banner430X45

ARCHIVIO APERTO 17 - A Bologna dal 23 al 27 ottobre


ARCHIVIO APERTO 17 - A Bologna dal 23 al 27 ottobre
La memoria come arte, raffinata e complessa, esercitata attraverso svariate tecniche di annotazione, di cui i film di famiglia costituiscono una parte importante, con il loro accurato soffermarsi sulla vita giorno dopo giorno. The Art of Memory è il titolo scelto per la XVII edizione di Archivio Aperto, il festival di Fondazione Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia di Bologna che si svolgerà a Bologna dal 23 al 27 ottobre 2024 , con la direzione artistica di Giulia Simi e Sergio Fant, dedicato alla (ri)scoperta del patrimonio cinematografico privato, sperimentale e inedito che Home Movies da oltre vent’anni cura, conserva, restaura e cataloga con il suo archivio di oltre 35mila pellicole. Il festival cresce di anno in anno e questa edizione ospiterà anche un importante appuntamento internazionale, il 34° convegno di INEDITS Amateur Films / Memory of Europe, l’associazione europea che riunisce gli archivi che si occupano di cinema privato di tutto il continente.

Un programma che affianca il concorso internazionale dedicato alle opere di found footage, realizzate a partire dal riutilizzo del patrimonio filmico amatoriale e non, a un fitto calendario di incontri, retrospettive, eventi speciali, sonorizzazioni dal vivo delle pellicole, workshop che configurano la manifestazione come vero e proprio laboratorio d’archivio, spazio di riflessione e riferimento italiano sull’uso pubblico delle immagini private.

Sedici le opere selezionate in concorso, per un totale di 18 Paesi coinvolti, con 7 anteprime italiane: film segnati da temi di attualità, in cui il recupero del recente passato si configura come chiave di lettura della complessità del presente. Come in "A Fidai Film" del regista palestinese Kamal Aljafari, che parte dalla sottrazione degli archivi del Palestine Research Center da parte dell’esercito israeliano nel 1982, durante l’invasione di Beirut, per costruire un contro-archivio palestinese e resistere al divieto di autorappresentazione; "in Silence of Reason" di Kumjana Novakova (Macedonia del Nord, Bosnia ed Herzegovina, 2023), realizzato con i video e le testimonianze usate come prove nel processo della Corte Penale Internazionale contro gli autori di violenze sessuali durante la guerra nell’ex Jugoslavia, il primo a considerare lo stupro e la schiavitù sessuale crimini contro l’umanità, o in "Fragments of Ice" di Maria Stoianova, rielaborazione autobiografica familiare e storica attraverso i video amatoriali di un pattinatore professionista ucraino in tour nel mondo, negli anni che porteranno alla fine dell’Unione Sovietica. Anche l’unico lungometraggio italiano in Concorso è un film di viaggio: "Terra Nova - Il paese delle ombre" lunghe di Lorenzo Pallotta (Italia, 2023) rielabora i filmati di due spedizioni scientifiche al Polo Sud, verso il punto più estremo mai raggiunto da una nave.

Tra le anteprime italiane in concorso "Les Mots qu'elles eurent un jou"r (Francia, 2024) di Raphaël Pillosio, sulla ricerca 50 anni dopo delle ribelli algerine ritratte appena uscite di prigione in Francia, in un filmato militante rimasto senza sonoro; "Triton" (Romania, 2024) di Ana Lungu, che indaga le relazioni tra generi nella Romania del ‘900 attraverso storie di donne e sguardi di uomini; "Alpe-Adria Underground!" (Slovenia, 2024) di Jurij Meden e Matevž Jerman, frutto di un pluriennale progetto di ricerca e restauro, che celebra un folgorante capitolo dimenticato della storia del cinema d’artista e sperimentale; "A Portas Fechadas" (Brasile, 2023) di João Pedro Bim, con la registrazione, segreta per decenni, della riunione nel 1968 in cui il governo militare brasiliano avviò il periodo più violento della dittatura, che accompagna un collage di filmati educativi e propagandistici dell’epoca; "Las novias del sur" (Spagna, 2024) di Elena López Riera, già acclamata per il suo debutto El agua, un potente ritratto corale di donne che in tarda età parlano della loro sessualità e vita di coppia, su immagini della più classica iconografia familiare; e il cortometraggio "Some Thoughts on the Common Toad" (Stati Uniti, 2023) di G. Anthony Svatek, breve lavoro di found footage ispirato all'omonimo saggio di George Orwell del 1946, letto da Tilda Swinton.

