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FESTA DEL CINEMA ROMA 17 - Il Colibri' e una vita senza gioie


Il film diretto da Francesca Archibugi apre la 17a edizione della festa del Cinema di Roma. Un dramma familiare tratto dal romanzo di Sandro Veronesi con Pierfrancesco Favino nel ruolo del protagonista, il Colibrì


FESTA DEL CINEMA ROMA 17 - Il Colibri' e una vita senza gioie
Favino e Smutniak ne "Il Colibrì" di Francesca Archibugi
Una cappa di pessimismo copre tutto il nuovo film di Francesca Archibugi, tratto dall'omonimo romanzo di Sandro Veronesi. Un bel racconto familiare, il Colibrì, una saga lunga una vita, quella del protagonista, Marco, interpretato da Pierfreancesco Favino, che galleggia nell'aria profondendo tutto il suo sforzo per rimanere fermo nella sua posizione. Non una posizione granitica, al contrario, una posizione che arriva dalla non decisione e che dunque gli permette di non muoversi rispetto al mondo che lo circonda.
Ma non è neanche passività, è voglia di non contraddire, di non chiudere una porta come di non aprirne un'altra, scorrendo come un fiume nel suo letto.

Il film ha un grande respiro narrativo ma è il contenuto ad essere come accartocciato su se stesso, chiuso da una mano che non gli concede alcuna prospettiva positiva. I personaggi tendono a contraddirsi in ogni dialogo, tranne lo psichiatra interpretato da Nanni Moretti, e lo stesso Marco Carrera di Favino. Per il resto il contrasto e il litigio sono la naturale forma di comunicazione e discussione. Ci si odia facilmente, per nulla in fondo, per partito preso, per qualcosa che non è in realtà accaduto, per qualcosa che le persone normali dimenticano molto in fretta, liberandosi l'anima e rendendo la vita più felice.

Quella felicità, forse sopravvalutata nella realtà, ma che non può essere del tutto messa da parte nella famiglia raccontata da Veronesi e Archibugi. La tragedia familiare messa in scena ne Il Colibrì è costante, tra suicidi, divorzi, litigi, tradimenti e morti. Mai una risata, una gioia, un'agonia continua che ci porta fino a un finale che è il culmine della drammaticità.

13/10/2022, 21:39

Stefano Amadio