Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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FESTA DEL CINEMA DI ROMA 17 - Protagonista: Il cinema Italiano


Dal 13 al 23 ottobre all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone la nuova edizione del festival diretta da Paola Malanga. Apertura con "Il Colibrì" di Francesca Archibugi, in Concorso "La Cura" di Francesco Patierno, "I Morti rimangono con la bocca aperta" di Fabrizio Ferraro. Nella sezione non competitiva "L'Ombra di Caravaggio" di MIchele Placido e "Astolfo" di Gianni Di Gregorio Premio alla carriera a James Ivory.


FESTA DEL CINEMA DI ROMA 17 - Protagonista: Il cinema Italiano
"Il Ciolibrì" apre la 17a Festa del Cinema di Roma
“Una festa che rispecchia il nostro tempo in cui sono evidenti le conseguenze di due anni di Covid”, ha dichiarato Paola Malanga, direttrice artistica della Festa del Cinema di Roma 17 durante la conferenza di presentazione del lunghissimo programma, “Sono dei film che parlano di memoria aumentata, tanti, infatti. gli elementi autobiografici che riemergono negli autori di età diverse, che hanno incontrato la storia con la s maiuscola. Troverete molto cinema italiano, è voluto, è meritato, ed è un segno di grande vitalità, ci sarà un cinema italiano al plurale con una varietà di proposte, film più di ricerca e altri più popolari, ci piacerebbe che gli spettatori portassero a casa con loro un film, il primo di un ritorno in sala”.

Il primo titolo, annunciato giorni fa, è l’attesissimo film d’apertura “Il colibrì” di Francesca Archibugi con Pierfrancesco Favino, tratto dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2020. Tra i 16 titoli nel Concorso Progressive Cinema troviamo due italiani: "La cura" di Francesco Patierno, rilettura di “La peste” di Albert Camus, e "I morti rimangono con la bocca aperta" di Fabrizio Ferraro, “un film che si rivolge al passato per interrogare la contemporaneità”.

Nella sezione Freestyle, sezione non competitiva composta da 25 titoli di formato e stile liberi, dalle serie ai video clip, dai film alla videoarte, tra i tantissimi titoli italiani troviamo l’anteprima della serie western “Django” di Francesca Comencini, liberamente ispirata al film di Sergio Corbucci, è la storia di un pistolero alla ricerca della verità sul massacro della sua famiglia che si troverà a combattere per un ideale più grande, "Il maledetto" di Giulio Base e la miniserie "Sono Lillo" di Eros Puglielli sull’amatissimo personaggio Posaman creato da Lillo nello show “Lol – Chi ride è fuori”.

Nella sezione non competitiva Grand Public le anteprime di "L’ombra di Caravaggio" di Michele Placido con Riccardo Scamarcio, "Astolfo" di Gianni Di Gregorio con Stefania Sandrelli, "Il principe di Roma" di Edoardo Falcone con Marco Giallini, "La stranezza" di Roberto Andò con Toni Servillo nella parte di Pirandello e con Ficarra e Picone, e "Rapiniamo il duce" di Renato De Maria con Pietro Castellitto e Matilda De Angelis.

Un programma ricchissimo tra restauri, incontri, retrospettive e il Best of 2022, sezione non competitiva composta da film provenienti da altri festival internazionali, considerati tra i migliori della stagione.

Alla serata di apertura verrà consegnato a James Ivory il premio alla carriera.


Di seguito il programma completo



CONCORSO PROGRESSIVE CINEMA – VISIONI PER IL MONDO DI DOMANI

ALAM

di Firas Khoury, Francia, Tunisia, Palestina, Arabia Saudita, Qatar, 2022, 110’ | Opera prima |

Cast: Mahmood Bakri, Sereen Khass, Mohammad Karaki, Muhammad Abed Elrahman, Ahmad Zaghmouri, Saleh Bakri

Una scuola superiore in Palestina. Una bandiera palestinese che deve sventolare il giorno dell’Indipendenza di Israele, che per i palestinesi è un giorno di lutto (la “nakba”). Filas Khoury, esordiente nel lungometraggio, gira (in Tunisia, per ovvi motivi) un film che parla di temi universali (amore, amicizia, lotta contro le ingiustizie, ricerca della propria identità, conflitti generazionali) in un contesto dove l’affermazione dei giovani palestinesi è negata da una tragedia che dura dal 1948. E trova la sua forza e originalità nel mostrare come la tragedia è calata nella quotidianità, e nel portare sullo schermo (con empatia, ironia sferzante e senso del paradosso) una nuova generazione trascurata dai media, che resiste orgogliosamente senza usare la logica della violenza.

EL CASO PADILLA | THE PADILLA AFFAIR

di Pavel Giroud, Spagna, Cuba, 2022, 78’ | Doc |

“Dì la verità”: si apre con questa frase il nuovo film del cineasta cubano Pavel Giroud, subito seguita da una ripresa del 1983 della tv francese, dove il conduttore sta intervistando Heberto Padilla, il poeta autore della raccolta Fuera de juego con la quale divenne famoso anche in Europa ma per la quale fu arrestato e condannato da Castro. Back al 1971 e al bianco e nero della straordinaria registrazione della ritrattazione della propria opera, il 27 aprile, davanti agli intellettuali e amici membri dell’Uneac (Unione degli scrittori e artisti cubani): oltre due ore di girato, riemerso dopo cinquant’anni da un archivio governativo, che Giroud seleziona e intercala con altri materiali che danno il senso del periodo storico. Mentre Padilla, che ha teatralmente appallottolato il testo del discorso fin dall’inizio, continua nella propria abiura, sempre più sudato e istrionico, in un crescendo di cadenze drammatiche shakespeariane di sconvolgente (e coinvolgente) tensione.

CAUSEWAY

di Lila Neugebauer, Stati Uniti, 2022, 92’ | Opera prima |

Cast: Jennifer Lawrence, Brian Tyree Henry, Linda Emond, Jayne Houdyshell, Stephen McKinley Henderson, Russell Harvard, Fred Weller, Sean Carvajal, Will Pullen, Neal Huff

Prodotto e magnificamente interpretato da Jennifer Lawrence, l’esordio alla regia di Lila Neugebauer esplora e racconta con grande sensibilità il modo di affrontare i traumi psicologici e fisici che i soldati riportano in guerra, ma anche le difficoltà, le incomprensioni e le sofferenze che sembrano aver segnato le loro vite precedenti, spingendoli ad arruolarsi e partire per mete lontane, dove i conflitti armati sono cruenti e il futuro incerto e pericoloso. La storia di un’amicizia non semplice, ma tenera e reale, sullo sfondo di un’inedita New Orleans e il ritorno per Jennifer Lawrence a una recitazione semplice, minimalista ma di grande efficacia, che ci riporta indietro a quel memorabile Winter’s Bone degli inizi della sua carriera stellare.

LA CURA

di Francesco Patierno, Italia, 2022, 87’

Cast: Francesco di Leva, Alessandro Preziosi, Francesco Mandelli, Cristina Donadio, Andrea Renzi, Antonino Iuorio, Peppe Lanzetta

Corso Umberto, il rione Sanità, le Terme, la stazione di Mergellina, l’Hotel Oriente, la Prefettura, strade, angoli, per lo più deserti: Napoli in pieno lockdown. Una città spettrale e fuori dal tempo per la rilettura contemporanea di Francesco Patierno di La peste di Albert Camus, dove i sentimenti, le paure, i conflitti del libro scivolano armoniosamente dentro il disorientamento generato dalla pandemia, e pezzi di realtà, come un uomo disperato che urla di notte per strada, riflettono il testo. Un ospedale e i suoi medici e volontari, i funzionari, i commercianti, le persone normali, tutti si mescolano con una troupe che sta girando un film sulla Peste, in una coralità drammatica asciutta e coinvolgente. Chi vuole scappare. Chi decide di restare. Ma da soli non si resiste alla paura.

FOUDRE | THUNDER

di Carmen Jaquier, Svizzera, 2022, 92’ | Opera prima |

Cast: Lilith Grasmug, Mermoz Melchior, Benjamin Python, Noah Watzlawick, Sabine Timoteo, François Revaclier, Diana Gervalla, Lou Iff, Léa Gigon, Marco Calamandrei

Nell’estate del 1900, dalla pace del convento nel quale da cinque anni sta facendo il noviziato, la diciassettenne Elisabeth è sbalzata, poco prima di prendere i voti, di nuovo a casa, per lavorare la terra, dopo la morte improvvisa della sorella maggiore Innocente. Ma la morte è misteriosa, la famiglia silenziosa e solo tre suoi amici d’infanzia sembrano condividere l’ansia di conoscenza e di libertà di Elisabeth. Immersa nel solare scenario di una valle svizzera, una storia di progressiva affermazione di autonomia, volontà e desiderio, dove la cupezza repressiva dell’ambiente e delle credenze viene progressivamente sfaldata dall’energia vitale dei quattro amici, sempre più complici, sempre più innamorati l’uno degli altri e dei rispettivi corpi.