Ad aprire il festival mercoledì 23 ottobre (ore 19.30, Cinema Modernissimo, Piazza Re Enzo), in
collaborazione con Luce Cinecittà, sarà l’anteprima italiana di "Sulla terra leggeri" (Italia, 2024), lungometraggio d’esordio di Sara Fgaier, presentato in prima mondiale in concorso all’ultimo Locarno Film Festival: un lungometraggio che, nello stile della regista e montatrice, incorpora in modo evocativo e originale materiali provenienti da oltre dieci archivi, tra cui la Fondazione Home Movies, per narrare una storia d’amore che attraversa decenni, distanze, ricordi e vuoti di memoria. Sara Fgaier è nota come montatrice e produttrice de La bocca del lupo (2009) e Bella e perduta (2015), diretti da Pietro Marcello; è l’unica italiana ad aver ricevuto il Premio Rolex per le Arti, grazie al quale ha lavorato con il leggendario montatore Walter Murch, e ha diretto il cortometraggio Gli anni (2018), premiato con lo European Film Award.

I tre premi - Miglior Lungometraggio, Miglior opera breve e Premio alla migliore valorizzazione degli archivi privati - saranno assegnati da una giuria di respiro internazionale composta dalla curatrice, montatrice e produttrice cinematografica spagnola Garbine Ortega, dalla portoghese Teresa Castro, docente di cinema presso l’Université Sorbonne Nouvelle di Parigi e dal regista italiano Massimo D’Anolfi, autore, insieme a Martina Parenti, di più di dieci film presentati nei più prestigiosi festival e musei d’arte, l’ultimo dei quali, Bestiari, erbari, lapidari (Italia/Svizzera, 2024), in anteprima mondiale all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, sarà presentato a Bologna nel programma del Cinema Modernissimo domenica 13 ottobre alle 20.00, alla presenza degli autori, in un evento in collaborazione con Archivio Aperto.

Tra gli highlights del programma la presenza, domenica 27 ottobre (ore 16.00, Ex Chiesa di San Mattia, via Sant’Isaia 13) della scrittrice e giornalista tedesca di origine ucraina Katja Petrowskaja, protagonista della sezione Poetry, Diaries and Novels inaugurata nell’edizione 2022 dal Nobel per la Letteratura Annie Ernaux e dedicata a scrittori e scrittrici di rilievo internazionale le cui opere partono dal tema della memoria che si lega alle immagini. Petrowskaja è conosciuta per i suoi Forse Esther (2014), intenso viaggio a ritroso nella storia tragica del Novecento tra ghetti, gulag e lager nazisti, e per l’ultimo La foto mi guardava (2024), in cui a partire da un lento e minuzioso lavoro di osservazione di fotografie in cui si è imbattuta nelle mostre, nei libri, nei mercatini delle pulci, si dipana una narrazione che nasce dal tentativo di descriverle, decifrarle e
comporle in una possibile storia.

La sezione La natura dell’archivio, dedicata alle contaminazioni tra botanica, archivi e memoria, ospita l’installazione site-specific in pellicola 16mm e disegni china e colori vinilici su carta dell’artista visiva Adelaide Cioni dal titolo "Kew. A Conversation in Green", visibile dal 23 al 27 ottobre presso il Refettorio delle Monache dell’ex Convento San Mattia, ora Sala Berti (Via Sant’Isaia 20). Attraverso l’elemento della foglia e in particolare del pattern – una costante della sua ricerca – emotivo e decorativo della palma, Cioni presenta un’opera nella quale confluiscono due brevi film in Super8 stampati in 16mm e installati dalla Fondazione Home Movies, da lei realizzati nel 2019 all’interno della Palm House, la grande serra ottocentesca di palme dei Royal Botanic Gardens di Kew: «Dentro la casa delle palme a Kew era come avere delle continue apparizioni, dei riconoscimenti. Nel film ho cercato di impressionare su pellicola questo contatto, un dialogo a cui partecipavo e al quale assistevo, con e fra le piante, un comunicare aperto fra esseri viventi. La memoria che suscitano le foglie viene da qualcosa di antico e astratto, è l’incanto ipnotico del disegno delle linee, delle curve, dell’intensità del colore verde, è che il nostro occhio tende naturalmente all’astrazione, gode nel colore e nel ritmo. Attraverso questa gioia tutta fisica ho parlato con le piante, alcune hanno risposto». Adelaide Cioni sarà presente al festival il 27 ottobre in occasione di un incontro (10.30, Ex Chiesa di San Mattia) con Edy Fantinato, botanico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Teresa Castro dell’Università Sorbonne Nouvelle – Paris 3.

