Note di regia di "Jeff Koons, un Ritratto Privato"


Note di regia di
Ha raggiunto un successo indiscutibile e le sue opere hanno prezzi d’asta da record. È l’artista che ha rivoluzionato il sistema dell’arte contemporanea internazionale. L'uomo che ha scelto oggetti di uso quotidiano prodotti in serie e li ha trasformati nella più alta forma d'arte, mischiando cultura alta e immaginario popolare e provocando un terremoto tra i critici di tutto il mondo, in un dibattito che alimenta da decenni il suo incontrastabile successo. Ma chi è l’uomo dietro a Jeff Koons?
Chi si nasconde dietro l’artista provocatorio, trasgressivo e irruento che ha scombussolato le regole del mercato dell’arte? La storia di Jeff Koons prende il via da una passione smodata per l’arte, classica e rinascimentale prima di tutto. E da una venerazione per l’Italia. Ma, ancor prima, si innesta su un’infanzia prodigiosa in cui il sentimento di meraviglia ha un grado di purezza e un’energia che, negli anni successivi, Jeff Koons vorrà con tutto sé stesso riportare alla luce. Di fronte a un Balloon Dog oversized, a un coniglietto in acciaio o a una ballerina gigante – ha intuito Koons – rimaniamo colpiti come ci capitava solo da bambini per le nostre prime scoperte. Questa è forse l’alchimia più intima di cui Jeff Koons è capace: farci tornare alle origini, farci ritrovare uno sguardo bambino quando osserviamo il mondo che ci circonda. E quando osserviamo le sue opere d’arte. È quello che accade con le sue Glazing Balls: sfere in vetro di colore blu poste di fronte o al di sopra di fedeli riproduzioni di opere d’arte gradite all’artista. In quelle sfere noi ci riflettiamo, letteralmente, entrando così in contatto con l’opera d’arte che pure si specchia sulla loro superficie. Per questo il documentario si spinge “oltre lo specchio” e ci mostra le dinamiche nascoste dietro la persona, l'artista e il “marchio” Koons, uomo dell’iperbole. E ci permette di immergerci in un mondo in cui gli oggetti quotidiani e la nostalgia per il pop trascendono le loro forme originali e si trasformano in opere d'arte, elevando il loro status dallo scontato al sublime. Per lasciare che lo spettatore guardi dentro di sé e dentro al suo stesso modo di pensare. Come direbbero i surrealisti, da lui tanto amati: “Questo non è un documentario”. Questo è un viaggio reale e sorprendente nella mente e nella psiche più profonda di Jeff Koons.

Sin dai primi shooting è stato chiaro che Koons ci stesse svelando qualcosa di sé e del suo stile di vita in un modo e con una generosità̀ mai visti prima. Da sempre lo conosciamo come un uomo estremamente pragmatico, noto per il suo approccio scientifico. Oggi ci svela un quotidiano in cui famiglia e figli rappresentano il cuore della sua vita: gioca con loro a biliardo, condivide con passione quello che fanno e i loro sogni, alleva mucche e cavalli della tenuta in Pennsylvania in cui vive... E con la stessa intimità ha voluto iniziare a raccontarci come realizza materialmente i suoi lavori. Spesso i documentari d’arte sono estremamente didattici. Questa volta Koons, in modo per tanti versi inatteso, ci ha dato la possibilità di spingerci oltre e comprendere davvero la sua passione per gli oggetti comuni, per gli elementi che formano il quotidiano di noi tutti o quello dei nostri antenati. Durante le riprese, ha raccontato, per esempio, come ha rilevato la fattoria dei suoi nonni e come ha rintracciato una carrozza uguale a quella che usavano loro. Per questo anche gli intervistati non sono semplicemente talking heads: diventano veri testimoni della vita e dei successi di Koons. La famiglia e le persone che hanno collaborato con lui (curatori, galleristi, artisti) descrivono il Mondo, la persona e la vita privata di Jeff Koons. Unendo tutti questi elementi, il mio obiettivo per il documentario è quello di ripercorrere i quarant'anni di carriera dell'artista, esplorando nel profondo la sua produzione e il suo metodo comunicativo. Soprattutto andando oltre i preconcetti. Un'occasione, credo, per capire come si può diventare uno dei creativi più costosi della storia, unendo un punto di vista unico a un’eccellente attitudine alla vendita. Ma sarà al di fuori delle mura dei musei e delle gallerie che un Koons invisibile verrà messo al centro della scena. Lontano dagli allestimenti e dai riflettori, Koons mostrerà al pubblico la bellezza nascosta e le qualità artistiche di oggetti che non immagineremmo mai di portare a casa e ci dirà come si potrebbero trasformare in opere da milioni di dollari: magneti da frigo raffiguranti miti antichi, grembiuli dedicati al David di Michelangelo, bobbleheads della regina Elisabetta. Un mix tra sacro e profano, tra antico e contemporaneo che fonde i secolari modelli europei a una frenesia consumistica tutta americana su cui Koons invita a riflettere e interrogarsi. Senza dare soluzioni, ma sollevando dubbi. Come fa lui stesso ogni giorno. Benvenuti nella mente di Jeff Koons.

Pappi Corsicato