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Note di regia di "La Citta' di Sale"


Note di regia di
L'idea de La città di Sale nasce dalla necessità di esplorare la profonda interazione tra i paesaggi urbani e le persone che li abitano.
Per questo abbiamo deciso di raccontare questa storia nella forma di un film documentario, lavorando con i personaggi su contenuti altrove suggeriti e su scene di ampio impatto visivo, utilizzando anche campi lunghi e lunghissimi con ripresa audio ravvicinata.
Ci si immerge così nel suggestivo contesto ambientale offerto da quel tratto di costa, tra l’affascinante decadenza post-industriale, il colore lunare delle celeberrime spiagge bianche e l'eterogenea struttura urbanistica.
In questo senso va fatta menzione anche della scelta di girare con macchine reflex HD che consentono un utilizzo variabile di ottiche: obiettivi 24-70 mm per una rappresentazione più naturalistica e ottiche grandangolari, che in alcuni casi hanno favorito le possibilità descrittive in interni e in altri la deformazione degli spazi e dei panorami esterni. Abbiamo così dato alla realtà una caratterizzazione maggiormente impressionistica che insieme al lavoro sul suono riesce a enfatizzare le atmosfere Questo approccio ci ha permesso di mescolare campi semantici diversi: l'utilizzo di sonorizzazioni di tipo industriale su immagini di tipo naturalistico, ad esempio, restituisce una fusione di significati tra gli aspetti contraddittori del luogo. In altri casi invece la sonorizzazione sul movimento dei personaggi anche sui campi lunghi, permette una lettura specifica delle inquadrature senza perdere la lunghezza del campo, che raccoglie insieme piani diversi, dal panorama alle persone.
I contenuti delle interviste sono utilizzati come linee guida, che collegano la quotidianità ai contenuti ideologici a più ampio raggio, rendendo il racconto più omogeneo. Per questo motivo sono sempre inseriti senza la parte visiva dell'intervistato, diventando una sorta di raccordo tematico fuori campo, all'interno del tessuto visivo e utilizzati in modo asincrono, con immagini o con ritratti a campo medio/medio-lungo e primi piani dei personaggi - mai dell'interlocutore - che si raccorderanno su alcune parti di contenuto audio.
Per la parte musicale è prevista una sonorizzazione con musica elettronica, eseguita con synth modulari dal musicista Alessandro Rizzato, che ci sembra la più adatta ad un’ambientazione industriale.
Un momento importante del film sarà inoltre quello del racconto legato al Villaggio Solvay, la città giardino costruita sui modelli di Howard, che ebbe un trattamento particolare rispetto ai coevi villaggi industriali d'Europa. Gli elementi caratteristici delle costruzioni del villaggio sono infatti molto curati e riproducono, seguendo la cronologia della loro creazione, adesso lo stile architettonico nord-europeo – soprattutto belga – adesso quella dei tipici edifici popolari toscani ma non solo.
La vivibilità e godibilità erano certamente uniche, soprattutto se confrontate con quartieri odierni, ma va anche detto che la sua planimetria si reggeva su un principio gerarchico legato al lavoro.

Matteo Innocenti