La sezione Storie sperimentali, dedicata a filmmaker che hanno fatto la storia del cinema
d’avanguardia, omaggia Chantal Akerman, autrice del celebre Jeanne Dielman, 23 quai du Commerce, 1080 Bruxelles (1975), eletto miglior film di sempre nell’ultima classifica stilata dalla prestigiosa rivista “Sight and Sound”. In programma il 23 ottobre (19.30, Cinema Modernissimo), in occasione dell’apertura del festival, 4 brevissimi film 8mm in anteprima italiana recentemente restaurati e digitalizzati dalla Cinematek belga e dalla Chantal Akerman Foundation, girati nell'estate del 1967 per l’esame di ammissione all’Institut Supérieur des Arts du Spectacle di Bruxelles, dove fu ammessa nell'autunno del 1967 ma dal quale si ritirò pochi mesi dopo, rifiutando i rigidi schemi della scuola. Quattro schizzi di vita e commedia quotidiana, muti, che abbracciano la poetica degli home movies e diventano vitale e commovente testimonianza dello sguardo acerbo, ma già personale, di una Akerman poco più che adolescente.

Nella stessa sezione sperimentale anche il focus sulla “corrispondenza” tra Carolee Schneemann e Stan Brakhage, con una selezione di opere proiettate in pellicola 16mm (25-26 ottobre, 22.30, Ex Chiesa di San Mattia). Lui, uno dei principali esponenti del cinema d’avanguardia del Novecento, lei pittrice, performer, scrittrice, filmmaker e artista visiva pioniera dell’arte femminista, che ha aperto nuovi percorsi e immaginari capaci di sfidare e reinterrogare le strutture del patriarcato, in un ecosistema artistico (e quindi anche economico) dominato dal pensiero e dalla parola maschile. Attraverso una ricchissima produzione polimorfa, multi materica e multisensoriale, politica e trasgressiva, che parte dalla seconda metà degli anni ‘50, Carolee Schneemann ha rivoluzionato la rappresentazione del corpo e della sessualità femminile. Storie Sperimentali, a partire dal ricco scambio epistolare tra i due, propone una corrispondenza filmica tra alcune delle loro opere più significative: un dialogo attorno al tema del corpo nudo attraverso la lettura femminista - nelle parole di Schneemann - di una delle più importanti figure del cinema sperimentale americano. La sezione include alcuni titoli iconici di Stan Brakhage, tra cui "Window Water Baby Moving" (1959) e "Anticipation of the Nigh"t (1958) e di Carolee Schneemann – tra cui "Fuses" (1964-67), vero e proprio film culto che libera, come contro narrazione al cinema domestico di Brakhage, il potenziale erotico e politico dello spazio della casa, esplorando il piacere sessuale della donna.

Ancora scrittura al femminile nell’omaggio a Goliarda Sapienza, di cui ricorre il centenario della nascita e alla quale Archivio Aperto dedica due appuntamenti, Niente che è vivo si perde. In omaggio a Goliarda Sapienza (24 ottobre, 18.30, AngelicA | Centro di ricerca Musicale - Teatro San Leonardo, via Sant’Isaia 63), una sonorizzazione dal vivo del duo Bono / Burattini, al secolo Francesca Bono e Vittoria Burattini, su una selezione d’archivio di film amatoriali della Fondazione Home Movies, tra tuffi, corse, salti, capriole, danze e girotondi che scorrono sulle pellicole degli anni ormai finiti ma non perduti, e l’evento a cura di Anna
Toscano Sempre aperta memoria: Goliarda Sapienza (26 ottobre, 18.00, Ex Chiesa di San Mattia), un racconto dal corpo come memoria filmica alla ricostruzione di sé attraverso la scrittura: la gioia del narrare come salvezza di un'identità frantumata.

Per Art & Experimental Film, sezione curatoriale d’archivio sul cinema sperimentale e d’artista italiano, quest’anno sarà presentato il restauro a cura di Home Movies di "La nott’e’l giorno" (1976) di Gianni Castagnoli (25 ottobre, 18.30, Ex Chiesa di San Mattia). Il film, frutto della collaborazione con la compagna di Castagnoli, la poeta Patrizia Vicinelli, come sostenne una delle firme più autorevoli della critica cinematografica, Alberto Farassino, “è il film più minuziosamente e magistralmente montato di tutto il cinema italiano, in un reticolo di accostamenti fra forme, luci, gesti, atmosfere e figurazioni di vibrazioni catturate in tempi e luoghi diversi”, un’opera in Super8 mitica, misteriosa e maledetta che dopo anni di lavoro viene
riproposta in una versione definitiva in 16mm per la proiezione in pubblico e in video 2k per il distributore francese RE:Voir, l’emissione televisiva su Fuori Orario (RAI 3) e le piattaforme digitali.

