Note di regia di "Umberto Eco - La Biblioteca del Mondo"
Nel film, uno dei suoi collaboratori storici dice a un certo punto di “aver avuto nella vita una fortuna: conoscere Umberto Eco”. Posso dire lo stesso, quando realizzai nel 2015 una videoinstallazione per la Biennale d’Arte di Venezia con lui protagonista. Fu allora che vidi per la prima volta la sua biblioteca e gli chiesi subito di fare una ripresa di lui che camminava in mezzo ai libri, la stessa che apre adesso il film. Furono anche le immagini utilizzate dalle tv di tutto il mondo quando, purtroppo, Eco morì un anno dopo. In qualche modo, coglievano il senso di una vita. Da quelle e dal fatto che, contrariamente al suo collaboratore, l’incontro non si era potuto trasformare in una vera frequentazione, nasce questo film, costruito giorno per giorno insieme alla famiglia. Se, per Eco, la biblioteca era una metafora del mondo, la sua personale non era una semplice collezione di libri, ma la chiave per capire le sue idee e la sua ispirazione. E il luogo in cui, anche dopo la morte, il suo spirito vive intatto.
Davide Ferrario