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FARE CINEMA, LAVORARE LA TERRA, ABITARE
IL MONDO LABORATORIO L’ORTO DEL MONDO


FARE CINEMA, LAVORARE LA TERRA, ABITARE IL MONDO LABORATORIO L’ORTO DEL MONDO
Il laboratorio è una condivisione di un’esperienza di cinema. Conta l’esperienza che si fa. Il risultato può avere forma di una serie di variazioni, di spunti, di germogli di film in work in progress.
Conta l’esperienza. Il racconto nasce dall’esperienza. Sempre arrivare ad essere stupiti da quel che nasce nei laboratorio, dicevo prima di iniziare, come un auspicio.
E ne sono rimasto stupito, con la sensazione di essere ospite nei propri luoghi. Il laboratorio è come un atelier aperto – dove per la prima volta invito dei cineasti a fare esperienza de mio luogo di vita e di lavoro – lavoro di cinema e lavoro della terra.
Condividere l’orto e il mondo, l'orto del mondo Interrogare un percorso, interrogare il fatto di stare qui. Ad un amico che mi disse che gli piacerebbe vivere qui risposi pure io. Come per scherzo - ma in realtà mi sono accorto che non è uno scherzo. Vivo qui e mi piacerebbe vivere qui. Il presente e il possibile come due dimensioni in movimento. Essere in vita, e dove.
Fare cinema è il rapporto con il mondo che abiti e con gli altri che abitano questo mondo. Inventare il qui, ora, dove siamo e dove vogliamo andare. Essere in vita, dove, qui, in questo mondo, essere uno degli altri in questo mondo. Faccio cinema e lavoro la terra, da vent’anni. E questo legame nutre la mia ricerca di cinema.
Un legame molto concreto, materiale.
Immaginare quel che hai bisogno per vivere. Preparare la terra è immaginare ciò che ci crescerà. Seminare è immaginare la crescita della pianta e lo spazio di cui ha bisogno. Potare la vigna, l’olivo, l’albero da frutta, è immaginare la forma che avranno, la luce di cui il frutto ha bisogno per maturare.
Lavorare ad un film è immaginare la vita che ne germoglierà. La logica della

Giovanni Cioni