HOURIA

di Mounia Meddour, Francia, 2022, 104’

Cast: Lyna Khoudri, Rachida Brakni, Hilda Amira Douaouda

Quasi una metafora dell’attuale situazione dell’Algeria – dove l’Hirak, un imponente movimento politico e civile di opposizione al regime, è stato definitivamente soffocato dalla pandemia ad appena un anno dalla sua nascita – l’ultimo film di Mounia Meddour (Papicha), insieme popolare e sofisticato, racconta la storia di Houria, una ballerina di talento che, dopo aver subito pesanti menomazioni fisiche in seguito ad un grave episodio di violenza, continua la sua eroica resistenza nel perseguire un sogno che sembra impossibile da realizzarsi. Ballare ancora, tra Felicità e Gloria, ballare avvolte nei colori di abiti sgargianti, su una terrazza o su una spiaggia, tutte immerse in una sorellanza ideale di donne che si sostengono a vicenda, intorno a un nucleo di resilienza incrollabile.

IN EINEM LAND, DAS ES NICHT MEHR GIBT | IN A LAND THAT NO LONGER EXISTS

di Aelrun Goette, Germania, 2022, 101’

Cast: Marlene Burow, Sabin Tambrea, David Schütter, Claudia Michelsen, Jördis Triebel

Primo film di finzione della regista tedesca Aelrun Goette, nota al pubblico internazionale per il documentario Die Kinder sind tot (Prix Regard Neuf a Visions du Réel 2003). Nel 1988, a pochi mesi dalla caduta del Muro, per una sua foto apparsa casualmente su Sibylle (il Vogue dell’Est), una diciassettenne di Berlino Est si trova immersa nel mondo della moda. Tra fotografi, modelle, nuove idee e stili di vita, il film è basato su fatti realmente accaduti, ispirato all’esperienza di modella della regista stessa tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 nella Repubblica Democratica Tedesca. Sospesa tra personale e pubblico, sentimenti e coerenza politica, un’opera che strada facendo si trasforma in un energetico inno alla bellezza ed alla libertà.

JANVĀRIS | JANUARY

di Viesturs Kairišs, Lettonia, Lituania, Polonia, 2022, 94’

Cast: Kārlis Arnolds Avots, Alise Dzene, Baiba Broka, Aleksas Kazanavičius, Juhan Ulfsak, Sandis Runge Gennaio 1991. Tre aspiranti filmmaker si trovano di fronte all’invasione dei carri armati sovietici che vogliono reprimere l’indipendenza della Lettonia dichiarata il 4 maggio dell’anno prima. Il film di Viesturs Kairišs (che allora aveva diciannove anni) non solo ricostruisce una generazione che sognava il cinema di Bergman, di Tarkovskij e di Jim Jarmusch (di Stranger than Paradise circolano cassette pirata...), era avida di conoscere il mondo e si confrontò con la Storia. Parla del presente e della forza incontenibile della giovinezza, ritrovando la libertà e l’entusiasmo della nouvelle vague e della Nová vlna. Kairišs rende anche omaggio alla figura carismatica di Juris Podnieks, uno dei più promettenti registi lettoni, che morì a quarantadue anni nel 1992.

JEONG-SUN

di Jeong Ji-hye, Corea del Sud, 2022, 105’ | Opera prima |

Cast: Kim Kum-soon, Yun Seon-a, Cho Hyeon-woo, Kim Yong-joon

I crimini sessuali digitali sono in crescente aumento in Corea del Sud, dove le vittime affrontano innumerevoli difficoltà nel perseguire azioni legali a causa della disparità di genere e di un’inadeguata risposta al problema da parte del governo. Nell’affrontare questa problematica, divenuta di scottante attualità, la giovane regista Jeong Ji-hye, al suo primo lungometraggio, racconta la storia di un’operaia di mezz’età che, per cultura e inesperienza, si muove incerta nell’universo digitale, vittima silenziosa di soprusi e prevaricazioni all’interno della fabbrica in cui lavora. Uno sguardo acuto ed empatico quello di Jeong Ji-hye, che coglie con precisione la fragilità delle vittime di fronte al potere distruttivo della cyber-violenza, ma ci restituisce anche l’immagine indelebile di un personaggio femminile forte e inconsueto.

LV GUAN | THE HOTEL

di Wang Xiaoshuai, Hong Kong, 2022, 112’

Cast: Ning Yuanyuan, Ye Fu, Qu Ying, Huang Xiaolei, Worrapon Srisai, Dai Jun, Li Zonghan

Girato in quattordici giorni, con poche risorse finanziarie e molta creatività, l’ultimo film di Wang Xiaoshuai, regista di spicco della cosiddetta “sesta generazione” di cineasti cinesi, è interamente ambientato in un hotel in Thailandia, dove Wang si trovava per caso in vacanza a trascorrere le festività del Capodanno Lunare, a fine gennaio 2020. Impossibilitato a muoversi e non potendo rientrare in Cina a causa del lockdown e dell’interruzione dei voli di collegamento con la madrepatria, il regista decide – insieme ad un gruppo di amici, cineasti, sceneggiatori e artisti costretti, come lui, ad un esilio temporaneo – di girare un film. Una meditazione sui devastanti effetti della pandemia, il film coglie con precisione chirurgica, il senso di intrappolamento, confusione, apatia, la frustrazione crescente e l’instabilità sentimentale che tutti abbiamo provato nei giorni del confinamento.

I MORTI RIMANGONO CON LA BOCCA APERTA

di Fabrizio Ferraro, Italia, Spagna, 2022, 84’

Cast: Emiliano Marrocchi, Domenico D’Addabbo, Fabio Fusco, Olimpia Bonato, Antonio Sinisi

Quattro partigiani fuggono in mezzo alla neve sull’Appennino dell’Italia centrale, nel 1944. Sono inseguiti, cercano un rifugio, incontrano una ragazza. Drammaticamente ambientata in un contesto storico e politico ben preciso, tuttavia la loro storia si connette, seppur non esplicitamente, con un presente ancora fragile e falcidiato da guerre presenti o echeggianti. Fabrizio Ferraro, regista e sceneggiatore con alle spalle una formazione in scienze del cinema e filosofia del linguaggio, sceglie il bianco e nero per riportarci indietro nella storia, alternando campi larghi a primi piani, dialoghi serrati a voci narranti, intervallati da grandi silenzi e poderosi fruscii. Un film che si rivolge al passato per interrogare la contemporaneità.

RAMONA

di Andrea Bagney, Spagna, 2022, 80’ | Opera prima |

Cast: Lourdes Hernández, Bruno Lastra, Francesco Carril

Madrid come Manhattan: sontuosi scorci della città in bianco e nero sottolineati dalla musica di Tchaikovsky. Si apre così, con un omaggio al capolavoro di Woody Allen, il film d’esordio della regista spagnola Andrea Bagney, una storia d’amore (e di amori) tutta costruita intorno alla protagonista, aspirante attrice trentenne in cerca del senso della vita, ora bionda ora bruna, ora entusiasta ora dubbiosa, ora innamorata del boyfriend Nico ora attratta dal regista Bruno. Dal bianco e nero della vita al colore della messa in scena (dove, tra l’altro, Ramona replica monologhi di Diane Keaton in Io e Annie e di Julie Delpy in Prima dell’alba), la commedia romantica si snoda tra chiacchiere, passeggiate e nevrosi, trascinata dalla protagonista Lourdes Hernandez, nota in Spagna come cantautrice con lo pseudonimo Russian Red.

RAYMOND & RAY

di Rodrigo García, Stati Uniti, 2022, 100’

Cast: Ethan Hawke, Ewan McGregor, Maribel Verdú, Tom Bower, Vondie Curtis Hall, Sophie Okonedo Due fratellastri, uniti da un padre con cui avevano un rapporto quanto meno contrastato e al cui funerale devono partecipare: Ewan McGregor (che gioca contro il suo tipico ruolo) e Ethan Hawke. Un regista-sceneggiatore colombiano, Rodrigo Garciá, figlio di Gabriel García Márquez, che ha esordito come regista nel 2000 con Le cose che so di lei (premio di Un certain regard a Cannes), e ha spesso collaborato con Alfonso Cuarón (che di Raymond & Ray è uno dei produttori) e Guillermo del Toro. Una grande capacità di reinventare i generi (road movie, commedia, family drama) e di costruire personaggi di cui innamorarsi. Come quelli interpretati da Maribel Verdú e da Sophie Okonedo, dove García mostra di essere uno dei migliori direttori di attrici del cinema contemporaneo.

SANCTUARY

di Zachary Wigon, Stati Uniti, 2022, 96’

Cast: Margaret Qualley, Christopher Abbott

Un uomo nella suite di un hotel di lusso. Bussa alla porta una ragazza, bionda, bella, in tailleur professionale, che lo sottopone a un’intervista formale. Via via che le domande si fanno più personali, il gioco si chiarisce: Rebecca è una escort dominatrix, Hal il suo ricco cliente, pronto a tutto, anche a pulire ogni centimetro del bagno in mutande. Ma questo è solo l’inizio del nuovo romantic thriller di Zachary Wigon, che ha già lavorato sugli inganni, i trucchi, i buchi neri dei rapporti uomo-donna in The Heart Machine. Chiusi in una stanza, Margaret Qualley (figlia di Andie MacDowell e autostoppista hippie in C’era una volta a Hollywood) e Christopher Abbott (Piercing, la serie Girls) rimbalzano tra giochi erotici, rimbrotti, minacce, ricatti, svelano lati oscuri, ansie e fragilità, mentre macchina da presa e dialogo virano dall’erotico al noir. Ma tutto, compreso il finale, è imprevedibile.

