LOCARNO 75 - Cappiello: "Un’emozione forte, bella e spiazzante"


LOCARNO 75 - Cappiello:
Saverio Cappiello ha presentato il suo corto "Faccia di Cuscino" all'ultimo festival di Locarno. Lo abbiamo intervistato.

-Come nasce il progetto, sia a livello di idea sia a livello produttivo?

Avevo da tempo l’idea di raccontare quello che è il riflesso di una mia esperienza del passato. In particolare di quel momento in cui ti rendi conto di non essere più un bambino, ma di essere diventato dell’altro. Volevo raccontare questa storia in un contesto di periferia estrema, ovvero in quei luoghi di abbandono dove i ragazzini la fanno da padroni e quindi questa ritualità può manifestarsi.
A livello produttivo è stato fondamentale il lavoro della produzione (Intervallo e BIG Factory) che hanno realizzato un corso durato circa un anno e che rimetteva al centro del discorso il quartiere Libertà a Bari e ha creato terreno fertile per la produzione del cortometraggio.

-Come hai scelto i tuoi protagonisti?

Il sabato pomeriggio al Redentore, un istituto salesiano che offre attività ai bambini del quartiere con lo scopo di allontanarli dalla strada, i ragazzini si organizzano per una partita di calcio. Noi siamo andati a bordo campo dove li fermavamo per fare un casting. Avevo una manciata di secondi per capire chi tra loro facesse al caso della storia che avevo in mente.
Quei pochi attimi mi sono bastati per incrociare e scegliere Samuel che veniva chiamato dagli altri “Faccia di cuscino” per il suo viso paffuto che ricorda forse più quello di un bambino che quello ancora di un adulto. Successivamente ho tenuto un paio di incontri con i tre protagonisti per “cucirli” la storia addosso e trovare l’equilibrio tra quello che volevo raccontare e come lo avrebbero potuto raccontare loro.

-Che esperienza è stata a Locarno? Con il pubblico e con gli addetti ai lavori.

Devo ammettere che faccio ancora fatica a mettere a fuoco quello che ho provato in quei giorni. Locarno è un festival che ti fa sentire l’importanza del mezzo cinematografico. Cosa che molte volte dimentico, specie perché faccio cinema soprattutto grazie all’aiuto di amici che si mettono a disposizione e mi danno una mano nella produzione.
Quindi le aspettative di questo cinema a “conduzione familiare” si infrange con gli spettatori quando sei in una sala da 900 posti e percepisci tutte le reazioni di un pubblico così grande e partecipativo. È un’emozione forte, bella e spiazzante.

20/08/2022, 08:00

Carlo Griseri