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ANDREA OTTAVI - "Attore per caso, pittore per passione"


L'attore è nel cast del film di Saverio Costanzo "Finalmente l'alba" e presto in sala anche in "Flaminia" di Michela Giraud


ANDREA OTTAVI -
Andrea Ottavi
Dal 14 febbraio in sala in tutta Italia, dopo l'anteprima in concorso a Venezia 80, "Finalmente l'alba" di Saverio Costanzo: nel cast anche Andrea Ottavi, nel ruolo del giovane che convince le protagoniste a tentare la fortuna nel cinema, dando il via alla storia del film. Lo abbiamo intervistato.

Andrea, che ricordi ha di questo set?

Ho potuto vedere il film solo in questi giorni, a Venezia non ero presente. So che la versione ora in sala è circa 25 minuti più breve di quella originale, ma per fortuna i tagli non sono stati fatti nella parte in cui recito io!
Mi è piaciuto moltissimo, potete immaginare la mia emozione: lavorare con un regista e un cast così importante è stato fantastico.
Tra l'altro è un film che merita moltissimo il grande schermo: sono un grande appassionato di fotografia, è stato incredibile vedere al lavoro il nostro dop, Sayombhu Mukdeeprom.

Presentiamo il suo personaggio.

Ammetto che all'inizio non mi era chiarissimo il lavoro specifico che faccio nel film, sembro un produttore ma anche un agente di cinema... diciamo che sono un sedicente lavoratore dello spettacolo che si occupa di comparse, ma non ci lavoro davvero, il mio intento è quello di avvicinare una ragazza e abbordarla.
Sono un ragazzo romano popolare, alla mano e furbo allo stesso tempo, con doti di affabulatore.

Prima di questo film cosa aveva fatto?

Ho iniziato facendo figurazioni speciali casualmente, a 16-17 anni, poi venni preso per un piccolo ruolo per "Acab" ma ma mio padre non mi mandò perché avevo degli esami: pensavo di aver perso l'opportunità, sentivo il bisogno di fare questo lavoro. Ora sono qui: non cerco il successo ma vorrei continuità nel lavoro, faccio tanti provini, arrivo anche in finale ma poi non sempre va bene.
Sono alto 1 e 94 e l'altezza mi limita molto, tranne in qualche caso come per Alessio Cremonini in "Sulla mia pelle": avevo appena fatto un corto, "Ambaradan", che andò a Venezia e in cui ero un nazifascista rasato e cattivo. Mi chiamarono per un piccolo ruolo nel film, da tossicodipendente, ma poi una volta arrivato mi "promossero" al ruolo di carabiniere, è stato molto bello.

Presto sarà in "Flaminia", esordio alla regia di Michela Giraud.

C'è una grande amicizia con Michela, al di là del ruolo (per cui ho fatto un regolare casting): ho un ristorante di famiglia ai Castelli Romani, dove tuttora lavoro e dove lei è spesso cliente con la famiglia. E' molto gelosa di questo film, posso solo dire che interpreto Mirko, un ragazzo problematico...

Oltre che attore è anche pittore.

Vero, e a maggio terrò una mostra di quadri molto grandi, 3-5 metri, acrilici, di pittura astratta, sul tema del sonnambulismo. Dipingo di notte, ho voluto esplorare l'incertezza del mondo notturno in cui la coscienza si libera.
Sono stato spinto da tanti amici a uscire fuori anche con questo lato, ammetto che mi fa sentire nudo espormi con i quadri.
La mostra sarà al PMR Studio a Roma: con loro sto lavorando anche a un cortometraggio, iniziamo le riprese il 16 febbraio, un thriller psicologico diretto da Thomas Wagner. Sono un soldato in una stanza che subisce la "tortura del bianco", la reclusione in un ambiente senza colore. Un lavoro molto interessante che punta tanto sull'aspetto visivo.

07/02/2024, 10:05

Carlo Griseri