SHTTL

di Ady Walter, Francia, Ucraina, 2022, 109’ | Opera prima |

Cast: Moshe Lobel, Antoine Millet, Saul Rubinek, Anisia Stasevich, Pyotr Ninevsky, Daniel Kenigsberg, Emily Karpel

1941: il giovane Mendele è entusiasta di lavorare nel cinema a Odessa, ma torna nel suo paese (“shtetl”, in yiddish) in Ucraina, al confine con la Polonia, dove il suo amore di sempre sta per sposare il figlio del rabbino. E questo il giorno prima dell’invasione nazista. L’esordiente argentino Ady Walter usa il piano-sequenza e il bianco e nero (anche se la continuità spazio-temporale è infranta da flashback a colori) come strumenti per calare lo spettatore dentro la realtà di un mondo ebraico sull’orlo della tragedia, tra ricostruzione filologica e allusione al presente. A parlare yiddish è un cast internazionale, tra cui Saul Rubinek (Gli spietati), che recita per la prima volta in questa lingua. Il villaggio è stato interamente ricostruito a sessanta chilometri da Kyiv, con l’intenzione di diventare, dopo le riprese, un museo a cielo aperto. La grafia del titolo è un omaggio al romanzo “La sparizione” di Perec, dove scompare la lettera “e”, per alludere a un altro vuoto.

LA TOUR | LOCKDOWN TOWER

di Guillaume Nicloux, Francia, 2022, 89’

Cast: Angèle Mac, Hatik, Ahmed Abdel-Laoui, Kylian Larmonie, Merveille Nsombi, Nicolas Pignon

Una signora di colore una mattina esce dal torreggiante condominio di periferia in cui abita e viene inghiottita dal nero, un velario scuro, una nebbia, un’entità che divora chiunque si avventuri all’esterno da porte o finestre. Isolati dal mondo esterno, ecco i diversi gruppi famigliari: coppie e single, vecchi e bambini, gatti e cani di diversa taglia. E soprattutto bianchi, neri e nordafricani, divisi per piani e per etnie, più o meno armati e, mentre le scorte alimentari e idriche si assottigliano, più o meno decisi a conquistare la sopravvivenza e il dominio con la forza. Regista e sceneggiatore, Guillaume Nicloux affronta il distopico con un occhio a J. G. Ballard (Condominio, ma non solo) e uno allo spirito caustico di Michel Houellebecq, del quale nel 2014 mise in scena il “rapimento” e che è ringraziato nei titoli di coda.

FREESTYLE

Sezione non competitiva composta da 25 titoli di formato e stile liberi, dalle serie ai video clip, dai film alla videoarte.

75 – BIENNALE RONCONI VENEZIA
di Jacopo Quadri, Italia, 2022, 84’ | Doc |

Alla metà degli anni Settanta una generazione si convince che il teatro possa cambiare il mondo. Si sono affermati sulla scena internazionale i giovani maestri che segneranno i decenni successivi: Peter Brook,il Living Theatre, Jerzy Grotwski, Ariane Mnouchkine, Meredith Monk, Andrei Serban, Giuliano Scabia, Dacia Maraini, Robert Wilson... Luca Ronconi, reduce del successo internazionale dell'Orlando Furioso e dell'Orestea, nel 1975 viene nominato direttore della Biennale Teatro. Ronconi li chiama tutti a Venezia, per un festival-laboratorio memorabile, che attira centinaia di giovani, alcuni destinati a lunghe carriere teatrali, come Roberto Bacci, Giorgio Barberio Corsetti, Federico Tiezzi. Attraverso decine di interviste e materiali di repertorio, Jacopo Quadri restituisce il clima di quella stagione irripetibile, l'ultima fiammata dell'Utopia. E non a caso proprio Utopia si intitola lo spettacolo “impossibile” realizzato da Luca Ronconi in quell'occasione.

AMATE SPONDE

di Egidio Eronico, Italia, 2022, 78’ | Doc |

Come in una lunga suite, il racconto cinematografico di un Paese, l’Italia, nella sua attuale fisionomia, in un film fatto di sole immagini e musica. Un Atlante domestico di meraviglie a volte incomprese e di luoghi conosciuti, amati e spesso smarriti. E di gente colta nel suo vivere in un territorio ad alta stratificazione, tra la grandezza ancora fruibile del passato e l’apparente stasi del presente. Un Paese segnato da forti disuguaglianze e ciò nonostante in continua trasformazione nella difficile corsa verso uno sviluppo sostenibile, problematicamente sospeso tra il vecchio e il nuovo e alla sempre più ardua ricerca di un equilibrio per salvaguardare il proprio èthos.

BASSIFONDI

di Francesco Pividori, Italia, 2022, 94’ | Opera prima |

Cast: Gabriele Silli, Romano Talevi

Francesco Pividori, in arte Trash Secco, artista e videomaker per Achille Lauro e Marracash, esordisce con un film scritto da Damiano e Fabio D’Innocenzo. Ne sono protagonisti due senzatetto, Romeo e Callisto, che vivono tra ratti e nutrie sotto un ponte, in una Roma in “decomposizione cromatica”. Chiedono “uno spiccio” ai passanti che li ignorano e si nutrono anche di latte scaduto. Ma Bassifondi non è solo un modo per rendere visibile e ridare dignità di persona a chi di solito è rimosso; è anche la grande storia di un impossibile amore fraterno e un viaggio visionario verso la morte. Ne sono sorprendenti interpreti, quasi una coppia beckettiana, Gabriele Silli (artista e interprete di Re Granchio) e Romano Talevi (diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, con una lunga militanza teatrale e televisiva alle spalle).

LA CALIFORNIA

di Cinzia Bomoll, Italia, Cile, 2022, 100’

Cast: Piera Degli Esposti (voce narrante), Silvia Provvedi, Giulia Provvedi, Lodo Guenzi, Eleonora Giovanardi, Alfredo Castro, Andrea Roncato, Riccardo Frascari, Enrico Salimbeni, Andrea Montovoli, Lorenzo Ansaloni, Andrea Mingardi, Angela Baraldi, Stefano Pesce, Stefano Fregni, Paola Lavini, Nina Zilli

Il cadavere di una ragazza in una vecchia vasca da bagno in mezzo alla campagna. Un’altra ragazza, la sua gemella, la osserva. La loro storia si riavvolge da qui. Sospeso tra noir e commedia, un film immerso nella provincia italiana, con le sue molteplici declinazioni e dimensioni: talvolta frontiera, altre volte scoperta di identità o una realtà dalla quale partire per trovarne poi di nuove. La California è un pezzo di campagna tra la via Emilia e il West, fatto di tanti microcosmi che s’incastrano in una collettività vera e vissuta, viscerale, ironica, emiliana. Scritto dalla regista Cinzia Bomoll insieme a Piera degli Esposti (voce narrante, al suo ultimo film), La California mescola facce, tipi, atmosfere, gioca sulla surreale leggerezza di una comunità nella quale possono convivere, insieme alle gemelle, personaggi eccentrici come Nina Zilli e Angela Baraldi, Vito, Lodo Guenzi, Andrea Roncato e persino il mito del cinema cileno Alfredo Castro.

DANIEL PENNAC: HO VISTO MARADONA!

di Ximo Solano, Spagna, Italia, 2022, 82’ | Doc |

La storia dell'indagine creativa e surreale di Daniel Pennac su una leggenda: Diego Armando Maradona. L'attore e drammaturgo Ximo Solano e il giornalista e scrittore Joan Tur e Pennac si sono imbarcati in un viaggio che diventa rappresentazione non solo di un’icona calcistica ma anche di una sorta di entità sovrannaturale, del simbolo di una città e di un popolo: questo è stato Diego Arrmando Maradona per la città di Napoli. Il brano, del quale fa parte la famosa canzone napoletana dedicata a Diego, fa da titolo al lavoro teatrale concepito in collaborazione con il "Pibe de Oro" e messo in scena da Pennac con la sua compagnia, ora divenuto film. In questo viaggio, Pennac ci racconta anche molto di sé e del suo approccio alla scrittura. Con la partecipazione straordinaria di Maurizio De Giovanni, Roberto Saviano e del fotografo Luciano Ferrara.

DARIO FO: L’ULTIMO MISTERO BUFFO

di Gianluca Rame, Italia, 2022, 90’ | Doc |

Manca poco all’entrata in scena. L’anziano attore si alza, si porta lentamente dal camerino alle quinte e dopo un accenno di esitazione entra in scena mettendo fine all’attesa. Il 1° agosto 2016 a Roma, il grande attore, drammaturgo e Premio Nobel Dario Fo, novantenne e al termine della carriera, sta per andare in scena con uno dei suoi cavalli di battaglia, Mistero Buffo, una pièce rivoluzionaria, censurata al debutto. Il film segue gli attori in un continuo confronto nel quale il teatro di Fo diventa spazio di riflessione sulla condizione umana e sulle distorsioni del potere, superando differenze linguistiche, geografiche e culturali. La magia del suo teatro si compie per un’ultima volta ancora.

