Fondazione Fare Cinema
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TORINO FILM FESTIVAL 41 - "Amen", quando
erotismo e religione si scontrano


Opera prima di Andrea Baroni.


TORINO FILM FESTIVAL 41 -
Amen
Un film davvero coraggioso e deciso nello stile e nei contenuti questo "Amen " di Andrea Baroni. Qui c la lotta eterna tra fede e corpo, tra confessione e peccato, tra eros e thanatos. I personaggi sono pochi; siamo in un casolare di campagna in una zona non precisata di unItalia rurale e religiosissima. Limpianto del film assomiglia a quello di un kammerspiel strindberghiano, ossessioni di preghiera, volti scavati da segreti inconfessabili e allesterno una natura aggressiva nella sua bellezza misteriosa. Su tutto incombe la sospensione, ci aspettiamo un folk horror alla Pupi Avati e il mostro che balza sullaia dalla notte buia, ma la tragedia nasce dalla realt. Dal verismo scocca lincubo peggiore, come Capuana e Verga ci insegnano in alcune loro novelle che volgono tragicamente al noir. Anche i volti degli attori sono scelti bene, occhi languidi, tristi, le tre sorelline costrette a vivere come in un convento, da una nonna spiritata e da un padre violento sono davvero buon cinema. Da apprezzare anche la geometria compositiva di Baroni, sempre a servizio di una storia che anche a livello di scrittura non scende mai di tensione e di precisione. Labbandono e larretratezza delle location scelte, rimandano ad unimpostazione teatrale e ad una messa in scena scarna ma efficace.

Lascio la parola alle note di regia del giovane regista che spiegano bene la genesi avventurosa del film: Sono sempre stato affascinato dal concetto di limite. Nel corso degli anni poi, ho maturato che fosse pi di una fascinazione, ma addirittura una vera ossessione.
Amen nasce dal caso che, nel periodo successivo alla reclusione e alla limitazione comune, scoprissi un luogo (il casolare delle riprese), che per me rappresentava allo stesso tempo il ricordo della felicit e quello dei divieti.
Nei giorni successivi a quella scoperta, non riuscivo a non tornare continuamente a quella sensazione. Ho impiegato poco meno di due settimane per scrivere una sceneggiatura che non esisteva, e che non era mai esistita in forma di soggetto.
Esattamente 28 giorni dopo aver visto il casolare, ero sul set e iniziavo a girare come fossimo dentro una Comune, con un gruppo di amici che voleva sperimentare con me il concetto di limite.
Tirando le somme sono stati 45 giorni in stato di trans, come se la vita potesse temporeggiare, e appunto, si fosse fermata ad aspettare la mia mossa.Nei pressi di Roma avevo scoperto un luogo che mi catapultava nella percezione dellinfanzia, nel passaggio tra quella e ladolescenza, mentre mangiavo fichi e attendevo il primo pomeriggio, in attesa che gli zii, i genitori e i cugini si svegliassero dalla siesta.
Un casolare che assomigliava tremendamente a quello dei miei nonni con i quali trascorrevo i tre mesi estivi sulla costa laziale.
Una volta in quel luogo, ho usato lintuito e maneggiato la materia che avevo a disposizione.

Tutto ci che il regista scrive nelle note di regia, si trasmette in maniera esatta nello scorrere delle immagini. Si sente il vento, il ricordo, la forza della memoria reale che si trasforma in storia e fantasia.

Il film di Andrea Baroni una delle uscite italiane pi interessanti di questanno, cinema indipendente a basso costo con buone idee di regia ed uno stile secco e pulito. Coraggioso anche per certe scene di nudo e di sesso che non si vedevano da tempo nel cinema nostrano. La figura grossolana e muta di Primo, vero e proprio oggetto del desiderio delle tre adolescenti vergini, mi ricorda certe suggestioni erotico surrealiste del cinema di Walerian Borowczyk. Da vedere assolutamente.

25/11/2023, 19:30

Duccio Ricciardelli