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VENEZIA 80 - "L'Avamposto", siamo il luogo in cui viviamo


Edoardo Morabito nel suo documentario alle Giornate degli Autori racconta la figura di Christopher Clark


VENEZIA 80 -
Un ritratto incompleto, come forse è inevitabile in ogni documentario biografico: "L'Avamposto" è il tentativo del regista Edoardo Morabito di raccontare Christopher Clark, indomabile eco-guerriero scozzese che per decenni ha vissuto difendendo l'oasi naturale di Xixuaú nella foresta amazzonica brasiliana.

Il suo obiettivo è farla diventare una riserva naturale in modo che siano le istituzioni le paladine della sua salvaguardia: dopo 25 anni lui inizia a essere stanco e a pensare alla pensione, anche se il ritorno nell'Europa da cui è fuggito da ragazzo è escluso ed è pensabile solo per raccogliere i fondi necessari al suo progetto.

Christopher si è convinto che serva un grande atto per spingere il governo brasiliano a ufficializzare la riserva naturale di Xixuaú, e pensa che un concerto dei Pink Floyd in mezzo alla foresta sia la soluzione "finale". Sembra aver convinto David Gilmour, ma lui non vuole più suonare con Roger Waters e allora prova a convincere quest'ultimo...
A tratti non si capisce cosa sia vero e cosa no, e anche le note della colonna sonora spesso "sembrano" quelli della mitica band britannica e invece no (notevole il lavoro sulle musiche, curate da Masmas e Vincenzo Gangi e inserite con grande acume sul girato).

Dal suo avamposto amazzonico Clark riflette e agisce, non sta mai fermo, passa gran parte del suo tempo in barca sul fiume e sembra sempre pronto a un nuovo rilancio, a un nuovo pensiero, una nuova avventura. Anche quando appare improvvisamente fuori posto, sembra perso o sembra che dietro le sue certezze si nasconda un vuoto, quando gli incendi si fanno sempre più pericolosi, le promesse politiche si susseguono senza concretezza, l'età avanza, Waters non risponde.

Chistopher vacilla, e con lui a tratti sembra vacillare l'idea di documentario di Morabito, che a sua volta si confida in un dialogo fuori campo con chi sta guardando il suo lavoro. Lui e Chris, in ogni caso e comunque vada a finire, hanno "cavalcato per un attimo lo stesso sogno impossibile, osservando il disastro arrivare. Perché abbiamo preferito vedere il mondo così come non è, piuttosto che morire di tristezza". Un motivo più che sufficiente per far loro compagnia.

04/09/2023, 11:20

Carlo Griseri