DREI FRAUEN UND DER KRIEG | TRAINED TO SEE – THREE WOMAN AND THE WAR

di Luzia Schmid, Germania, Italia, 2022, 106’ | Doc |

Durante la seconda guerra mondiale, per la prima volta tre donne americane furono fotoreporter ufficiali sul fronte europeo: Martha Gellhorn (1908-1998), moglie di Ernest Hemingway dal 1940 al 1945 e amica di Eleanor Roosevelt; Margaret Bourke-White (1904-1971), che era stata un’altra delle grandi fotografe del New Deal; e Lee Miller (1907-1977), ex compagna di Man Ray e legata alle avanguardie artistiche. Luzia Schmid ricostruisce tre vite parallele attingendo a materiale spesso inedito, di grandissima drammaticità e qualità visiva, che riguarda soprattutto la liberazione dei lager di Ravensbrück, Buchenwald e Dachau, e la sconfitta della Germania. Fu un’esperienza che segnò profondamente tutte e tre; ma è stato grazie anche al loro occhio che l’Occidente ha cominciato a percepire la guerra in modo diverso, senza retorica maschilista: come una tragedia.

LA DIVINA COMETA

di Mimmo Paladino, Italia, 2022, 96’

Cast: Tomas Arana, Mimmo Borrelli, Ferdinando Bruni, Luigi Credendino, Francesco De Gregori, Elio De Capitani, Nino D'Angelo, Cristina Donadio, Giovanni Esposito, Giuliana Gargiulo Alessandro Haber, Enzo Moscato, Ginestra Paladino, Sergio Rubini, Luca Saccoia, Peppe Servillo, Toni Servillo, Eliot Sumner, Tonino Taiuti, Giovanni Veronesi, Sergio Vitolo

A sedici anni da Quijote, uno dei più grandi artisti contemporanei torna al cinema con un film che incrocia l’Inferno della “Divina Commedia” con la tradizione del presepe napoletano, evocata dalla battuta di “Natale in casa Cupiello”: “Te piace ’o presepe?”. E come nel presepe, c’è spazio per personaggi noti e nuovi (dal Conte Ugolino a Giordano Bruno), che ogni volta si incarnano in modo imprevedibili, attraverso un uso magistrale delle location (campi sportivi, cave, stazioni abbandonate) e un attento lavoro sulla lingua (con Dante spesso tradotto in dialetto napoletano). Molti ospiti (da Francesco De Gregori, Toni e Peppe Servillo, Nino D’Angelo) prendono parte a un viaggio senza tempo dove, complice la sceneggiatura di Maurizio Braucci, è lecito vedere in filigrana altri viaggi celebri del cinema italiano, da quelli di Pasolini a quelli di Sergio Citti.

DJANGO – LA SERIE

di Francesca Comencini, Italia, Francia, 2022, 2 episodi, 100’ | Serie |

Cast: Matthias Schoenaerts, Nicholas Pinnock, Lisa Vicari, Noomi Rapace

New Babylon: la città costruita su un cratere e aperta a tutti gli emarginati, i reietti, i dannati della società, in Texas, verso il 1870. È qui che arriva Django, in cerca degli uomini che hanno sterminato la sua famiglia; e proprio qui scopre che sua figlia, ormai adulta, è ancora viva. Francesca Comencini (che ha tra i suoi film del cuore Il mucchio selvaggio di Peckinpah) affronta con la consueta grinta la direzione artistica (e la regia dei primi episodi) della serie in dieci puntate girata in Romania e ideata da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli prendendo ispirazione dall’omonimo cult movie di Sergio Corbucci del 1966. Con un cast internazionale guidato da Matthias Schoenaerts, Noomi Rapace e Nicholas Pinnock, un western che si muove dal desiderio di vendetta e sopraffazione verso il bisogno di ricominciare.

ENRICO CATTANEO / RUMORE BIANCO

di Francesco Clerici, Ruggero Gabbai, Italia, 2021, 32’ | Doc |

Autore di film che hanno avuto circolazione internazionale come Il gesto delle mani e che hanno ribaltato le regole del genere del “documentario d’arte”, Francesco Clerici si confronta empaticamente con il milanese Enrico Cattaneo (1933-2019): un fotografo unico, che partì dai reportage, si innamorò degli artisti dell’Arte povera diventandone il fotografo di fiducia, e poi divenne artista lui stesso, giocando con forme e oggetti. Beffardo e iconoclasta, Cattaneo fuma sigarette nella sua casa-museo-magazzino, partecipa scettico a retrospettive che gli vengono dedicate, attende con ironia rassegnata la fine di una vita e di un’epoca di cui è stato testimone.

ER GOL DE TURONE ERA BONO

di Francesco Miccichè, Lorenzo Rossi Espagnet, Italia, 2022, 85’ | Doc |

Il 10 maggio 1981, al Comunale di Torino si gioca Juventus-Roma. C’è in ballo lo scudetto. Al 72° minuto, quando le due squadre sono ancora 0 a 0, Maurizio Turone della Roma fa un gol di testa. L’arbitro Paolo Bergamo convalida, ma immediatamente intercetta con lo sguardo la bandierina gialla del guardalinee Sancini, decreta il fuorigioco e annulla il gol. Restano 0 a 0 e la Juve vince lo scudetto. la polemica dilaga e l’episodio è visto e rivisto alla moviola. Ferita lacerante e ancora aperta, il gol di Turone è il soggetto del documentario diretto da Francesco Miccichè, nel quale immagini di repertorio e accesi dibatti d’epoca si mescolano a nuove interviste e testimonianze, nelle quali scendono in campo i protagonisti, da Turone a Bergamo e Sancini, a Prandelli, Marocchino, Pruzzo, Conti, ecc., per tentare di rispondere sempre a quella domanda: ma il gol di Turone era buono?

JANE CAMPION, LA FEMME CINÉMA | JANE CAMPION, THE CINEMA WOMAN

di Julie Bertuccelli, Francia, 2022, 100’ | Doc |

Quasi un autoritratto in forma di ritratto, accompagnato solo dalle parole di Jane Campion, tratte dalle numerose interviste cui l’autrice neozelandese non si è mai sottratta, passando dall’autobiografia all’analisi dei propri film, all’accurata e sorridente descrizione degli ostacoli e dei pregiudizi cui le registe sono sempre dovute sottostare in un lavoro prettamente maschile. A partire da quel direttore della fotografia che spiegava alla troupe di Sweetie dove avrebbe messo lui la macchina da presa se fosse stato il regista per arrivare a quella foto di gruppo a Cannes nel 2007, in cui Campion era l’unica donna schierata tra i vincitori di Palma d’oro che, forse, la guardavano con una certa curiosità. Julie Bertuccelli, attraverso foto e interviste e soprattutto attraverso immagini, squarci, volti femminili e maschili dei suoi film, ci racconta una donna e un’autrice non solo di straordinario, innovativo spessore artistico, ma anche di enorme simpatia, franchezza, propensione alla risata.

JAZZ SET

di Steve Della Casa, Caterina Taricano, Italia, 2022, 73’ | Doc |

Il jazz è libertà. Lo è dalle sue origini, quando quelle note scandivano i rari momenti di svago di coloro che in prima persona subivano gli orrori dello schiavismo. Alcune delle più belle canzoni dei cantautori italiani riproposte dai migliori strumentisti italiani.

THE LAST MOVIE STARS

di Ethan Hawke, Stati Uniti, 2022, 6 episodi, 441’ | Serie | Doc |

Diretta da Ethan Hawke, con Martin Scorsese nel ruolo di produttore esecutivo, questa epica docu- serie in sei parti celebra Paul Newman e Joanne Woodward, la loro lunga e appassionata storia d’amore e l’incredibile talento che li ha resi artisti amati in tutto il mondo. La dedizione al lavoro e la filantropia della coppia sono riportate in vita sul grande schermo grazie alla lettura di interviste trascritte con Paul, Joanne e le persone a loro più vicine, interpretate da attori contemporanei come George Clooney, Laura Linney e molti altri. Unendo sequenze tratte dai film più iconici di Woodward e Newman ad approfondimenti provenienti da illustri personalità dell’industria cinematografica, The Last Movie Stars traccia il ritratto intimo di un’inarrivabile storia d’amore mostrando il duraturo legame di una coppia intrecciata per sempre con la storia del cinema americano.

