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FUTURE FILM FESTIVAL 23 - I vincitori della tappa di Bologna


FUTURE FILM FESTIVAL 23 - I vincitori della tappa di Bologna
Dopo cinque intensi giorni di proiezioni, anteprime, talk, laboratori e serate speciali, si conclude la prima tranche del Future Film Festival nella sua nuova location, DumBO, ex scalo ferroviario e spazio più importante di rigenerazione urbana della città, con un ottimo successo di pubblico.

E non esiste festival senza vincitori: "Blind Willow, Sleeping Woman", di Pierre Földes, è il vincitore della 23esima edizione del FFF. Un lungometraggio surreale e denso di simbolismi che dà vita alle storie e ai personaggi di Murakami, contenuti nell’omonima raccolta di racconti. A decretarlo è stata una giuria totalmente femminile, composta da Enrica Capra, fondatrice di Graffiti Doc, produttrice e co-produttrice, Enrica Brocardo, giornalista culturale e dello spettacolo, Anastasiya Verlinska, direttrice del Linoleum Animation Festival di Kiev. Quanto alla giornalista e ricercatrice iconografica Beba Gabanelli, ha assegnato il Premio Green Future, per l’opera maggiormente legata alla sostenibilità e al futuro. È invece CINECA ad avere individuato il vincitore del Premio New Frontiers, dedicato ad opere innovative per ambienti immersivi, AR o VR, e mixed media.

Con la premiazione si chiude la prima parte del festival, che proseguirà a Modena dal 24 fino al 26 novembre, con una serie di proiezioni – tra cui quelle dedicate ai film e corti vincitori – eventi e laboratori.

Vince all’unanimità "Blind Willow, Sleeping Woman", opera francese dall’anima giapponese, che segue il principio secondo cui "Ciò che vedi con i tuoi occhi non è necessariamente reale". Il regista Pierre Földes adatta magistralmente la poetica di Murakami, e - come si legge nelle motivazioni - “esplora gli interstizi tra realtà e illusione e ci guida nei meandri del realismo magico dell'autore, oltre ad avere uno stile di animazione molto curato, che attraversa abilmente i momenti di transizione nella vita dei personaggi principali”.

Il secondo posto è stato assegnato ad "Art College 1994", di Liu Jian, un diario di formazione ambientato trent’anni fa in un'accademia d'arte cinese. La giuria ha apprezzato il tema - il ritratto di un giovane artista alle prese con il materialismo e la censura - abbinato alla semplicità del tratto grafico e alla sofisticatezza del lavoro sonoro. Emerge “una narrazione toccante e universale che aggiunge una figura indimenticabile alla galleria degli artisti maledetti di tutti i tempi”.

Oltre 80 i lavori provenienti da tutto il mondo presentati in concorso al Future Film Festival. Il premio di Miglior cortometraggio va a "La Perra" di Carla Melo Gampert: un’opera, si legge nelle motivazioni, che approfondisce la natura delle relazioni genitore-figlio, esplora il desiderio sessuale senza limitazioni e affronta le difficoltà incontrate dalle donne in una società dominata dagli uomini.

Al secondo posto troviamo "Way Better" di Skirmanta Jakaitè, corto lituano che in pochi minuti, e con un linguaggio visivo originale – fatto di piccoli dettagli abbinati a un lavoro sonoro convincente – ritrae il senso di isolamento del mondo contemporaneo, alle prese con compulsioni e riti del consumismo.

Il Future Film Festival premia la capacità di proiettarsi verso un futuro – di volta in volta, temuto, o desiderato – e quindi in realtà di parlare del presente in termini di critica sociale, economica e culturale. Lo fa attraverso il Premio Green Future, rivolto alle opere che meglio raccontano la sfida rappresentata dalla sostenibilità e la salvaguardia dell’ambiente. È stata la giornalista Beba Gabanelli a segnalare, come primo premio tra i lungometraggi, "Four Souls of Coyote", di Aron Gauder, un'avventura epica sul mito della creazione dei nativi americani, “che denuncia la sistematica rapina che operiamo ai danni del nostro Pianeta, frutto della cecità, dell'ingordigia e dell'avidità, o meglio, come suggerisce il film, dell'incapacità di trovare il proprio posto nel ciclo della vita”. Tra i corti emerge invece "Snail Away" di Juliet Campfens, che “riesce, con poche e deliziose inquadrature, a mostrare la disturbante bruttezza di alcune zone urbane, e al tempo stesso ci suggerisce di guardare alle soluzioni ecologiche, ergonomiche e geniali che la Natura, se così si può chiamare, sa trovare per risolvere i problemi”.

In gara, quest’anno, anche 5 serie animate presentate al pubblico: un formato in “pillole” per contenuti dalla grande creatività. La serie vincitrice è "Kididoc" di Raoul Magrangeas, versione animata di una celebre serie di libri pop-up che sa catturare l’attenzione dei giovani spettatori.

Al confine tra presente e futuro si pongono le opere che hanno partecipato al concorso New Frontier, dedicato alle proposte immersive in realtà aumentata o con i visori VR e alle varie proposte legate a piattaforme e mixed media. CINECA ha assegnato il primo premio a "From The Main Square" di Pedro Harres: l’esperienza interattiva VR che attraverso un collage di assurdità urbane, a volte divertenti e a volte brutali, racconta i danni della polarizzazione politica e del collasso ambientale, “è un racconto che affronta temi di interesse sociale con uno stile grafico leggero ma efficace e delle scelte di regia che utilizzano al meglio le possibilità della realtà virtuale”.

20/11/2023, 14:17