Fondazione Fare Cinema
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Note di regia di "Mani Materia Memoria"


Note di regia di
Nel momento in cui l’uomo, nel corso dell’evoluzione della specie, conquista la posizione eretta, la mano lascia la sua funzione motoria diventando fedele collaboratrice del cervello. Scoperta la propria versatilità, la mano trascende il suo ruolo di organo del tatto e diventa strumento di comunicazione: accarezza, uccide, può essere amica o nemica; attraverso il palmo possiamo affermare che la nostra unicità reca de-lineata la sottile irripetibile trama della nostra identità. L’artista-ricercatore si mostra attraverso l’opera delle proprie mani che in lui divengono diario del suo viaggio interiore.
Il lavoro manuale del film è stato il fotografare gli istanti in cui la pellicola perde opacità: tramite graffi e grazie alla tecnica dell’encausto (pennellate di acido nitrico diluito riscaldate con un pirografo) si mostrano materiali precedentemente incollati alla pellicola (capelli, vetro, metalli e plastiche). La tecnica, portata alle sue estreme conseguenze, scioglie i materiali e lacera la pellicola stessa.
Lo spettatore assisterà all’evolversi dell’intero processo microscopico ingigantito intorno a lui.
La trance creativa con cui ho sviluppato fotogramma per fotogramma segue la procedura che si attua nella pratica della Psiconologia: un metodo di auto-indagine caratteriale per il quale, grazie al tratto, è possibile risalire ad eventi accaduti in età infantile e prenatale.
Ognuno è il risultato della propria infanzia e per questo motivo, assorbendo l’energia che i segni imprimono su sé stessi, non potrà fare a meno di riaprire inconsciamente questioni irrisolte ed essere accompagnato verso la loro comprensione e risoluzione.
Questo approccio contribuisce a rendere il film adatto a ogni tipo di spettatore. Un film astratto per tutti.
L’esperienza collettiva in una sala cinematografica non basta per trasportare lo spettatore nel proprio ambiente onirico personale. La scelta della realtà virtuale fa in modo che lo spettatore, in questo involucro amniotico e solipsistico, si trovi a tu per tu con se stesso trovando nelle forme di cui è circondato le proprie esperienze di vita. Un viaggio di scoperta atemporale, omni-direzionale, attraverso inedite percezioni e conseguenti novità emozionali, musicato dalle percussioni di Massimo Carrano ed accompagnato dalla voce di Antonio Rezza, Virgilio ante-litteram che ci conduce attraverso le immagini con parole graffianti, non spiegando ma inducendo lo spettatore a pensare, a interpretare quelle stesse immagini che a poco diventano vere e proprie mappe espressive.
I tre segni combinati, immagini, voce e musica, oltre a regalare un’esperienza astratta e lisergica allo spettatore, rinnoveranno la sua comprensione di sé facendolo sentire, una volta rimosso l’oculus dalla testa, rigenerato e consapevole.

Leonardo Carrano