LIFE IS (NOT) A GAME

di Antonio Valerio Spera, Italia, Spagna, 2022, 90’ | Doc |

Maschera bianca da manichino, parrucca rosso fuoco, voce camuffata dal distorsore: Laika (come la cagnetta che fu lanciata nello spazio sullo Sputnik sovietico) ha animato i muri di Roma negli ultimi anni pandemici con poster e murales che urlano la sua indignazione civile (il più noto è quello che immagina un abbraccio tra Giulio Regeni e Patrick Zaki). Due anni di battaglie della street artist dall’identità misteriosa, seguita nelle sue sortite notturne dalla macchina da presa di Antonio Valerio Spera, che mescola con spirito pop anche frammenti dei video-appunti di Laika, interviste ai destinatari dei suoi messaggi, materiali di repertorio sugli argomenti “caldi” trattati dall’artista e, naturalmente, le sue opere. Per rivivere questi anni attraverso gli occhi e il talento di una donna che si definisce “un’attacchina romana” e dimostra una profonda consapevolezza morale e artistica.

LOLA

di Andrew Legge, Irlanda, Regno Unito, 2022, 80’ | Opera prima |

Cast: Stefanie Martini, Emma Appleton, Rory Fleck Byrne, Aaron Monaghan

Found footage di fine anni Trenta, inizio anni quaranta, scoperto nella cantina di una casa di campagna inglese nel 2021: al centro ci sono due sorelle, Mars e Thom. Ragazze sveglie: la prima ha ripreso instancabile se stessa e la sorella e soprattutto l’invenzione di quest’ultima, LOLA, una macchina capace di connettersi con la radio e la tv del futuro. Un futuro che non vuol dire solo David Bowie, Bob Dylan e il rock’n’roll, ma anche gli sviluppi della Seconda guerra mondiale, allora in corso. Abilissimo lavoro di montaggio e “trucco” dei materiali d’epoca da parte del regista e sceneggiatore Andrew Legge (al debutto nel lungometraggio) e della dop Oona Menges (figlia di Chris Menges) e del montatore Colin Campbell, LOLA, tra commedia distopica e dramma spionistico, ridà vita al mockumentary. Con il ricordo dei nazisti che entrano a Londra in It Happened Here (1965) di Brownlow e Mollo.

LOUIS ARMSTRONG'S BLACK & BLUES

di Sacha Jenkins, Stati Uniti, 2022, 104’ | Doc |

Attingendo ai diari audio di Louis Armstrong, il documentarista (e lui stesso musicista) Sacha Jenkins (Wu-Tang Clan: Of Mics and Men) rivisita la musica e rivaluta la politica del leggendario trombettista e cantante jazz. Attraverso gli anni, Louis Armstrong registrò meticolosamente se stesso sotto forma di diari audio, che rivelano aspetti insoliti della sua personalità, dimensioni originali e sconosciute dell'uomo di spettacolo pubblico, una delle figure più geniali dello scenario musicale internazionale. Un'incredibile serie di filmati d'archivio ci trasporta da New Orleans a New York al resto del mondo, sulla scena, per strada e a casa, tra amici, parenti e musicisti straordinari come Count Basie e Dizzy Gillespie. Prodotto da Brian Grazer e Ron Howard, un ritratto unico di un virtuoso del jazz, con una colonna sonora trascinante.

LYNCH / OZ

di Alexandre O. Philippe, Stati Uniti, 2022, 108’ | Doc |

Dopo gli apprezzatissimi film-saggio The People vs. George Lucas e 78/52 (sulla scena della doccia di Psycho), Alexandre O. Philippe indaga i legami tra Il mago di Oz (1943) di Victor Fleming e l’universo inquietante e fiabesco di David Lynch, ritrovando l’influenza del primo non solo dove è più evidente (Cuore selvaggio, Twin Peaks – Il ritorno), ma anche dove è più sottile e a volte profonda: da The Elephant Man a Mulholland Drive e Lost Highway. In sei capitoli, accompagnati da guide come John Waters, Rodney Asher (l’autore di Room 237), Karyn Kusama (Jennifer’s Body, Destroyer) e David Lowery (l’imminente Peter Pan & Wendy della Disney), Philippe ci conduce in un viaggio nell’immaginario americano tra i suoi sogni e le sue paure ricorrenti. E attinge, con una libertà mai concessa prima, ai film di Lynch, creando accostamenti illuminanti.

IL MALEDETTO

di Giulio Base, Italia, 2022, 112’

Cast: Nicola Nocella, Ileana D'Ambra, Gianni D’Addario, Andrea Sasso, Lucia Zotti, Samuele Carrino Michele Anacondia è un piccolo criminale ai margini della mafia pugliese, la cui moglie lo spinge a volere di più. Il loro unico figlio muore in un agguato e Michele con vendetta personale uccide mezza cosca rivale. Il boss apprezza il suo coraggio: da ‘picciotto’ lo promuove ‘sacrista’ e quando i nemici incendiano la sua residenza va a rifugiarsi proprio da Michele e dalla moglie, la quale sobilla il marito a far fuori il capo per prenderne il posto. Michele sgozza il padrino: atto bestiale che lo porta a sua volta al comando della ‘Sacra Corona’. La coppia si trasferisce in una villa imperiale da dove Michele prosegue il comando e dove erompe la sua dannazione: la sete di sangue non si placa e precipita nella follia. Quell’ascesa irresistibile porta a una caduta rovinosa.

NINO MIGLIORI. VIAGGIO INTORNO ALLA MIA STANZA

di Elisabetta Sgarbi, Italia, 2022, 42’| Doc |

Regista di film su artisti molto diversi, del presente (Ferroni, Stagnoli, Pericoli, Ghirri) e del passato (Grünewald, Botticelli, Romanino), Elisabetta Sgarbi cerca ogni volta il dispositivo più adatto per portare le opere d’arte sullo schermo. In questo caso si lascia “irretire” dalle fotografie di un maestro nato nel 1926, che è passato da una visione del quotidiano sottilmente surrealista a una dimensione di sperimentazione e astrazione. E il film, oltre che l’evocazione di un metodo e un trattato di tecniche patafisiche (polargramma, lucigramma), diventa anche il racconto di un inseguimento amoroso, tra Migliori e la sua compagna Marina Truant, che si svolge tutto in una stanza aperta dalla colonna sonora di Mirco Mariani.

LA PAZ DEL FUTURO

di Francesco Clerici, Luca Previtali, Italia, Regno Unito, 2022, 80’ | Doc |

La Paz del Futuro è un viaggio personale, politico e artistico, che segue la figura di Janet Pavone, muralista italo-americana che si è unita alla rivoluzione sandinista in Nicaragua negli anni '80.Quasi 25 anni dopo il suo completamento, Janet è invitata a tornare in Nicaragua e insieme a Dan Hopewell a restaurare la loro opera più monumentale: il murale “la Paz del futuro” di Quiabù, nella base militare di Estelì. Attraverso un uso ampio di materiali d'archivio e nuovi filmati, il film dipinge un ritratto in movimento (nello spazio e nel tempo) di una donna che osserva ciò che resta di una serie di murales e di una rivoluzione, proponendo una riflessione sull'arte pubblica, la politica e il passare del tempo: uno sguardo dal futuro verso il passato, e viceversa.

ROMULUS II – LA GUERRA PER ROMA

di Matteo Rovere (ep. 1), Enrico Maria Artale (ep. 2), Italia, 2022, 2 episodi, 100’ | Serie |

Cast: Andrea Arcangeli, Francesco Di Napoli, Marianna Fontana, Valentina Bellè, Emanuele Di Stefano, Max Malatesta, Vanessa Scalera (ep. 2), Sergio Romano

“Il falso re troverà la morte. Il vero re invece vivrà”: questa è la profezia (pronunciata in protolatino, com’era la lingua di Il primo re e della prima serie Romulus) che i fratelli Yemos e Wiros devono affrontare dopo aver fondato la loro città, Roma, che fa gola al re dei sabini, Tito Tazio. Riti stregati, agguati, battaglie, sacerdotesse, vecchie maledizioni e nuovi conflitti, in un crescendo emotivo e spettacolare che conduce alla scoperta dell’identità di Romulus. Matteo Rovere guida ancora l’ideazione, la sceneggiatura e la regia (di alcuni episodi) della visionaria epopea sulla fondazione di Roma, immersa nella magia, nella carne, nel dubbio. Con lui alla regia di altri episodi Enrico Maria Artale, Michele Alhaique e Francesca Mazzoleni.

SELF–PORTRAIT AS A COFFEE POT

di William Kentridge, Sudafrica, Stati Uniti, 2022, 3 episodi, 110’ | Serie | Doc |

Che fare durante il lockdown? Chiuso nel suo studio, dove nel corso dei decenni ha creato incisioni, sculture, film d’animazione, disegni, collage, riprendendo le opere nel loro divenire, disfarsi, correggersi, perfezionarsi, William Kentridge lavora. L’artista sudafricano si riprende mentre disegna e spesso contemporaneamente chiacchiera con un altro se stesso collocato nella stessa inquadratura, con l’aplomb impassibile di un esperto comedian, pantaloni scuri e camicia bianca. Così, la sua storia e il suo lavoro, l’infanzia a Johannesburg, i paesaggi, l’apartheid, il colonialismo diventano il centro di una serie in nove parti, dove il processo artistico viene costantemente passato al filtro di un’intelligente e caustica ironia.