Tra gli Eventi speciali, "Il gioco della conoscenza. Il cinema dei ragazzi" di Emilio Sidoti (24 ottobre, 16.30, Ex Chiesa di San Mattia), omaggio a un maestro pioniere del cinema a scuola i cui principi rivoluzionari furono attaccati negli anni ‘70 e difesi da artisti e intellettuali come Umberto Eco e Gian Maria Volonté; la presentazione del progetto "Sguardi in camera" (26 ottobre, 11.00, Ex Chiesa di San Mattia), serie documentaria d’archivio realizzata da Home Movies e prodotta da Kiné e I Wonder Pictures sulla storia del ‘900 attraverso i film di famiglia, spin off del progetto HomeMovies100, di cui si vedranno degli estratti in anteprima; e "Cinematic Instant Songs" (27 ottobre, 21.30, Ex Chiesa di San Mattia), un vorticoso e divertente cineconcerto frutto della collaborazione tra Home Movies e il trio livornese Volontré.

La giornata finale del festival, domenica 27 ottobre alle ore 18.00 (Pop Up Cinema Arlecchino, via delle Lame, 59/a), vedrà anche la cerimonia di premiazione del concorso internazionale, che annuncerà i vincitori di questa edizione e precederà la proiezione - in collaborazione con Rai Cinema e in partnership con Biografilm Festival - del monumentale documentario "Riefenstahl" di Andres Veiel (Germania, 2024), appena presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. A partire da straordinari archivi privati inediti il documentaro torna sulla figura, l’opera e le ombre della controversa e geniale regista tedesca di "Il trionfo della volontà" (1935) e "Olympia" (1938), e sui suoi legami con il regime nazista e Hitler in persona.

Archivio Aperto inaugura inoltre una carte blanche curata da festival europei di cinema sperimentale contemporaneo, ospitando una selezione di cinque film brevi provenienti dalle programmazioni recenti del festival 25FPS - International Experimental Film and Video Festival di Zagabria (27 ottobre, 14.00, Ex Chiesa di San Mattia), che nel 2024 ha raggiunto la sua ventesima edizione.

Non mancheranno i momenti di approfondimento dedicati a professionisti/e del settore audiovisivo, che coinvolgeranno in primo luogo archivi, registi/e, produttori/produttrici e archive producer. Archivio Aperto Professional quest’anno ospiterà la tavola rotonda L’archivio in sala (venerdì 25 ottobre, 10.30, Ex Chiesa di San Mattia), con gli autori di alcuni film italiani recentemente distribuiti o in arrivo nei cinema, che nel contesto di lungometraggi documentari e di finzione fanno un uso originale e rilevante dei materiali d’archivio: Massimo D’Anolfi (Bestiari, erbari, lapidari, 2024), Sara Fgaier (Sulla terra leggeri, 2024), Michele Mellara e Alessandro Rossi (Arrivederci Berlinguer!, 2024, e Berchidda Live, 2023) e Andrea Segre (Berlinguer - La grande ambizione, 2024).

In questa XVII edizione, il festival rinnova e amplia i progetti dedicati alla formazione con il programma "Lezioni d’archivio" (venerdì 25 ottobre, 14.30, Ex Chiesa di San Mattia), una selezione di tre progetti cinematografici realizzati in ambito educational che mettono al centro il riuso del materiale d’archivio: Multiverso Toti 1924-2024 (Biblioteca Totiana), Archivi Risonanti (Accademia di Belle Arti di Carrara) e INCOMbenze (ISIA Urbino e Archivio Storico Luce).

Archivio Aperto ospita inoltre 35 giovani under26 all’interno del percorso Archive Lovers Lab - Giuria Giovani e Archive Care - e inaugura la collaborazione con CAFFEX - Ca' Foscari Film Festival Experience, piattaforma di scambio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia con le realtà dei festival cinematografici.

"Talismano del ricordo, attivatore di narrazioni dove la vita si espande nella dimensione immaginifica, propulsore di un futuro da scrivere, il cinema del quotidiano in piccolo formato è la nostra palestra" - dicono i direttori artistici Giulia Simi e Sergio Fant. - "Rivederlo nella fatica del gesto ripetuto e ricorrente, significa portare giorno dopo giorno il nostro sguardo e il nostro pensiero verso le traiettorie rischiose di un tuffo, di un salto, di una capriola in discesa, di un vorticoso girotondo da fare assieme. E sì, assieme possiamo cadere e può cadere anche il mondo, come nella filastrocca che abbiamo cantato da bambini, ma questo si chiama rischiare la rivoluzione del cambiamento. Apprendendo l’arte della memoria e quella, come ci insegna Goliarda Sapienza, della gioia".

10/10/2024, 10:56