vent'anni che le mostra uno scampolo di attenzione, qualcosa che sembrerebbe affetto, un po' di amore, forse solo un altro abisso.
Luisa crede di poter compiere un percorso che finalmente potrà alleviare la sua prostrazione, vive abbracciando questa convinzione mentre tutto attorno a lei si muove spingendola nell’orrore più oscuro.

Vincenzo Pirrotta