SONO LILLO

di Eros Puglielli, Italia, 2022, 3 episodi, 84’ | Serie |

Cast: Lillo Petrolo, Pietro Sermonti, Cristiano Caccamo, Sara Lazzaro, Camilla Filippi, Marco Marzocca, Maryna, Paolo Calabresi, Anna Bonaiuto

A cosa serve essere Posaman? A salvarsi in una festa di camorristi se non si conoscono i testi dei neomelodici, per esempio. La miniserie di Eros Puglielli (che quest’anno ha diretto Greg e Lillo in Gli idoli delle donne) parte dal personaggio comico più clamoroso che si è visto dai tempi di Tafazzi, creato da Pasquale Petrolo/Lillo nel game-show Chi ride è fuori. E diventa uno state of the art della comicità italiana contemporanea, ambientato in una specie di mondo alternativo che vorrebbe essere Brooklyn ma più che altro sembra il Testaccio. Ospiti come Paolo Calabresi, Valerio Lundini, Emanuela Fanelli, Corrado Guzzanti e Maccio Capatonda intrecciano la mai defunta arte dell’improvvisazione con un gusto iperrealista che definire transmediale sarebbe poco.

SOUVENIR D’ITALIE

di Giorgio Verdelli, Italia, 2022, 94’ | Doc |

Seguendo lo swing, negli anni ‘50 e ‘60 compose canzoni come “Legata a uno scoglio”, “Rabarbaro Blues”, “Vecchia America” (per il Quartetto Cetra), “Una zebra a pois” (per Mina), “El can de Trieste” (in triestino), “Souvenir d’Italie”, forse il suo maggior successo, che sbarcò anche in America, incisa da Perry Como. Oltre che musicista, pianista e interprete delle proprie canzoni, fu direttore d’orchestra, attore (L’avventura di Antonioni, L’ombrellone di Risi) ed eccezionale conduttore radiofonico e televisivo, da Hit Parade a Studio Uno e Doppia coppia: Lelio Luttazzi, uno degli showman più eleganti e poliedrici apparsi sui nostri schermi, nato con lo smoking, con un’anima jazz e un umorismo affiliato e bonario. Dopo i ritratti di Ezio Bosso, Pino Daniele, Paolo Conte, Giorgio Verdelli ricostruisce la sua carriera, il clamoroso errore giudiziario che la interruppe bruscamente nel 1970 (a lui è ispirato Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy) e, soprattutto, lo charme e l’intelligenza con cui rinnovava la musica e lo spettacolo italiani.

GRAND PUBLIC

Sezione non competitiva dedicata al cinema per il grande pubblico, per un totale di 16 titoli.

FILM DI APERTURA

IL COLIBRÌ

di Francesca Archibugi, Italia, Francia, 2022, 126'

Cast: Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Bérénice Bejo, Laura Morante, Sergio Albelli, Alessandro Tedeschi, Benedetta Porcaroli, Massimo Ceccherini, Fotiní Peluso, Francesco Centorame, Pietro Ragusa, Valeria Cavalli, Nanni Moretti

Dal romanzo premio Strega 2020, 330.000 copie vendute in Italia, tradotto il 25 lingue. “Un unico flusso di avvenimenti su piani sfalsati”, ha detto Francesca Archibugi, che con la forza dei ricordi traduce in immagini la complessa e miracolosa struttura a incastro delle pagine di Sandro Veronesi: tra coincidenze, perdite, rimpianti, amori assoluti. Con un cast delle grandi occasioni (a partire da Pierfrancesco Favino nella parte di Marco Carrera), e che riserva però più di una sorpresa, da Nanni Moretti a Massimo Ceccherini. Un film che parla delle nostre illusioni e di ciò che paghiamo per continuare a crederci e che si chiude con una canzone inedita di Sergio Endrigo, interpretata da Marco Mengoni.

Il film sarà preceduto dalla proiezione del cortometraggio:
LUCIANO PAVAROTTI, LA STELLA

di Gianluigi Toccafondo, Italia, 2022, 2’

Un nuovo cortometraggio del pittore, illustratore, regista e artista italiano Gianluigi Toccafondo, un omaggio poetico a Luciano Pavarotti, alla sua straordinaria capacità espressiva e alla sua dedizione nei confronti dei giovani artisti. Il corto nasce per un’occasione unica: le celebrazioni intorno alla posa della Stella dedicata a Luciano Pavarotti sulla Walk of Fame di Los Angeles.

AMSTERDAM

di David O. Russell, Stati Uniti, 2022, 134’ Cast: Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington, Alessandro Nivola, Andrea Riseborough, Anya Taylor-Joy, Chris Rock, Matthias Schoenaerts, Michael Shannon, Mike Myers, Taylor Swift, Zoe Saldaña, Rami Malek, Robert De Niro

Tre amici, un medico, un’infermiera e un avvocato, sono testimoni di una morte, che da accidentale si rivela un omicidio. E i tre, da testimoni, si trasformano in sospettati. Christian Bale, Margot Robbie e John David Washington s’immergono nell’atmosfera noir degli anni 30 costruita dall’eclettico direttore della fotografia Emmanuel Lubezki (collaboratore di Alfonso Cuarón, Terrence Malick, Tim Burton) e dalla regia (e sceneggiatura) di David O. Russell, gran tessitore di trame che s’intrecciano e si ribaltano e di apparenze che ingannano. Sullo sfondo, un vergognoso complotto della storia. Sullo schermo, un cast angloamericano eccezionale, che affianca ai protagonisti star come Robert De Niro, Andrea Riseborough, Zoe Saldana, Mike Meyer, Rami Malek, Chris Rock.

ASTOLFO

di Gianni Di Gregorio, Italia, 2021, 97’

Cast: Gianni Di Gregorio, Stefania Sandrelli, Alfonso Santagata, Alberto Testone, Mauro Lamantia, Agnese Nano, Simone Colombari, Andrea Cosentino, Biagio Forestieri, Mariagrazia Pompei, Francesca Ventura, Gigio Morra

Astolfo, placido pensionato romano, viene sfrattato dal suo appartamento e decide di tornare a vivere nella casa di famiglia, un palazzotto un tempo nobiliare e oggi in sfacelo, in un paesino dell’Italia centrale. Trova un paio di stravaganti abusivi che vivono lì, un sindaco sgradevole e impiccione, un vecchio amico che si è arricchito. E, senza volerlo, senza cercarlo, trova anche l’amore: Stefania, una signora vedova che il figlio vorrebbe confinare al ruolo di nonna e che invece è piena di voglia di vivere. Tra un prete dispettoso, la luce tagliata, i coinquilini eccentrici e i giovani presuntuosi, Gianni Di Gregorio scrive (con Gianni Pettenello) e dirige con il consueto garbo e humour quasi una rivalsa sulle disavventure sentimentali di Gianni e le donne. Con un lui una solare Stefania Sandrelli.

BROS

di Nicholas Stoller, Stati Uniti, 2022, 115’

Cast: Billy Eichner, Luke Macfarlane, Guy Branum, Miss Lawrence, Ts, Dot-Marie Jones, Jim Rash, Eve Lindley, Monica Raymund, Guillermo Díaz, Jai Rodriguez, Amanda Bearse, Debra Messing, Bowen Yang, Harvey Fierstein

Bobby Leiber, conduttore di un podcast gay, è stato incaricato di aprire il primo museo newyorkese sulla storia LGBTQ. È omosessuale, occhialuto, single, non crede alle lunghe relazioni, finché non si innamora di Aaron, un aitante giovanotto incontrato in un club. Parte da qui la prima romantic comedy gay prodotta da una major (Universal) con cast LGBTQ. Attrazioni, ripensamenti, rifiuti, ritorni di fiamma, come nei film di Norah Efron, come accade a Meg Ryan e Billy Cristal in Harry ti presento Sally. Sulla base della sceneggiatura scritta insieme al comedian Billy Eichner (Bobby), Nicholas Stoller mette a segno una satira irresistibile dei cliché romantici hollywoodiani. Mentre parallelamente procedono i preparativi per l’apertura del museo, tra ile riunioni di un variegato e litigioso consiglio direttivo queer.

BUTCHER’S CROSSING

di Gabe Polsky, Stati Uniti, 2022, 105’

Cast: Nicolas Cage, Fred Hechinger, Xander Berkeley, Rachel Keller, Jeremy Bobb, Paul Raci

Go West, young man! Così lo scrittore ed editore Horace Greeley incitava i giovani americani all’espansione nell’Ovest. E Will, uscito dall’università, coglie l’invito e sulla strada incontra il suo mentore, il veterano cacciatore di bufali Miller. Nicolas Cage è il feroce maestro di vita di Fred Hechinger nell’oscura epopea western ambientata nel 1870, in una valle isolata delle Montagne Rocciose del Colorado, dove vivono migliaia di bufali la cui pelle vale oro. Adattato dal romanzo omonimo di John Williams (l’autore di Augustus e di Stoner, caso letterario mondiale), Butcher's Crossing è un commento avvincente sulla natura umana, l'ossessione, la mascolinità e il rapporto dell'uomo con il suo ambiente naturale, un’avventura al contempo sublime e orribile, dove il confronto con l'oscura verità porta a una discesa nella follia.

