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Note di regia di "Ghost Detainee – Il caso Abu Omar"


Note di regia di
Ghost Detainee si basa su una vicenda lunga e complessa, articolandosi in un racconto a più voci.
Dal punto di vista registico è sempre importante seguire le varie storie, sottolineare i diversi registri, con scelte non solo narrative ma anche visuali e sonore, per immergere lo spettatore nei vari contesti.
Diversi sono anche i generi che si intrecciano in questo racconto: poliziesco, legal, spy e altri. In alcuni casi dunque, per le riprese e per i reenactement sono state adottate scelte che richiamano ai film di azione. Suggestioni che rendono l’angoscia di chi viene rapito, in pieno giorno, a Milano e si trova catapultato in Egitto in una realtà di torture e abusi.
Lo stile action è intervallato da spazi di riflessione, in cui prevalgono domande etiche e morali e da momenti di intensa commozione, in particolare al Memorial dell’11 settembre a New York.
E poi i luoghi fisici, contrapposti, quasi a significare la distanza tra due mondi, una distanza che, dopo l’attacco alle Twins Towers si era estremamente acuita. L’Egitto, in cui Abu Omar, allo stesso tempo vittima e presunto nemico, oggi vive una esistenza segnata da quanto accaduto, e il mondo Occidentale, in cui qualcuno ha sbagliato, ma allo stesso tempo, proprio perché è una democrazia, è stato possibile ragionare su questi errori.
La regia dunque ricrea le varie atmosfere di questa storia caleidoscopica, contribuendo anche alla comprensione di un racconto avvincente ma molto complesso.