Fondazione Fare Cinema
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Note di regia di "Rivivere"


Note di regia di
Michele è un ragazzo che non riesce a superare il trauma della perdita del padre. Questo anche a causa del suo carattere sempre distaccato nei confronti della figura paterna, nonostante gli volesse bene. Aveva bisogno del suo supporto, seppur non lo lasciava mai intendere. Da qui anche la loro posizione all’interno delle scene in macchina dove rivive la sequenza prima dell’incidente. Michele difatti si trova sempre a riposare nei sedili posteriori, tanto che il padre alla guida, dovrà usare lo specchietto retrovisore per guardarlo in viso. Un dettaglio che ci tenevo a far notare, proprio perché sottolinea ancora di più quel distacco tra i due, che andrà a colmarsi solo nella sequenza finale. In quest’ultimo incontro Michele si troverà infatti nel sedile anteriore di fianco al padre. Questo anche per richiamare la sua posizione nella realtà tanto che per la prima volta avrà anche il suo aspetto e gli abiti che indossa nel presente. Questa volta però non sta rivivendo semplicemente il momento dell’incidente, ma avrà un faccia a faccia “reale” con il padre. Poi starà allo spettatore credere se sia tutto frutto della sua immaginazione, o se davvero, nel momento più buio della sua vita, abbia avuto un vero incontro con lui in un piano tra il sogno e la realtà.

Tra amici passiamo spesso serate in cui vediamo film o parliamo di cinema e progetti personali. In una di queste mi rivolgo ad Alessandro Campaiola e gli spiego il bisogno di realizzare un’idea che avevo in mente da tempo. Qualcosa da realizzare assieme, con lui come protagonista e io alla direzione. Il periodo della pandemia non aveva aiutato e tra un coprifuoco e l’altro riusciamo a scrivere finalmente la sceneggiatura di “Rivivere”. All’interno di essa abbiamo inserito molto di noi, anche riferimenti e citazioni ad avvenimenti reali, proprio per rendere il risultato il più personale possibile e poter dare il meglio di noi. A quel punto non bastava prendere e girare come facevamo spesso tra noi, ma serviva un team più ampio e anche in quel caso, non poteva andarci meglio. Ci siamo completamente affidati a delle persone meravigliose e per la prima volta in vita mia ho potuto concentrarmi unicamente sulla regia.

Ettore Fiore