ERA ORA

di Alessandro Aronadio, Italia, 2022, 109’

Cast: Edoardo Leo, Barbara Ronchi, Mario Sgueglia, Francesca Cavallin, Raz Degan, Massimo Vertmüller, Stella Trotta, Sofia Piacentini, Nina Bianchini Zoni, Noa Bianchini Zoni, Andrea Purgatori Prendendo spunto da Come se non ci fosse un domani/Long Story Short dell’australiano Josh Lawson, Aronadio lavora su un format di commedia e paradossi temporali che si può far risalire a Ricomincio da capo. Dante ha troppi impegni, è sempre in ritardo, ha l’impressione che la vita gli sfugga dalle mani. Ma a differenza di Bill Murray nel film di Harold Ramis, qui il protagonista non torna indietro nel tempo sempre allo stesso giorno (e ne approfitta), ma fa un salto in avanti di un anno – ed è l’unico a non sapere che cosa è successo nel frattempo. Grazie a un cast in gran forma (Edoardo Leo e Barbara Ronchi), Aronadio conduce la commedia verso orizzonti imprevedibili, mantenendo sempre alto il livello del divertimento.

THE LOST KING

di Stephen Frears, Regno Unito, 2022, 108’

Cast: Sally Hawkins, Steve Coogan, Harry Lloyd, Mark Addy

Si apre con titoli di testa e una musica che ricordano quelli di Intrigo internazionale; e ha molto del thriller (come della commedia) l’avventura di Philippa Langley, piccolo borghese appassionata di storia, che nel 2012 riuscì a organizzare e finanziare con una sottoscrizione pubblica gli scavi per la ricerca dei resti di re Riccardo III, rinvenuti a Leicester sotto un parcheggio. Stephen Frears e Steve Coogan rinnovano il sodalizio di Philomena per raccontare uno di quegli episodi di eccentrica follia quotidiana che possono essere solo british, con Sally Hawkins che, dopo una serata a teatro, comincia a vedere sotto casa o in cucina il re in persona, si convince che non era quel sanguinario descritto da Shakespeare, che forse non era nemmeno gobbo, e comincia a cercare di rintracciare la sua tomba. Gli archeologi prima ridono, poi si accodano al progetto.

THE MENU

di Mark Mylod, Stati Uniti, 2022, 107’

Cast: Ralph Fiennes, Anya Taylor-Joy, Nicholas Hoult, Hong Chau, Janet McTeer, Judith Light, John Leguizamo

“Non è uno chef. È uno storyteller”: il celebre Slowik, che considera la cucina un’arte concettuale e lavora con uno staff perfettamente addestrato nel suo ristorante esclusivo su una remota isoletta del Pacifico. Pochi, ricchi eletti sono ammessi ai suoi menu di cucina molecolare: “Noi raccogliamo; noi fermentiamo; noi congeliamo”. Laconico, soavemente elegante, inquietante, Ralph Fiennes riceve con sorniona ambiguità Ana-Taylor Joy, Nicholas Hoult, John Leguizamo e gli altri gli ospiti paganti della serata. Non sanno quello che li aspetta. Black comedy culinaria (a un passo dall’horror), diretta da Mark Mylod con un occhio alla commedia e uno al thriller (si è cimentato in entrambi, in Ali G e The Big White), riserva molte sorprese, agli spettatori come agli avventori.

MRS. HARRIS GOES TO PARIS | LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI

di Anthony Fabian, Regno Unito, Ungheria, 2022, 115’

Cast: Lesley Manville, Isabelle Huppert, Lambert Wilson, Alba Baptista, Lucas Bravo, Ellen Thomas, Rose Williams, Jason Isaacs

Un abito rosa che sembra una nuvola, fatto di trasparenze e gemme di fiori, un vaporoso Dior new look, appeso in casa della cliente dalla quale Ada Harris va a fare le pulizie. Il desiderio di un vestito come molla che cambia la vita: a metà degli anni 50, Ada riesce a mettere insieme il denaro necessario (anche grazie a una sorpresa “dall’altro mondo” del marito morto in guerra) e da Londra vola a Parigi, dritta alla Maison Dior. Dove incontra però la snobissima direttrice: Lesley Manville (habituée di Mike Leigh ma anche la principessa Margaret nelle stagioni 5 e 6 di The Crown) vs Isabelle Huppert, uno scontro epico. Ma Parigi riserva tante altre sorprese all’eroina nata nel romanzo del 1958 di Paul Gallico, tanto popolare da avere ispirato altre tre avventure letterarie, tre adattamenti televisivi e un musical.

L'OMBRA DI CARAVAGGIO

di Michele Placido, Italia, Francia, 2022, 120’

Cast: Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti, Tedua, Vinicio Marchioni, Lolita Chammah

Al suo quattordicesimo film da regista, Michele Placido riprende un’idea che risale al 1968 quando, appena arrivato a Roma, frequentava l’Accademia d’arte drammatica. E per raccontare la vita di Michelangelo Merisi da una prospettiva inedita, inventa un personaggio, quello dell’Ombra (Louis Garrel): un investigatore che spia il pittore per conto di Paolo V e deve verificare la sua ortodossia. Il Caravaggio di Placido non è solo una rockstar ante litteram e un genio maledetto, ma anche un ribelle contro un potere che non può accettare la sua urgenza di verità. E il “vero” è quello che cerca il film, ricostruendo un passato sporco, lontano da una rappresentazione patinata, per restituire tutta la dimensione terrena umana, dolorosa e carnale – del pittore e del suo tempo. Una ricerca di autenticità evidente nella scelta delle locations, nelle ricostruzioni scenografiche, nei costumi e anche nelle tecniche sofisticate usate per riprodurre celebri quadri evitando sia l’approssimazione della copia sia la piattezza della fotografia.

IL PRINCIPE DI ROMA

di Edoardo Falcone, Italia, 2022, 92’

Cast: Marco Giallini, Giulia Bevilacqua, Filippo Timi, Sergio Rubini, Denise Tantucci, Antonio Bannò, Liliana Bottone, Massimo De Lorenzo, Andrea Sartoretti, Giuseppe Battiston

Non facciamo paragoni con Il marchese del Grillo. E neanche con Il conte Tacchia. Anche se siamo nella Roma papalina del 1829 e il protagonista è uno dei più grandi mattatori del cinema contemporaneo: Marco Giallini. Edoardo Falcone ha dichiarato di amare molto il cinema di Luigi Magni, ma il vero, impensabile punto di partenza il film che ha scritto con Mario Martani e Paolo Costella, è il Canto di Natale di Charles Dickens. E a far cambiare le idee a questo Scrooge trasteverino sono niente meno che le ombre di Giordano Bruno (Filippo Timi), di papa Borgia (Giuseppe Battiston) e di Beatrice Cenci (Denise Tantucci). Riviste da un occhio che tiene contro dei sonetti del Belli e delle stampe di Bartolomeo Pinelli.

RAPINIAMO IL DUCE

di Renato De Maria, Italia, 2022, 98’

Cast: Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Tommaso Ragno, Isabella Ferrari, Alberto Astorri, Maccio Capatonda, Luigi Fedele, Coco Rebecca Edogamhe, Maurizio Lombardi, Lorenzo De Moor, Luca Lo Destro, Filippo Timi

Milano, aprile 1945. Siamo agli sgoccioli della Seconda Guerra Mondiale. La città è in macerie. Nel caos della guerra Isola è diventato il re del mercato nero, guidato da un’unica legge morale: la sopravvivenza. Yvonne è la sua fidanzata clandestina, cantante del Cabiria, l’unico locale notturno rimasto aperto in città. Ma anche Borsalino, gerarca fascista, torturatore spietato, è innamorato perdutamente di Yvonne e disposto a tutto pur di averla. Isola e i suoi intercettano una comunicazione cifrata e scoprono che Mussolini ha nascosto il suo immenso tesoro proprio a Milano – nella “Zona Nera” - in attesa di fuggire per la Svizzera, scampando alla cattura e alla forca. Isola non può lasciarsi sfuggire l’occasione della vita - il colpo più ambizioso della Storia - e decide perciò di mettere in atto un’impresa folle: rapinare il Duce.

RHEINGOLD

di Fatih Akın, Germania, Paesi Bassi, Marocco, Messico, 2022, 140’

Cast: Emilio Sakraya, Kardo Razzazi, Mona Pirzad, Arman Kashani, Hüsein Top, Sogol Faghani

Nel 2010, in Iraq, tre uomini vengono scaricati da un camion, incarcerati e torturati brutalmente. Sono ricercati per aver rapinato un carico d’oro in Germania. Uno di loro, Xatar, ricorda, dall’infanzia da curdo ai confini con l’Iraq, l’arresto dei genitori musicisti, poi Parigi, Bonn, l’emarginazione, la passione per la musica, il rap, Londra, il traffico di droga, l’amore, l’idea del colpo che ti risolve la vita, la caccia. Ma la storia di Xatar non finisce qui. Fatih Akin scrive e dirige con tutta l’energia del giovane rapper, mescola generi, stili e suggestioni, attraversa due continenti, colora, smorza, rallenta, accelera. Tutto guidato dalla musica, da L’oro del Reno al rap (composto e registrato nelle maniere più impensabili e creative).

