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VENEZIA 81 - "Taxi Monamour", come Thelma e Louise...


Ciro De Caro presenta alla Mostra di Venezia il suo nuovo film, ancora una volta scritto con (e interpretato da) Rosa Palasciano.


VENEZIA 81 -
Yeva Sai e Rosa Palasciano in "Taxi Monamour"
E basterà un pieno / Per andare lontano / Vedrai amica basterà / Abbiamo mille strade scritte in una mano / Ma il destino nostro quale sarà?

Sono le parole iniziali di Come Thelma e Louise, canzone di Giorgia ormai prossima a compiere trent'anni, e sono il primo collegamento venuto spontaneo alla visione di "Taxi Monamour", opera diretta da Ciro De Caro e da lui scritta (come il precedente e fortunato "Giulia") insieme a Rosa Palasciano, che torna per la seconda volta anche come protagonista.
Questa volta è Anna, personaggio a prima vista non troppo dissimile dal precedente (la stramba irrequietezza che le guida, l'ondivaga indecisione che rischia di snervare...) ma che si scoprirà avere ben altre motivazioni e ben altri trascorsi. Insieme a lei, in una spartizione non proprio simmetrica dei tempi e degli spazi, c'è Nadia, cui dà volto e voce l'attrice di origini ucraine Yeva Sai (già apprezzata dal grande pubblico in "Mare Fuori").

La prima è reduce da un grave incidente d'auto, ha un rapporto con un uomo più vecchio di lei che spesso è lontano per lavoro e una famiglia in cui sembrano ripetersi costantemente le stesse dinamiche. La seconda è giunta in Italia allo scoppio della guerra, vive in casa degli zii, non ha amicizie in loco e sente forte il desiderio di tornare a casa, nonostante tutto.

Il loro è un incontro casuale, la loro amicizia nasce un po' per forza (sembra di rivedere a tratti il rapporto tra Benedetta Porcaroli e Galatea Bellugi in "Amanda"...), ma lentamente e senza una precisa spiegazione saprà crescere e aiutarle.

"Taxi Monamour" (titolo poco convincente, ma è un peccato veniale) ha un ritmo lento che spiazza ma inevitabilmente avvolge, due protagoniste che convincono e alcuni momenti davvero riusciti (tra i più simpatici e i più delicati è difficile scegliere). Una storia semplice e accennata, da cui - all'inizio dei titoli di coda - si "esce" controvoglia: esiste un complimento migliore da fare a una storia?

De Caro dirige con mano sicura, senza invadere lo sguardo con trovate pirotecniche ma affidandosi a corpi, volti e sguardi - soprattutto - di Palasciano, eccellente nel dosare le emozioni di una donna in crisi che cerca una direzione.

03/09/2024, 18:40

Carlo Griseri