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PESARO 59 - Dante Ferretti: "Ritorno nelle mie Marche"


Lo scenografo di Macerata ospite speciale alla Mostra del nuovo cinema di Pesaro con la sua autobiografia "Immaginare prima"


PESARO 59 - Dante Ferretti:
L'abbraccio di Pesaro a un marchigiano illustre: Dante Ferretti è tornato nella sua regione d'origine per una festa in suo onore, legata all'uscita dell'autobiografia (scritta insieme a David Miliozzi) intitolata “Immaginare prima” e presentata alla piazza della Mostra internazionale del nuovo cinema prima della proiezione di “Hugo Cabret” di Martin Scorsese, per cui ricevette il suo terzo Oscar.

«La mia è stata una vita fatta di molte coincidenze fortunate», ha raccontato. «Quando avevo solo un anno e mezzo un aereo inglese, eravamo nel 1944, invece che bombardare una caserma di Macerata colpì casa mia: fu un disastro, ma io mi salvai restando “protetto” in qualche modo da un mobile che mi era caduto sopra... Diceva mia madre che quando mi hanno trovato la prima parola che dissi fu “Ciak”, era un segno».

Consapevole dell'importanza della sua carriera e orgoglioso degli incontri avuti nel corso di oltre sessant'anni di attività, Ferretti è a tratti incontenibile nel suo raccontare. «Da ragazzino andavo sempre al cinema, rubavo i soldi dalle tasche di mio padre e fingevo di andare a studiare dagli amici: vedevo anche tre film al giorno, il primo ricordo fu “I ragazzi della via Pal”, quello muto, c'era il sagrestano che girava la manovella del proiettore! Non studiavo mai, ero all'istituto d'arte ma venivo sempre rimandato... Un giorno però grazie a un incontro casuale scoprii che era possibile lavorare nel cinema, fare scenografia. Strappai a mio padre la promessa di iscrivermi all'Accademia di belle arti a Roma se mi avessero promosso: lui non credeva sarebbe mai successo, ma studiai moltissimo a quel punto e ce la feci. Pure con ottimi voti!».

I primi passi sui set furono un ritorno a casa. «Avevo fatto di tutto per scappare dalle Marche, e invece tornai, si giravano ad Ancona due film in contemporanea sui pirati e io venni scelto come aiuto, ma siccome i set erano due spesso mi trovavo solo a dover inventare soluzioni, è stato molto istruttivo. Il mio secondo film come aiuto è stato “La Parmigiana” del 1963, di Antonio Pietrangeli, lo scenografo era Luigi Scaccianoce con cui feci moltissimi lavori, ad esempio il successivo “Il vangelo secondo Matteo” di Pasolini e poi il “Satirycon” di Fellini, da cui però venne poi allontanato».

Tornato a casa da un set, mentre stava andando in gita al mare dovette ritornare nell'abitazione perché aveva dimenticato il costume. «E qui avvenne un'altra delle coincidenze fortunate della mia vita: suonò il telefono proprio in quel momento, era Franco Rossellini che mi invitava ad andare in Cappadocia (che non sapevo dove fosse) sul set di Pasolini per “Medea”. Erano fermi, senza alcun materiali pronto e quando arrivai nel giro di poche ore dovetti inventarmi il carretto su cui Maria Callas viene riprese. Andò bene, a Pierpaolo piacque e feci poi con lui 11 film».

Ma nella carriera di Ferretti a tornare spesso è anche il nome di Fellini, con sei film fatti insieme fino all'ultimo “La voce della luna”, e Martin Scorsese. «Lo conobbi perché era a Roma in viaggio di nozze con Isabella Rossellini, voleva incontrare Fellini. Lei lo conosceva ovviamente e lo portò: giravamo una scena in un bordello de “La città delle donne”, ricordo Federico che gli diceva che non fosse il posto giusto per la luna di miele... Martin mi ha chiamato poi più volte per lavorare con lui ma non riuscivamo mai a incastrare le agende, fino a “L'età dell'innocenza”. Arrivo subito, gli ho detto, e da allora insieme abbiamo fatto molti film. Compreso “Hugo Cabret”, a cui sono molto legato: siamo nelle Marche, non posso che chiudere questi miei racconti ammettendo che mi sono ispirato alla torre di Macerata per l'orologio della stazione del film. Da ragazzo ero amico del figlio dell'orologiaio, doveva andare due volte al giorno a ricaricare il tutto e spesso mandava il ragazzo, io lo accompagnavo. Ricordo quelle scale, quei meccanismi... è stato molto importante per la mia ispirazione».

23/06/2023, 12:06

Carlo Griseri