LA STRANEZZA

di Roberto Andò, Italia, 2022, 103’

Cast: Toni Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Giulia Andò, Rosario Lisma, Aurora Quattrocchi, Donatella Finocchiaro, Galatea Ranzi, Fausto Russo Alesi, Filippo Luna, Tuccio Musumeci, Luigi Lo Cascio, Renato Carpentieri

Come venne a Pirandello l’idea di “Sei personaggi in cerca d’autore?” Grazie anche a due becchini di Girgenti (che nel 1920 non si chiamava ancora Agrigento), che dimenticano il loro lavoro scrivendo e interpretando farse irresistibili con la loro scalcinata compagnia, e che il drammaturgo incontrò in Sicilia nel 1920. Un giorno, l’imprevisto sconvolge una loro rappresentazione, e Pirandello ne prende debitamente nota. Dopo Una storia senza nome, Andò continua a mescolare invenzione e storia, finzione e realtà, teatro e vita. Facendo interagire attori amatissimi dagli spettatori ma che finora non si sono mai incontrati: Toni Servillo nella parte di Pirandello, Ficarra e Picone in quelle di Onofrio e Sebastiano, al centro di un cast eccezionale.

WAR - LA GUERRA DESIDERATA

di Gianni Zanasi, Italia, Francia, 2022, 130’

Cast: Edoardo Leo, Miriam Leone, Giuseppe Battiston, Carlotta Natoli, Stefano Fresi, Antonella Attili, Massimo Popolizio

A causa di una rissa tra ragazzi sfociata in violenza, l’Italia è in guerra con la Spagna. A Roma, le vite dell’allevatore di vongole Edoardo Leo, della psicologa Miriam Leone, di suo fratello aviatore che ogni anno a Natale rivede Top Gun, del pacato barista Giuseppe Battiston, e di Stefano Fresi, Carlotta Natoli e gli altri, dagli affanni, i disagi e le gioie normali scivolano a poco a poco nella paranoia bellica. Come tutto ciò che li circonda: ecco armi, tute mimetiche, pattugliamenti, allerta. Consueto piglio surreale e attenzione al lato umano dei personaggi, Gianni Zanasi scrive e dirige una commedia romantica sullo sfondo di un mondo distopico che ha elementi e tracce fin troppo vicine alla nostra realtà quotidiana, dove le fisionomie più familiari cominciano a risultare inquietanti e gli umori collettivi minacciosi e instabili.

WHAT'S LOVE GOT TO DO WITH IT?

di Shekhar Kapur, Regno Unito, 2022, 109’

Cast: Lily James, Emma Thompson, Shazad Latif, Shabana Azmi, Sajal Aly, Oliver Chris, Asim Chaudhry, Jeff Mirza, Alice Orr-Ewing

Matrimonio d’amore o matrimonio combinato? Matrimonio interrazziale o matrimonio all’interno della propria etnia? Lily James e Shazad Latif (Spooks, Penny Dreadful, Star Trek: Discovery), vicini di casa nella Londra della buona borghesia multietnica e amici fin da bambini, battibeccano sul tema, tra la colorata famiglia di lui e la mamma eccentrica di lei (Emma Thompson). Finché tutti partono per il Pakistan, dove Lily riprenderà il matrimonio di Shadaz, “arrangiato” dalla sua famiglia. Abbandonati i drammi elisabettiani, Shekhar Kapur gioca con identità, credenze orientali, pregiudizi occidentali, amori inaspettati, ispirato dalla sceneggiatura di Jemima Kahn, celebrità british della moda, il giornalismo, la tv, l’attivismo politico e sociale. Risultato: un mix delle commedie di Richard Curtis (Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, I Love Radio Rock) e i musical indiani di Mira Nair.


PROIEZIONI SPECIALI
Sezione non competitiva per un totale di 11 titoli.

LES ANNEES SUPER-8 | THE SUPER 8 YEARS
di Annie Ernaux, David Ernaux-Briot, Francia, 2022, 60’ | Doc |

In un’opera familiare ma allo stesso tempo universale fatta di inedite immagini in movimento accompagnate da una suadente voce narrante, la nota scrittrice francese Annie Ernaux ci apre il baule dei ricordi, tirando fuori video amatoriali girati tra il 1972 e il 1981, quando suo marito Philippe Ernaux comprò una cinepresa Super-8 per filmare la loro vita e quella dei loro due giovani figli. The Super Eight Years è un lavoro intimo, un assemblaggio cronologico realizzato da Annie e da uno dei figli, David Ernaux-Briot. Difatti, il continuo racconto di Annie Ernaux incapsula non solo il trascorrere del tempo della sua vita e della sua famiglia, ma anche quello di mezzo secolo di storia, intercettando gli affascinanti e tumultuosi cambiamenti in atto nella Francia e nel mondo di quegli anni.

A COOLER CLIMATE
di James Ivory, Giles Gardner, Regno Unito, 2022, 75’ | Doc |

James Ivory fruga tra i libri e gli scaffali della sua casa e ritrova le bobine di un documentario girato in Afghanistan durante un suo viaggio nel 1960. Virate e immalinconite dal tempo, le immagini di Bamiyan e Kabul si mescolano con quelle della sua infanzia nell’Oregon, sempre accompagnate dalla voce narrante dell’autore, che racconta le motivazioni, le scoperte e le conquiste di quel viaggio e che contemporaneamente legge, come fosse una fiaba iniziatica, pagine dell’autobiografia di Babur, il discendente di Tamerlano che nel 500 fondò la dinastia Moghul e dominò India e Afghanistan. E poi, a New York, nel 1961, ecco Ismail Merchant, compagno, produttore e socio di una vita, che gli fa leggere The Householder di Ruth Prawer Jhabvala, che diventerà il primo film della Merchant/Ivory. Un preludio alla vita, al cinema, le passioni culturali, gli umori, gli amori, tracciato con malinconico affetto, con la collaborazione del montatore Giles Gardner.

GOOD MORNING TEL AVIV
di Giovanna Gagliardo, Italia, 2022, 91’ | Doc |

Tel Aviv è la città che non dorme mai, la più laica e cosmopolita di tutto il Medio Oriente, capitale del gay pride e del business, della creatività e della finanza, dell’innovazione scientifica e del culto della tradizione, città-laboratorio, in perenne evoluzione. Strutturato come un racconto visivo che si snoda in 24 ore, il film prende avvio nelle notti della città, proseguendo nelle albe rigorose dove pulizia e decoro predispongono la città al tradizionale dinamismo quotidiano. Il racconto di una lunga giornata- tipo con numerose interviste, a partire dal sindaco di Tel Aviv, alla guida della città dal 1998. Ma anche incontri con grandi economisti, architetti, imprenditori, commercianti, filosofi, cineasti, artisti, scrittori. C’è, infine, la domanda delle domande: come sarà Tel Aviv, fra dieci o venti anni? Tutti concordi sul suo ruolo di unicum, forse difficile da capire, ma con molto da imparare, ascoltando i suoi abitanti.

KILL ME IF YOU CAN
di Alex Infascelli, Italia, 2022, 90’ | Doc |

Il 31 ottobre del 1969, un Marine diciannovenne pluridecorato in Vietnam dirotta un jet della Twa in partenza da Los Angeles per San Francisco. Vuole andare al Cairo, in Egitto. Si accontenta di Roma, Italia. Si chiama Raffele Minichiello, è emigrato bambino dall’Irpinia dopo il terremoto del 1962 ed è cittadino americano. Oggi, davanti alla macchina da presa di Alex Infascelli, racconta la sua vita, tra Italia e Stati Uniti (dove anni dopo ritornò a vivere), tra il dirottamento più lungo della storia e la popolarità mediatica che ne conseguì, tra una normale vita familiare e lavorativa (aprì una pompa di benzina a Roma) e qualche mistero sottostante. Un personaggio sereno, sorridente, quasi surreale, inquadrato dall’autore anche attraverso le testimoniane di membri dell’equipaggio e di passeggeri del volo e materiali di repertorio.

КОРДОН KORDON (CONFINE)
di Alice Tomassini, Italia, 2022, 67’ | Doc |

Alice Tomassini segue quattro donne ucraine, quattro volontarie, che fanno la spola tra il loro Paese e l’Ungheria, cercando di fare qualcosa per ridare speranza a un popolo sotto assedio. Quattro persone sugli oltre sette milioni di donne e bambini che sono fuggiti dalla guerra. E intanto si chiede che cosa significhi, nel mondo d’oggi, varcare una linea tanto invisibile quanto concreta come il confine tra due Stati. Riflette su tutto ciò che ci si lascia alle spalle. E mostra l’importanza del ruolo delle donne come operatrici di pace di fronte a un mondo impazzito.

ORA TOCCA A NOI - STORIA DI PIO LA TORRE
di Walter Veltroni, Italia, 2022, 102’ | Doc |

Quarant’anni fa, la mattina del 30 aprile 1982, Pio La Torre, politico, sindacalista, segretario regionale del Pci in Sicilia, fu assassinato insieme al suo amico e collaboratore Rosario Di Salvo mentre si recava in ufficio a Palermo. Mandanti, con

22/09/2022, 18:24

Caterina Sabato