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Note di regia de "La seconda via"


Note di regia de
Quando iniziai a scrivere il soggetto de la seconda via solo un ristrettissimo numero di Opere raccontavano la campagna di russia ma nessuna di esse parlava degli alpini o Mostrava, se non marginalmente, la ritirata, quel terribile viaggio a ritroso iniziato nel Gennaio 1943 e costato la vita a centinaia di migliaia di giovani soldati italiani (ma anche Tedeschi, ungheresi, rumeni e chiaramente altresì agli avversari russi). Mancava quindi, a mio avviso, un'iconografia filmica della ritirata di russia, importante Perché, in un’epoca dominata da media visivi, non possedere un’immagine equivale a Cancellare un ricordo. Si incontrano di frequente ragazzi che non conoscono nulla Della ritirata di russia ma hanno nozione di altri conflitti che esulano dalla nostra Storia, come la guerra del vietnam, per averla vista nei film, non per averla studiata. L'urgenza narrativa di questo film nasce anche da ragioni più intime, che hanno a che Vedere con la sofferenza di chi ha compiuto questo surreale cammino e che mi hanno Portato a scrivere, come amo pensare, più che un film di guerra, un film di uomini nella Guerra. La sceneggiatura sposa così il tema della “perdita della concezione del tempo”. Gli alpini attraversando la steppa si trovarono a battere due vie: una prima fatta di passi Veri nella neve ed una seconda via, mentale, dove sogni, ricordi e realtà si confondevano, Dilatando la percezione del tempo. Ma non fu solo la lotta contro la natura che spinse i Nostri soldati a cercare riparo in una zona interna, personale. Essi, infatti, dovettero Attraversare anche il terribile “paesaggio” della guerra e l’esigenza di rifugiarsi in sé Stessi fu rafforzata dal bisogno innato di preservare un punto di luce: l’amore per una Donna, per un figlio, per i genitori, per la propria terra. L’amore per la vita. Il desiderio di Crediti non contrattuali Accompagnare lo spettatore nello spazio privato è stato il “faro” che ha guidato la Composizione dell’intera struttura del film. Ne la seconda via viene affrontato anche il tema dell’assenza poiché il film racconta, per Ogni protagonista, ciò che era, ciò che sarebbe potuto essere e ciò che invece non è. La guerra rapisce le persone e le porta in un mondo di privazione: l’uomo è così costretto A rileggersi e spesso è proprio in quel momento che comprende quanto di prezioso e puro C’era nella vita di prima. Il peregrinare per cercare di realizzare la seconda via è durato 16 anni. Una prova non Semplice. Nel mio lungo cammino, sono stato più volte nei luoghi in cui è avvenuta la Ritirata; ho attraversato il territorio del voronež (in estate, nel caldo torrido a +48°, in Inverno, nel freddo “glaciale” a -36°) e ho soggiornato vari giorni anche in ucraina. Quando il 24 di febbraio 2022 l’esercito russo ha invaso l’ucraina, esattamente un mese Dopo il primo ciack delle riprese avvenuto il 24 gennaio, ho vissuto una coincidenza Molto forte. Difficile da spiegare a parole. Quando oggi sento nominare, da radio e Televisione, città ucraine a pochissimi km dalla rotta percorsa dagli alpini nel ‘43, il mio Pensiero va alle persone che stanno penando in questo momento e ai reduci di russia, in Primis a nelson cenci (il famoso “tenente cenci” più volte citato nel libro il sergente Della neve di rigoni stern ed autore del libro il ritorno). La seconda via è dedicato a chi ha sofferto e a chi non ha fatto ritorno; ora che “i Girasoli” sono di nuovo macchiati di sangue, nel mio cuore alberga la grande speranza Che anche il film possa divenire uno strumento capace (nel suo piccolo) di contribuire a Quelle “vere vie della pace e della fratellanza”.