"La Terra delle Donne" diretto da Marisa Vallone
In una Sardegna rurale a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, Fidela (Paola Sini) è dalla nascita considerata la strega del villaggio: nata settima di una famiglia di sole figlie è vista come una disgrazia dalla madre che desiderava finalmente un maschio. Il suo ruolo quindi sarà quello della “Coga” che secondo alcune credenze può tramutarsi in qualsiasi animale. Fidela i suoi istinti li deve frenare vivendoli solo nella sua intimità e utilizzando i suoi “poteri” per il bene della comunità. Un giorno le viene affidata dal prete del villaggio (Alessandro Haber) Bastiana (Syama Rayner), un’altra settima figlia illegittima nata dalla relazione clandestina tra il soldato americano Thomas e una donna sarda. Fidela scoprirà così la potenza di sentirsi madre, quello che vorrebbe tanto sua sorella Marianna (Valentina Lodovini) che non riesce a rimanere incinta. Fidela e Bastiana costrette dalla tradizione a essere emarginate faranno di questa condanna il loro punto di forza, un valore identitario.
Diretto da
Marisa Vallone che ha scritto la sceneggiatura insieme alla protagonista e produttrice
Paola Sini, "
La terra delle donne" è un suggestivo viaggio nelle tradizioni più profonde della Sardegna attraverso la figura affascinante e misteriosa della “Coga” che nel film da donna debole e discriminata riesce a diventare un tutt’uno con la natura ereditandone la forza e guadagnandosi il rispetto degli altri. Una forza che deriva anche dall’amore per la figlia “adottiva” Bastiana alla quale spetta il suo stesso destino. Un racconto ancestrale che affonda le sue radici in una tradizione patriarcale volta a giudicare e condannare le donne al di fuori della loro “unica funzione”: la maternità. Se non si è madri si è guaste, motivo di vergogna, come succede a Marianna ossessionata dall’idea di partorire un figlio ad ogni costo, chiedendo invano l’aiuto della sorella strega Fidela e di una specie di medico che promette miracoli.
Una storia che sembra metaforicamente parlarci anche del presente nel quale dietro il progresso, dopo anni di emancipazione femminile il tema della maternità rimane l’ago della bilancia sociale per definire il valore delle donne ancora vittime di pregiudizi per delle scelte di vita diverse da quelle largamente accettate dalla società. Fidela e Bastiana così diventano simboli di emancipazione, modelli di forza contro il patriarcato, contro le tradizioni più soffocanti e umilianti per la donna che le due protagoniste riescono a usare a loro vantaggio.
Marisa Vallone dirige una storia avvincente su una figura ancestrale e moderna allo stesso tempo che l’interpretazione di Paola Sini consegna in tutta la sua carica rivoluzionaria. La bella fotografia di Luca Coassin esalta gli straordinari paesaggi sardi, non semplici sfondi ma coprotagonisti dell’intera storia
17/05/2023, 10:22
Caterina Sabato